Stupende oasi, affascinanti mulini, misteriose chiese templari e molto altro ancora. Sono i luoghi da scoprire del nostro territorio: poco noti eppure capaci di sorprendere e lasciare senza fiato. Ecco un primo itinerario realizzato da Reyerzine
Il territorio di Venezia, Padova e Treviso è un insieme assai ricco di storia, cultura e tradizioni. Altrettanto vero è che questa area racchiuda siti, edifici e paesaggi di particolare interesse storico, artistico e naturalistico. Nel panorama complessivo molti di questi luoghi sono conosciuti e frequentati; spesso, però, alcuni angoli o scorci di particolare bellezza sfuggono alla nostra attenzione.
Il nostro itinerario può partire dal centro storico di Treviso. Vicino alla Piazza del Duomo, in via A. Canova civico 38, troviamo Ca’ da Noal (foto 1-2).
La casa, della famiglia da Noale, risale all’età tardo medievale: l’edificio è formato da ampi magazzini al pian terreno e dall’abitazione al piano superiore. Un semplice sguardo verso l’alto ed ecco uno splendido esempio di Gotico tardo veneziano a Treviso. All’interno Casa da Noal, anche chiamata “Museo della Casa Trevigiana”, è sede di importanti mostre che trattano collezioni di artigianato antico. Attraverso le vie di Treviso, ci accorgiamo che le acque del Sile e dei suoi affluenti consegnano alla città una luce e un’atmosfera d’altri tempi e fanno muovere, da secoli, più di un mulino. Alcuni mulini, ancora originali, sono visibili in centro; altri invece sono raggiungibili alla periferia della città, tra i comuni di Quinto e Silea. Un luogo che unisce l’interesse naturalistico e la salvaguardia delle tradizioni popolari di un tempo è, senza dubbio, l’Oasi di Cervara.
La palude dell’Oasi Mulino di Cervara (foto 3) è situata lungo la strada che collega Quinto di Treviso con Badoere e fa parte delle grandi paludi che caratterizzano l’alto corso del Sile. Il granaio e il mulino ben restaurati sono di origine trecentesca. Uno spaccato di natura e di storia dove tutto è visitabile e presentato con interessanti ricostruzioni didattiche. E se il vostro interesse fosse più “spirituale”? Se vi muovesse soltanto una curiosità per luoghi sacri antichi e isolati? Da Treviso ci si sposta in direzione Oderzo e da qui ci dirigiamo verso Ormelle, seguendo le indicazioni per la località Tempio. La Chiesa dei Cavalieri Templari (foto 4) attirerà la vostra attenzione.
L’edificio romanico con ampia loggia e campanile consegna al visitatore una suggestione misteriosa: la presenza di affreschi e di alcuni stemmi dei Cavalieri Templari fanno attribuire l’opera a quest’ordine. Si pensa che i Templari posarono qui una loro casa in quanto vicina ad un’importante via di comunicazione che collegava la Germania con il mare Adriatico. Non solo in pianura, però, veniamo a contatto con edifici dalla valenza spirituale: rimanendo in tema di affreschi, ma spostandoci verso Conegliano, si può raggiungere la località di S. Pietro di Feletto. Qui, al centro del paese, troviamo la millenaria Pieve di San Pietro (foto 5-6). L’istantanea che si ha di questo luogo al momento dell’arrivo è qualcosa di affascinante. L’edificio raggiunse la sua attuale configurazione nel XII secolo, dopo alcuni influssi di costruzioni longobarde; la Pieve, ricchissima di affreschi al suo interno è valorizzata anche dalla bellezza propria dei colli che la circondano, quasi un’isola incontaminata intrisa di arte e quiete. Diverse, ma ugualmente toccanti, sono le atmosfere regalate dalle colline asolane. Lungo la dorsale della Rocca di Asolo, uno dei punti più panoramici con spettacolo a 360° è il Tempietto di San Giorgio (foto 7).
L’Oratorio dedicato a San Giorgio, situato in cima al colle, è frequentato da chi vuole concedersi una facile camminata partendo da Maser o dagli appassionati di bird-watching per scrutare questi cieli noti per il passaggio di numerose specie di uccelli migratori. Da questi colli possiamo procedere, con un ipotetico grande balzo, su un’altra catena di alture, stavolta situata nella provincia accanto: i Colli Euganei. Il territorio padovano, anch’esso elegante terra di tradizioni e cultura, offre un susseguirsi di luoghi fra i più interessanti del nordest. Un virtuale volo sopra questa zona potrebbe farci notare, dall’alto, la Cava Bomba a Cinto Euganeo. In passato era luogo di estrazione di minerali, oggi è sede del Museo Geopaleontologico Cava Bomba (foto 8-9).
Una ricca collezione di fossili permette al visitatore di conoscere animali straordinari già estinti, come anche la riproduzione a grandezza naturale di tre dinosauri presenti all’interno del parco geologico. L’edificio della vecchia fornace, invece, ci riporta in un contesto di archeologia industriale: accessibile, ben restaurato, al suo interno viene illustrato un pezzo di storia recente e radicata al territorio, il lavoro del cavatore. Calandoci nuovamente in pianura e percorrendo la strada statale n.16 Padova-Monselice, si attraversa il paese di Battaglia Terme. L’aspetto di questo centro urbano non può non sorprendere, infatti è delimitato a nord e a sud da due sontuose dimore: il Catajo e la villa Selvatico-Sartori.
Il Castello del Catajo (foto 10-11) è un maestoso maniero della seconda metà del XVI secolo, ideato da Pio Enea degli Obizzi, che possiede l’originale caratteristica di essere a metà tra il castello militare e la villa principesca. Fu dimora della potente famiglia degli Obizzi e venne affrescato da Giovanni Battista Zelotti, amico e collaboratore di Paolo Veronese. Oggi il Catajo e il suo splendido giardino sono aperti al pubblico costituendo una splendida cornice per eventi di prestigio.
A 16 chilometri da Battaglia Terme ecco Teolo. Questo paese ospita il Museo d’arte contemporanea “Dino Formaggio” (foto 12); l’installazione realizzata dall’Amministrazione Comunale di Teolo unitamente all’opera dell’illustre concittadino di cui porta il nome, Dino Formaggio, è stata inaugurata nel 1993 e presenta una raccolta di opere di pittura e di scultura comprese tra la fine dell’Ottocento e i giorni nostri. Sono esposte circa 200 realizzazioni di artisti italiani e stranieri ormai consacrati dalla critica. Per ospitare tale raccolta venne individuato il Palazzetto dei Vicari: un edificio risalente al secolo XVI che aveva ospitato per oltre 200 anni il Vicario, cioè il rappresentante in loco della Serenissima Repubblica di Venezia. Va detto che nel nostro territorio sono presenti molte realtà museali, talvolta anche di entità contenuta, ma non per questo meno preziose. Un altro esempio, poco conosciuto, lo troviamo in provincia di Venezia: il Museo della Bonifica (foto 13-14-15) di San Donà di Piave. La struttura di questo ecomuseo si differenzia dalla solita presentazione “museo-collezione” e diventa interattiva; si compone da diverse sezioni rappresentative della storia, del lavoro e dei risultati ottenuti con le opere di difesa e di prosciugamento: dall’enorme rete di canali alle case rurali, dai segni indelebili del paesaggio agrario ai tesori naturalistici del fiume Piave. Rimanendo sempre in tema di terreni paludosi, ci addentriamo nella laguna veneziana.
Se necessitate di idee per una passeggiata domenicale fuori porta o se la vostra passione è il cicloturismo, dovete visitare il Borgo di Lio Piccolo (foto 16-17), località raggiungibile da Treporti percorrendo una strada molto panoramica. Questo insediamento, dal valore storico architettonico unico e con caratteristiche che conservano l’antica realtà valliva, offre al turista una sensazione di leggera inquietudine che lascia poi spazio alla curiosità: difficile smettere di osservare la Chiesetta della Madonna della Neve, il palazzo seicentesco Boldù e la piazza immersi in un’atmosfera fuori dal tempo. Le origini sono di epoca romana, ma è durante il basso medioevo che il borgo venne riportato al funzionamento grazie all’arrivo di ordini monastici: fu area di pesca e di orti fino alla fine del Settecento; con l’arrivo dei Padri Armeni Mechitaristi nel 1889 si trasformò in un’isola di meditazione e preghiera. Acquistato dal Comune di Cavallino-Treporti nel 2004, rimane oggi una gemma preziosa che, come le altre precedentemente citate, sembra lanciarci una sfida: “sono qui, scoprimi!”
DI GIULIA BENI