Da Leonardo a Michelangelo, una mostra a Venezia racconta la rivoluzione del corpo umano tra bellezza, conoscenza e identità
Venezia si prepara a ospitare una grande mostra in una delle sue sedi più prestigiose.
Ad accoglierla saranno le Gallerie dell’Accademia che tra le loro pareti già conservano la migliore collezione di arte veneziana e veneta, soprattutto legata ai dipinti del periodo che va dal XIV al XVIII secolo tra i quali, solo per citare alcuni tra i maggiori artisti, Tintoretto, Tiziano, Canaletto Giorgione Bellini, Carpaccio, Cima da Conegliano e Veronese.
Dal prossimo 4 aprile prenderà il via l’esposizione “Corpi Moderni. La costruzione del corpo nella Venezia del Rinascimento. Leonardo, Michelangelo, Durer, Giorgione” che esplora il modo in cui, per la prima volta, il corpo è stato concepito quale campo di indagine scientifica, oggetto di desiderio e mezzo d’espressione di sé.
La mostra che parla di noi
Come spiegano i tre curatori dell’esposizione, Guido Beltramini, Francesca Borgo e Giulio Manieri Elia, “Corpi moderni” è sviluppata ponendo in relazione le eccezionali opere in prestito con alcuni capolavori del museo valorizzando la collezione permanente e la tradizione figurativa e artistica veneta.
“Una mostra che parla di noi – sottolineano – attraverso la lente d’ingrandimento del Rinascimento, quando si comincia a svelare il corpo, portando l’indagine scientifica sotto la pelle, e insieme a “velarlo” allontanandosi da quello che siamo come dato biologico, per fare di noi stessi una costruzione, un atto recitato”.
In altre parole si tratta di un’inedita indagine sulla rappresentazione del copro umano che mette insieme capolavori del Rinascimento con strumenti scientifici, libri, abiti e oggetti ella vita quotidiana. Viene esplorato il momento in cui il corpo non è solo soggetto artistico, ma anche oggetto di desiderio, conoscenza e costruzione sociale.
Dal 4 aprile al 27 luglio si potranno ammirare disegni, dipinti e sculture provenienti dai più prestigiosi musei e collezioni internazionali e nazionali, alcune di queste opere presentate in Italia per la prima volta.
L’Uomo vitruviano
Il percorso espositivo racconta il corpo della prima età moderna attraverso le opere di Leonardo da Vinci, Michelangelo, Albrecht Durer, Giovanni Bellini e Giorgione esplorando temi di oggi come di allora: la natura e il futuro dell’umanità, la sessualità e la riproduzione, la bellezza e l’invecchiamento, i confini dell’umano e l’identità.
Tra le prestigiose opere esposte anche L’Uomo vitruviano, simbolo dell’arte rinascimentale, con il quale si analizzano le proporzioni del corpo umano secondo gli scritti dell’architetto romano Vitruvio.
Il lavoro, disegnato a matita e inchiostro su carta di Leonardo da Vinci nel 1490, mostra le proporzioni ideali del corpo umano inserendole all’interno di due forme geometriche al tempo considerate perfette: il quadrato simbolo della Terra e il cerchio, rappresentazione del Cielo. Secondo le regole di proporzioni di Vitruvio, il naturale centro del corpo umano è l’ombelico, mentre è uguale la distanza tra piedi e sommità della testa e quella tra le punte delle dita delle due braccia. La testa misura un ottavo del corpo umano, il piede un sesto, l’avambraccio e il petto un quarto.
Tre sezioni per esplorare il corpo
La mostra si sviluppa in tre grandi aree. La prima “Il corpo svelato: conoscere” approfondisce la scoperta del corpo umano come oggetto di studio scientifico e medico.
E’ in questa sezione che l’Uomo vitruviano trova posto accanto da una parte a un rilievo metrologico greco antico per invitare alla riflessione sul concetto di “misura” e “ideale”, dall’altra con il realismo del rinomato Autoritratto di Durer, a corpo nudo, esposto per la prima volta in Italia.
Nella sezione “Il corpo nudo: desiderare” ecco che il corpo è rappresentato come oggetto di sguardo e desiderio: da una parte il nudo femminile della venere sdraiata e adagiata sul paesaggio, dall’altra il corpo maschile lirico, sofferente e sublime dei santi e degli eroi biblici, ritratti all’antica. Il desiderio è invece messo in scena da oggetti di ambito domestico e da ritratti di giovani spose. In questa area dell’esposizione vi sono il quadro di Tiziano Gli amanti e l’unica copia conosciuta dei “Sonetti lussuriosi” di Pietro Aretino oltre a una splendida cuffia da donna dal Metropolitan Museum of Art di New York.
Infine la terza sezione, “Il corpo costruito: rappresentarsi”, lo illustra come spazio di rappresentazione culturale. Troviamo in quest’area vari oggetti legati alla bellezza, tra i quali un rarissimo scrigno del XVI secolo, una sorta di contemporanea make-up box, vestiti, trattati di chirurgia, accessori di cosmesi e cura del corpo a testimoniare la necessità dell’uomo e della donna rinascimentali di aderire a standard e modelli sociali che si riflettessero nella loro raffigurazione. Non mancano le armature e le protesi meccaniche che per la prima volta vennero utilizzate nel Rinascimento per sostituire gli arti persi in guerra quale concezione del corpo come campo della sperimentazione, della metamorfosi e trasformazione.