Il torneo degli Istituti scolastici metropolitani aiuta i giovani a scoprire tutto quel che ruota attorno alla palla a spicchi
Più che le parole, parlano i numeri; più che i numeri, le immagini; più che le immagini, le sensazioni. Non è facile raccontare, a chi non l’ha mai vissuta, la magia della Reyer School Cup: un torneo di basket tra quaranta Istituti del territorio metropolitano giunto alla terza edizione, certo. Ma non solo…
«Con grande fatica, ma immensa gioia, la Reyer School Cup – sottolinea Massimo Centenaro, professore-allenatore del Bruno-Franchetti di Mestre, vincitore delle ultime due edizioni – è riuscita a crescere. Nel liceo dove insegno io purtroppo lo sport viene visto in maniera marginale nella formazione del soggetto. L’organizzazione ci ha molto aiutato, avendo capito cosa fare per coinvolgere appieno ragazzi e studenti. L’entusiasmo è stato via via crescente, creando quest’anno dei veri e propri gruppi organizzati di studenti che tuttora esistono e condividono interessi comuni, come assistere insieme alle partite e poi uscire a mangiare una pizza. Nel contempo, la stessa partecipazione al progetto, dopo un primo anno in cui si è legata solo alla quindicina di ragazzi che componevano la squadra, ha visto coinvolta l’intera scuola: è stato davvero bellissimo».
La Reyer School Cup ha sviluppato un’idea partita, una decina di anni prima, dal liceo Foscarini di Venezia. «Si trattava – spiega Adriana Galvan – di una manifestazione in cui tutte le scuole veneziane componevano una squadra, per andare oltre i campionati studenteschi, che durano una sola giornata: una sorta di campionato in orario extrascolastico, al pomeriggio, il cui problema principale era legato al fatto che molti allenatori non volevano che i propri atleti vi partecipassero, per timore di infortuni. Quando siamo entrati in contatto, la Reyer ha elaborato una formula che è esplosa in tutta la provincia. E solo una realtà come la Reyer poteva organizzare una manifestazione eccezionale, sollevandoci dagli impegni burocratici e dai vincoli di orario e dando a questo torneo, con grande competenza, un enorme contributo in organizzazione e comunicazione».
La partecipazione, così, si è via via allargata sul territorio, travalicando i margini del Veneziano, in una vera dimensione metropolitana. «La Reyer School Cup – commenta Brunella Cecchin del Lazzari di Dolo – è diventata una scadenza che i ragazzi attendono ogni anno con grande spirito di aggregazione all’interno dell’istituto. Dopo l’inizio della Reyer School Cup, in questi anni abbiamo riscontrato una maggior frequentazione del basket, anche grazie ai biglietti omaggio dati dalla Reyer ai ragazzi. Si è dunque creata una cassa di risonanza che si è spinta oltre al torneo. E anche territorialmente, attorno a Reyer, vista come un tutt’uno con la città, si è creata un’identità. Quella della città metropolitana è una realtà su cui bisognerà lavorare ancora molto, un percorso lungo specie in bacini come quello di Dolo, che sfiora la provincia di Padova. Ma oggi inizia a esserci sicuramente più sensibilità e partecipazione. E anche la Reyer School Cup, in questo senso, ha dato il suo importante contributo».