Dal 15 di ottobre in tutti i posti di lavoro, in Italia, sarà necessario essere in possesso del green pass.
Questo è quanto stabilisce un decreto che mette un punto quasi definitivo sulla questione della quale si è dibattuto nelle ultime settimane.
Tra le criticità sollevate, quella che riguarda i dipendenti in smart working.
Non c’è distinzione: come riportato sul sito del Governo nella sezione dedicata alle faq, sia nel pubblico che nel privato, per poter accedere al proprio posto di lavoro, sarà necessario possedere la certificazione verde in quanto, puntualizza Palazzo Chigi, lo smart working “non può essere utilizzato allo scopo di eludere l’obbligo di green pass”.
Obbligo uguale, situazioni diverse
Altra criticità sollevata riguarda il diverso trattamento tra professori e collaboratori scolastici e tutti gli altri statali.
Per i primi, al quinto giorno anche non consecutivo di assenza, scatta la sospensione dal servizio e dallo stipendio, mentre per i secondi la misura prevista è la sola interruzione della retribuzione.
Sospensione sì e no
Una distinzione, tuttavia, è prevista anche tra questi ultimi.
Se, infatti, fanno parte di un’azienda che ha fino a 15 dipendenti (dove l’assenza anche di uno solo potrebbe fare la differenza), possono ugualmente essere sospesi perché questo consente al datore di lavoro di sostituirli con un altro lavoratore. Ma non per più di 20 giorni.
La stessa misura non è prevista in altri ambiti, più grandi, del lavoro privato.
Il green pass scatterà il 15 ottobre anche per i lavoratori autonomi e i professionisti.
Il green pass vale per tutti.
Anche per i lavoratori in servizio in luoghi diversi dalla propria azienda come nel caso, per esempio, di venditori, di lavoratori impiegati in appalti, di rider che comunque devono entrare nei ristoranti e vengono a contatto con i cittadini quando effettuano la consegna. Se il lavoratore in questione è senza green pass, viene ritenuto assente ingiustificato e non può quindi accedere al suo posto di lavoro.
L’onere del controllo
A controllare il possesso del green pass sarà il datore di lavoro stesso.
Dovrà farlo quotidianamente. Nel caso in cui non lo facesse, rischierebbe una sanzione che va da 400 a mille euro.
Una misura che si è sviluppata per gradi
Dal 15 ottobre dunque, circa 23 milioni di lavoratori saranno interessati da questa misura che si è sviluppata per gradi nel corso del 2021.
In un primo momento è stata la volta di medici e infermieri, poi del personale delle scuole e delle università seguiti dagli operatori delle mense e dagli addetti alle pulizie dei plessi scolastici, infine degli operatori delle Rsa.
I nuovi termini di durata
La certificazione verde ha la durata di 12 mesi per chi ha completato il ciclo vaccinale, è guarito dal Covid e ha fatto la prima dose di vaccino; 6 mesi invece per chi è guarito e non ha fatto il vaccino; 72 ore se si è effettuato un tampone risultato negativo.
Valentina Rossi
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