Entro il 2030 entreranno a far parte della nostra vita anche per servizi innovativi di mobilità aerea di persone
Capiterà che anziché chiamare un taxi, saremo trasportati da un punto all’altro delle città da un drone.
Scena futuristica da film? Non più.
Anche se ancora riesce difficile immaginarlo, l’evoluzione dei trasporti è nei droni, che sono sempre più utilizzati in varie attività e che tra sette anni entreranno a pieno titolo a far parte del nostro quotidiano. E’ la strategia europea per i droni 2.0 presentata dalla Commissione europea che investe per sostenere l’utilizzo di questi dispositivi.
L’Ue prepara il futuro
Dai servizi di emergenza alla mappatura e sorveglianza, alla consegna urgente di piccole spedizioni come campioni biologici o medicinali, fino ai servizi innovativi di mobilità aerea come i taxi aerei. Non ci sono dubbi che i droni stiano entrando sempre più prepotentemente nelle nostre vite, al punto che la Commissione Europea ha adottato una strategia che porti a un ulteriore sviluppo di questa tecnologia.
Da qui al 2030 quale sarà l’evoluzione?
La commissaria per i Trasporti Adina Valean sostiene che «la strategia presentata non si limita ad ampliare la capacità dell’Europa di promuovere lo sviluppo di operazioni commerciali su larga scala con droni, ma offre anche nuove opportunità in particolare alle piccole e medie imprese. Basti pensare che, in presenza di un quadro normativo adeguato, il mercato dei servizi con droni in Europa potrebbe raggiungere un valore di 14,5 miliardi di euro e creare 145 mila posti di lavoro entro il 2030».
Verso un sempre più largo impiego dei droni
La Commissione avvierà ora i lavori sulle 19 azioni operative, tecniche e finanziarie della strategia “per creare il giusto ambiente normativo e commerciale per lo spazio aereo e il mercato dei droni di domani”.
Tra queste sono incluse l’adozione di norme comuni per l’aeronavigabilità e di nuovi requisiti di formazione per i piloti di velivoli remoti e eVtol, vale a dire decollo e atterraggio verticale elettrico con equipaggio.
Oltre al finanziamento della creazione di una piattaforma online per supportare gli stakeholder locali e l’industria nell’attuazione di una mobilità aerea innovativa e sostenibile nonché di una roadmap strategica della tecnologia dei droni per identificare le aree prioritarie per la ricerca e l’innovazione, per ridurre le dipendenze strategiche esistenti evitando che ne sorgano di nuove.
Non ultima, la definizione dei criteri per un’etichetta volontaria per i droni approvati per la cybersicurezza.
L’Italia in top position per l’utilizzo, a Roma in arrivo il drone-uccello
Sono leggeri e facilmente trasportabili. Decollano e atterrano anche in spazi angusti e si comandano da remoto.
Il loro grado di versatilità è tale che il loro ambito di utilizzo è vasto: dall’agricoltura al monitoraggio delle emergenze e del territorio, alla guerra.
L’Italia è ai primi posti a livello internazionale nello sviluppo di nuove tecnologie e servizi con l’impiego di droni.
Queste sofisticate macchine robotiche sono sempre più utilizzate sia in cielo, sia in terra ma anche in mare.
A Roma, intanto, in un prossimo futuro arriverà il drone-uccello.
Realizzato da un gruppo di ricercatori guidato dal Politecnico federale di Losanna, del quale fa parte anche l’italiano Dario Floreano, è dotato di ali e piume artificiali, in grado di virare molto velocemente per evitare gli ostacoli e quindi perfetto per volare in ambienti complessi come le città.
I droni alati sono risultati più efficienti di quelli dotati di eliche sia dal punto di vista aerodinamico che da quello energetico, pur se hanno bisogno di un maggiore spazio di manovra per girarsi. Proprio per ovviare a questo è stato progettato il drone ispirato all’anatomia degli uccelli, dotato di due ali, una coda e perfino piume artificiali.
Uno studio pubblicato sulla rivista Communications Engineering rivela che i risultati ottenuti possono aprire allo sviluppo di nuovi droni alati in grado di volare su lunghe distanze attraverso ambienti molto diversi tra loro, da quelli aperti a quelli pieni di ostacoli come foreste e contesti urbani.
Silvia Bolognini