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Ictus: in 30 anni, 70% di casi e 44% di morti in più

Ictus: in 30 anni, 70% di casi e 44% di morti in più

Lo evidenzia uno studio pubblicato su Lancet Neurology, che ha anche analizzato con l’Oms l’impatto di 37 condizioni neurologiche sulla salute

Le condizioni neurologiche sono la principale causa di malattia e disabilità nel mondo.
In questo contesto, nonostante gli sviluppi sul piano della cura come la trombolisi e la trombectomia endovascolare, l’ictus gioca un ruolo primario, tanto da risultare, nel 2021, la terza causa di morte al mondo dopo la cardiopatia ischemica e il Covid-19.
La diffusione di conseguenze per la salute derivanti da problematiche a livello di vasi sanguigni che portano all’ictus, d’altronde, sono in costante aumento.
A fare il punto al riguardo, sempre con riferimento al 2021, è ora uno studio, basato sull’analisi del programma di ricerca Global Burden of Disease, Injuries and Risk Factors Study, pubblicato sulla rivista Lancet Neurology.

La crescita della diffusione dell’ictus

Dall’analisi è emerso che tra il 1990 e il 2021 i casi di persone che hanno sofferto di ictus sono aumentati del 70%, toccando quota 11,9 milioni.
Le cause principali individuate sono inquinamento atmosferico, fumo, alte temperature e fattori di rischio metabolici, a partire dal sovrappeso e la pressione alta.
Anche le morti da ictus, nello stesso anno, sono arrivate a 7,3 milioni, con un aumento del +44% in 30 anni.
Al riguardo, la World Stroke Organization prevede che il numero dei decessi salirà ancora, arrivando nel 2050 a quasi 10 milioni, di cui circa il 90% nei Paesi a basso o medio reddito. Intanto anche la quantità complessiva di disabilità dovuta all’ictus è aumentata del 32%, con 160,5 milioni di anni di vita sana persi nel 2021 rispetto ai 121,4 milioni del 1990.

L’impatto dell’ictus e delle altre condizioni neurologiche

Se poi si allarga la prospettiva alle 37 principali condizioni neurologiche, un altro studio Lancet-Oms ha rivelato che nel 2021 erano oltre 3 miliardi le persone che ci convivevano: praticamente 1 su 3.
La perdita di salute e la disabilità causata da queste malattie, aggiunge l’analisi, è maggiore tra gli uomini che tra le donne, che però sono colpite in modo sproporzionato da emicrania e demenza.
E se l’ammontare complessivo di disabilità, malattia e morte prematura causato da condizioni neurologiche è aumentato complessivamente del +18% in 30 anni, quella che è cresciuta più rapidamente è la neuropatia diabetica, che dal 1990 al 2021 è triplicata. L’impatto del Covid è poi evidente nel boom di complicazioni neurologiche ad esso collegate, come compromissione cognitiva e sindrome di Guillain-Barré, quasi inesistenti prima e arrivate a oltre 23 milioni di casi.

I fattori di rischio e le cure

Questo studio ha esaminato anche 20 fattori di rischio modificabili per condizioni neurologiche potenzialmente prevenibili come ictus, demenza e disabilità intellettiva idiopatica. E, fermo restando che il fumo contribuisce significativamente al rischio di ictus, demenza e sclerosi multipla, ha evidenziato che l’eliminazione dei principali fattori di rischio, in primis pressione alta e inquinamento dell’aria, potrebbe prevenire fino all’84% delle conseguenze dell’ictus.

Ancora, ridurre l’esposizione al piombo potrebbe ridurre del 63,1% il carico del ritardo mentale idiopatico e abbassare i livelli di glucosio plasmatico a digiuno del 14,6% quello della demenza. Quanto alle cure, l’Oms stima invece che la trombectomia endovascolare, unita a un miglior controllo della pressione sanguigna, potrebbe evitare 120 milioni di ictus tra il 2030 e il 2050.

Alberto Minazzi

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