Nella notte tra sabato e domenica 26 si dovranno spostare avanti le lancette di un’ora
Si è a lungo parlato dell’abolizione dell’ora legale, tanto che l’Unione europea ha eliminato per i Paesi membri l’obbligo del passaggio.
I Paesi Ue che hanno deciso di non adottarla sono l’Islanda, l’Armenia, la Geogia, la Russia e la Bielorussia.
In Italia è invece rimasto in vigore il doppio orario. Così nella notte tra sabato 25 marzo e domenica 26 dovremo spostare avanti di un’ora le lancette dell’orologio.
Risparmio energetico con un’ora di luce in più per i prossimi mesi
Il passaggio scatterà alle 2 di notte. I dispositivi digitali, smartphone, tablet e computer, si aggiorneranno automaticamente.
L’ora legale resterà in vigore fino al 29 ottobre 2023, quando nuovamente le lancette ritorneranno indietro di un’ora.
Il passaggio dall’ora solare consentirà di sfruttare un’ora di luce naturale in più. Se da un lato ci saranno evidenti risparmi energetici per l’allungamento delle giornate, dall’altro il primo effetto del cambiamento sarà quello di dormire un’ora in meno. Le due diventeranno le tre e ci si alzerà prima.
Secondo un’analisi di Terna, la società italiana delle reti di trasmissione dell’energia elettrica, dal 2004 a oggi, grazie all’ora legale, l’Italia ha risparmiato un totale approssimativo di 10,9 miliardi di chilowattora generando un risparmio per i cittadini di circa due miliardi di euro. Secondo uno studio di Conflavoro Pmi, l’associazione che tutela e rappresenta le piccole e medie imprese, mantenendo l’ora legale per tutto l’anno si potrebbero risparmiare fino a 2,7 miliardi di euro nel corso del 2023 avendo un totale di 147 ore di luce naturale in più applicando l’ora legale anche quando è in vigore quella solare.
“LunaNet”, il “fuso orario” lunare
L’apertura alle nuove missioni esplorative sulla Luna hanno intanto dato il via al dibattito su come si potrà stabilire un fuso orario per coordinare le attività. Saranno molte e pianificate da diversi Paesi, comprese le missioni Artemis che riporteranno gli esseri umani su quel pianeta e la costruzione della futura stazione in orbita intorno al nostro satellite Lunar Gateway. La necessità di comunicare con la Terra e tra loro molto più di quanto non sia stato fatto in passato rende necessario tenere conto del passare del tempo in modo preciso quando si sarà in orbita e sulla sua superficie.
La direzione è quella di arrivare a definire un sistema comune di misurazione chiamato “LunaNet” per coprire i servizi di comunicazione e navigazione lunare così come avviene sulla Terra con i vari sistemi come, per esempio, il GPS. Sulla Terra il tempo si misura in relazione alla rotazione del pianeta sul proprio asse rispetto alla posizione del Sole che determina luce e buio e definisce il giorno solare medio della durata di 24 ore. Sulla superficie lunare, invece, il ciclo di luce e buio durerebbe 29,5 giorni terrestri.
Tenere contro di queste differenze è fondamentale per avere un orario lunare in relazione alla posizione del Sole, come accade sulla Terra.
Va anche tenuto conto che per la teoria della Relatività Generale dice che a seconda dell’accelerazione gravitazionale a cui si è sottoposti, il tempo scorre più velocemente di circa 56 microsecondi ogni 24 ore sulla Luna rispetto alla Terra.
… e il minuto diventa di 61 secondi
Probabilmente pochi lo sanno ma, dal 1972, in alcune giornate selezionate, viene inserito un minuto speciale fatto di 61 secondi.
L’aggiunta viene fatta all’ultimo minuto della giornata e scatta subito dopo le 23 e 59 minuti e 60 secondi invece che dopo le 23 e 59 minuti e 59 secondi.
A decidere quando cogliere quest’attimo è l’IERS (l’International Earth Rotation and Reference System Service), l’ente internazionale che comunica quando aggiustare gli orologi.
L’allungamento di un secondo è necessario per la precisione degli orologi atomici mondiali, estremamente precisi – basti pensare che il margine di errore è di circa un secondo nell’arco di 138 milioni di anni – che funzionano seguendo la frequenza di risonanza di un atomo. Proprio per la loro estrema puntualità, questi orologi non rispettano le irregolarità del ritmo di rotazione del nostro Pianeta e deve quindi essere sincronizzato il tempo solare o astronomico GMT con quello artificiale. L’aggiunta del secondo avviene solitamente il 30 giugno o il 31 dicembre.
Silvia Bolognini