La colomba si preferisce alle uova di cioccolato, ma sono le uova di gallina sono le reali protagoniste della Festa
Quale dolce tradizionale sarà sulle nostre tavole per Pasqua?
Ad accompagnare i pranzi, soprattutto la colomba, simbolo della pace, che non mancherà in sette case su dieci.
A dirlo è un’indagine Coldiretti/lxe’ che fotografa le abitudini di consumo per la prima grande festa di quest’anno.
Tuttavia, se le uova di cioccolato hanno perso in preferenza, quelle vere di gallina giocano quest’anno al riscatto.
La colomba preferita dal 69% degli italiani
Secondo quanto rileva l’indagine, la colomba stacca di sei punti percentuali l’uovo di cioccolato, che comunque non mancherà nel 63% delle case italiane.
D’altra parte è il dolce della tradizione, con la copertura di mandorle e glassa nella versione classica, con canditi o senza, ma che nel tempo si è arricchito di nuove versioni. Lo si trova infatti realizzato con prodotti a km zero come i grani antichi, l’olio extravergine di oliva, il melograno, i frutti di bosco, il miele.
Ce ne sono davvero per tutti i gusti e con varie farciture: dalla crema semplice al pistacchio al limoncello, solo per fare degli esempi.
L’importante è che, come per panettoni o pandori e altri prodotti dolciari tipici, tra i quali il savoiardo e l’amaretto, sia prodotta seguendo un disciplinare ben preciso contenuto in un decreto del Ministero delle Attività produttive del 2005, studiato per tutelare le caratteristiche del dolce pasquale.
Per fregiarsi del titolo di colomba, infatti, il prodotto deve essere un dolce a pasta morbida ottenuta tramite lievitazione naturale e utilizzando specifici ingredienti. L’impasto classico deve contenere: farina di frumento, zucchero, uova di galline intere classe A, oppure tuorlo d’uovo in quantità non inferiore al 4% del totale, almeno il 16% di materia grassa butirrica, scorze di agrumi candite in quantità non inferiore al 15%, sale e lievito naturale.
E’ consentito l’uso di altri ingredienti quali latte e derivati, miele, malto, burro di cacao, altri tipi di lievito, zuccheri, emulsionanti, aromi naturali e due tipi di conservanti: l’acido sorbico e il sorbato di potassio. Un consiglio per la scelta è di confrontare l’elenco degli ingredienti e preferire la colomba con il minor numero possibile di additivi.
Le uova di gallina le vere protagoniste della Pasqua
Il fatto che la colomba abbia surclassato le uova non indica una sconfitta per queste ultime.
Se infatti quelle di cioccolato hanno ceduto il passo, il 2023 sembra l’anno del riscatto delle uova vere, quelle di gallina.
Secondo le stime di Coldiretti, infatti, attorno alle uova girerà nella settimana Santa un business di oltre 120 milioni di euro.
Saranno acquistati e consumati circa 400 milioni di uova contro i 16 milioni di uova di cioccolato.
Utilizzate in cucina, ma anche come elementi decorativi, le uova, ricorda Coldiretti, sono d’altra parte un ottimo alimento.
Un uovo medio contiene solo 78Kcal ma il suo contenuto proteico elevato è pari a 6,5 grammi, vale a dire il 13% del fabbisogno giornaliero di un adulto.
Le uova sono inoltre fonte di vitamine A e B12, ricche di vitamina D e contengono colina, fosforo, selenio, riboflavina, acido folico, biotina e iodio.
Attenzione sempre in ogni caso a quanto riportato sul codice alfanumerico applicato sul guscio. Si tratta di indicazioni che riguardano la provenienza e i metodi di allevamento. Il primo numero indica con 0 l’allevamento biologico; 1 all’aperto; 2 a terra e 3 nelle gabbie.
La seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto. Seguono le indicazioni relative al codice Istat del Comune, alla sigla della Provincia e al codice distintivo dell’allevatore. Oltre alle informazioni sulle categorie, il livello qualitativo e di freschezza e le classificazioni in base al peso indicato con XL, L, M e S.
Silvia Bolognini