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IL CAPOLAVORO COPIATO

IL CAPOLAVORO COPIATO


Sono quasi cento le Venezie censite nel mondo in un’imitazione che è divenuta una vera e propria industria planetaria

Altre città italiane hanno avuto la stessa sorte, come Roma, Napoli, Firenze, ma nessuna ha avuto la stessa “fortuna”. Spesso il richiamo alla città lagunare ha poco o niente a che vedere con il Bel Paese,ma il suo è un nome che suona bene, che evoca un luogo in bilico tra la realtà e la fantasia per la sua architettura originale e per la sensazione che il tempo possa essersi fermato. La nostra Venezia è un tripudio di associazioni, soprattutto per i bambini. E forse è per questo che spesso viene paragonata a Disneyland o ad un posto fuori dal tempo, perché pare caratterizzata dalla bellezza equivoca dell’avventura. Solo il fatto di viaggiare in barca la rende unica, e proprio la gondola è uno di quei simboli che hanno varcato i confini lagunari per essere copiati altrove. Non importa se le gondole non siano fatte per la voga, progettate in fibra di vetro e spinte da un motore elettrico in grado di trasportare fino a dodici passeggeri.
Si tratta del simbolo più popolare di Venezia che ha conosciuto una grande fortuna da Sydney ad Amsterdam, da Newport Beach ad Amburgo, dal Nebraska al Massachusetts, tutti luoghi che hanno una parentela con la nostra città unicamente per il loro contatto con l’acqua e che tentano per spirito di emulazione di eguagliarne il fascino fornendo ai loro turisti innumerevoli i “servizi gondola”. A Las Vegas uno dei più grandi hotel del mondo, costruito dal magnate dell’industria alberghiera Sheldon Andelson, porta come nome “Venetian”. Si tratta di un resort a 5 stelle, una riproduzione fedele, e al tempo stesso cervellotica, del cuore di Venezia con una bella porzione di San Marco, il campanile, il Palazzo Ducale, un paio di canali. E poi Rialto e la Ca’ d’Oro, il Ponte dei Sospiri, gondole e gondolieri. Lo scopo pensato nel 1999, anno della sua inaugurazione, era quello di trasmettere il lusso e la decadenza dei palazzi veneziani ed il loro romanticismo, coniugati al lusso di Beverly Hills e al divertimento di Las Vegas, in pieno stile architainment , cioè di architettura intrattenimento.
Ma c’è un altro The Venetian a Macao che sta soppiantando quello di Las Vegas per grandezza. Il Venetian Macao Resort Hotel occupa un’area estesa equivalente a sessanta campi da calcio, 3.000 camere,un teatro e uno stadio da 15.000 posti. Attorno sorge un’area commerciale che occupa 90.000 metri quadrati, con una sala congressi e 350 boutique, attraversata da 3 canali con gondole. Una replica della replica di Venezia, dunque, e perfino più impressionante. Così anche la città originale e meravigliosa è entrata nella serialità del consumo e nella globalizzazione.
Non finisce qui certamente la lunga carrellata di Venezia nel mondo, se si pensa che Venezuela significa “Piccola Venezia”e perfino a Londra c’è una Little Venice con una sua variopinta festa legata alle long boat, le imbarcazioni tirate a lucido che affluiscono da tutta la rete idrica londinese verso il centro della città. Nova Veneza invece è una cittadina nello stato di Santa Caterina, nel sud del Brasile, dove l’attaccamento alla città d’acqua è molto forte, soprattutto all’interno delle comunità di italiani emigrati dopo la guerra che con fierezza raccontano le tradizioni delle diverse regioni italiane.
L’ultima Venezia nata nel mondo si trova a Wuqing, un’amena località di appena 800mila abitanti poco lontano da Pechino. Qui le gondole a motore sono arrivate da Macao, ma fortunatamente non il Canal Grande e nemmeno il Ponte dei Sospiri che sono stati costruiti sul posto. Si tratta di un centro del lusso con 180 negozi, da Prada a Bulgari, Gucci, Versace, Fendi, Armani e via dicendo, in un processo replicativo e seriale che trova ulteriore spinta nel successo dell’Italia come cultura, paesaggio, cibo, stile di vita, noto come fenomeno del made in Italy.
Altri sono gli esempi di città, anche meravigliose, che accostano il loro nome a quello di Venezia, pur avendo solo qualcosa che può vagamente somigliare ad essa, dal canale al gruppo di isole, come per esempio Copenaghen, Stoccolma, Bruges, San Pietroburgo, Aveiro, oppure Xochimilco in Messico e Recife in Brasile, Bangkok in Thailandia e tutte le città d’acqua giapponesi nonché le già citate Amsterdam, Amburgo, Sydney.

Questo perché Venezia è una citazione che rende poetica ogni realtà e la sua fedele ricostruzione nelle più improbabili location del mondo rende possibile ai cittadini che la sognano, ma che non potranno permettersi di vederla, di beneficiare un po’ della sua particolarità.
Il viaggio tra le varie città che si accostano alla nostra sono anche il tema di un libro “Welcome to Venice” di Guido Moltedo, all’interno del quale una serie eclatante di esempi permette a chi lo legge di vivere appieno quella magia che si vive di fronte ad un’opera così famosa da venir copiata.
Già, la nostra Venezia, il capolavoro che il mondo ci invidia e che cerca di riprodurre creando in realtà delle impensabili vetrine sul nostro territorio. Venezia, un vero e proprio patrimonio da salvaguardare e valorizzare per poterne mantenere sempre vivo il fascino dell’originale.
 
DI FEDERICA GERVASONI

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