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Idrogeno: produzione in aree industriali dismesse, ok dell'Europa

Idrogeno: produzione in aree industriali dismesse, ok dell'Europa

La misura si inserisce nel Pnrr, come i progetti per le 36 stazioni di rifornimento in arrivo entro il 2026

La strategia di transizione verde del nostro Paese verso l’idrogeno si arricchisce di un altro tassello.
Stavolta sul fronte della produzione dopo il passo avanti sul piano dell’infrastrutturazione sul territorio delle stazioni di rifornimento.
Il regime da 450 milioni di euro a sostegno degli investimenti nella produzione integrata di idrogeno e di energia elettrica rinnovabili nelle aree industriali dismesse, presentato dall’Italia a Bruxelles, è stato infatti approvato dalla Commissione Europea. E potrà così usufruire del finanziamento all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
“Questo regime – ha commentato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva responsabile per la Concorrenza – consentirà all’Italia di accelerare la diffusione delle capacità di idrogeno rinnovabile, in linea con la strategia dell’UE per l’idrogeno. Aiuterà inoltre l’Italia a ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, in linea con il piano REPowerEU, limitando nel contempo il più possibile le distorsioni concorrenziali”.

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Fino a 20 milioni di euro per ogni progetto

Il regime italiano appena approvato mette gli aiuti a disposizione di tutte le imprese, di qualunque dimensione, che siano attive sul territorio nazionale, con la sola esclusione degli enti creditizi e degli altri istituti finanziari.
Il sostegno pubblico sarà concesso prima del 31 dicembre 2025 ed erogato sotto forma di sovvenzioni dirette per la copertura dei costi d’investimento.
Previsto anche un importo massimo di aiuto, pari a 20 milioni di euro per ogni singolo progetto.
I progetti saranno quindi selezionati mediante “procedura di gara aperta e competitiva, chiara, trasparente e non discriminatoria”.
È questo uno dei punti riguardo ai quali la Commissione ha constatato il rispetto delle condizioni stabilite dall’Ue, insieme alla previsione della concessione dell’aiuto in base a un regime comprensivo di stime di volume e dotazione.

Idrogeno, in arrivo 36 nuove stazioni

I fondi del Pnrr serviranno intanto per implementare la rete delle stazioni italiane di rifornimento stradale per le vetture alimentate a idrogeno, in vista dell’incremento della diffusione dei veicoli “green”.
Al momento, infatti, ne risultano attive sull’intero territorio nazionale appena due, entrambe al nord: a quella “storica” di Bolzano si è aggiunta da poco meno di un anno quella di Venezia Mestre, la prima in ambito urbano, nell’area di San Giuliano.

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L’inaugurazione del distributore di idrogeno A Mestre (Venezia), al centro il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato un bando per la concessione di contributi finalizzati alla realizzazione e alla messa in esercizio di nuove stazioni entro il secondo trimestre del 2026.
Nella graduatoria provvisoria pubblicata nelle scorse settimane, sono rientrati 36 progetti risultati ammissibili, per un monte totale di contributi superiore a 103 milioni di euro sui 230 stanziati per l’attuazione della misura nel periodo tra il 2021 e il 2026.

Veneto da record con 8 stazioni

Dei 36 progetti rientrati in graduatoria, solo 5 riguardano il Sud Italia, sebbene, secondo le previsioni del Pnrr, il 40% delle risorse dovesse essere riservato alle regioni meridonali. Si tratta delle stazioni di Sestu (CA), Bari (2 stazioni), Taranto e Lamezia Terme (CZ). Coinvolta anche la Sicilia, in un progetto di sperimentazione del trasporto ferroviario a idrogeno che riguarderà anche la Val Camonica e l’Umbria.
Risalendo lo Stivale, due stazioni saranno realizzate a Roma, una ad Avezzano (AQ), una a Le Fosse (AR) e una a Piacenza.
Le regioni più coinvolte sono però quelle del Nord, pur essendocene una sola in Friuli Venezia Giulia (Porpetto, UD) e Valle d’Aosta (Pollein). Il Veneto salirà a 8, aggiungendo a Mestre le veneziane Meolo e San Donà di Piave, le padovane Limena e Monselice, la trevigiana Paese più due stazioni veronesi (nel capoluogo e a San Bonifacio).

Il primato del Nord e le caratteristiche delle stazioni

In Alto Adige, a Bolzano si affiancheranno Merano, Vipiteno e Brunico, più due stazioni in Trentino, entrambe a Lavis, sull’Autostrada del Brennero.
Infine, 5 stazioni a testa per Lombardia (le milanesi San Donato e due stazioni a Carugate, la pavese Torre d’Isola e Mantova) e Piemonte (tre nell’Alessandrino, a Tortona, Arquata Scrivia e Belforte Ovada, una nel Novarese, a Vicolungo, e una nel Torinese, a Torrazza Piemonte).

Il bando ministeriale, per colmare il gap infrastrutturale con il resto d’Europa, ha fissato anche le caratteristiche che dovranno essere garantite nelle nuove 36 stazioni di rifornimento di idrogeno. L’erogazione del carburante dovrà avvenire innanzitutto a una pressione di 350 bar per le auto e 700 per i veicoli commerciali. L’idrogeno erogato dovrà inoltre essere “verde”, cioè prodotto tramite elettrolisi effettuata utilizzando energia elettrica da fonti rinnovabili.

Alberto Minazzi

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