Firmato a Milano, in occasione della 54^ Giornata della Terra, il patto per affrontare insieme le sfide ambientali contro l’inquinamento
È un patto che guarda al futuro, che si spinge oltre le barriere ideologiche, nel reale intento di fare squadra e provare insieme a dare un impulso finalmente decisivo per cambiare rotta sulle tante problematiche ambientali che affliggono le zone in cui si produce metà del Pil italiano, tra le aree geografiche più inquinate d’Europa.
Perché quello firmato dai sindaci delle città della Pianura Padana a Milano, in occasione dell’incontro tra i primi cittadini delle principali città del Nord Italia (capofila Milano, Venezia, Torino, Bologna e Treviso) in occasione della 54^ Giornata della Terra, non è un semplice documento.
È al tempo stesso un impegno e un invito alla riflessione per chi ha il potere di fare qualcosa, Europa compresa, per garantire ai 23 milioni di persone che vivono in queste zone il diritto di poter respirare aria non inquinata, ma poi anche di avere a disposizione acqua pulita, di vedere salvaguardato il territorio e applicata la migliore gestione dei rifiuti.
Le città cambiano aria
Giuseppe Sala, Luigi Brugnaro, Stefano Lo Russo, Matteo Lepore e Mario Conte (presidente anche di Anci Veneto e primo promotore dell’iniziativa insieme al milanese Sala) sono partiti dal problema più importante: lo smog. E, non a caso, il documento sottoscritto al Piccolo teatro Strehler di Milano, dove sono convogliati ben 2oo primi cittadini, si chiama “Patto dei sindaci per una Pianura Padana che respiri: le città cambiano aria”.
L’obiettivo sta nell’ affrontare il tema in maniera sinergica per evitare anche che l’applicazione di regole diverse a seconda delle diverse realtà possa vanificare l’obiettivo comune.
“Quello dell’inquinamento dell’aria è un tema urgente che va affrontato! Scienziati, medici, associazioni, sindaci, categorie e cittadini devono lavorare uniti per un patto sull’ambiente – ha rilevato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro -. Non vogliamo stare a guardare, intendiamo fare tutti la nostra parte per vincere questa battaglia!”
L’incontro a Milano, ha spiegato il sindaco di Treviso Mario Conte, “vuole solo essere l’inizio di un percorso finalizzato a uscire dalle dinamiche meramente locali”.
L’invito a istituzioni ed Europa
Proprio Brugnaro ha invece ricordato anche come non siano solo le Pubbliche Amministrazioni e gli altri soggetti coinvolti in queste tematiche direttamente nei territori di appartenenza a dover fare una riflessione sull’inquinamento in val Padana. Il tema, infatti, non è, secondo il sindaco di Venezia, neppure solo nazionale ma europeo.
È necessario -ha affermato – informare i cittadini su cosa comportano i cambiamenti legati alla transizione ecologica e, “senza prenderli in giro”, far capire che questa “ha bisogno di tempo per essere attuata”.
“Dobbiamo lavorare a soluzioni concrete e non a provvedimenti pensati solo per prendere voti, basandoci sui dati scientifici e non sulle ideologie. Quello dell’inquinamento è un tema che riguarda tutti”, è stato l’invito di Brugnaro agli altri sindaci, prima di allargare la prospettiva.
Di qui la richiesta alle istituzioni continentali a fornire un concreto sostegno ai cambiamenti attraverso lo stanziamento di finanziamenti mirati e la previsione di contributi economici specifici per chi attua misure volte alla transizione.
Per gli impegni assunti nel Patto, come la sostituzione delle vecchie caldaie, l’incentivazione dell’utilizzo del trasporto pubblico e di mezzi più sostenibili, la piantumazione di nuovi alberi, si stima occorrano infatti centinaia di milioni di euro.
Un commissario contro lo smog in Pianura Padana?
A confermare che, in Pianura Padana, servono interventi anche nell’immediato ci sono i dati dell’ultimo report di Legambiente sulla qualità dell’aria nelle città italiane.
Il Veneto, in particolare, è molto interessato dal tema dello smog, con ben 5 (Verona, Vicenza, Padova, Venezia e Treviso) capoluoghi tra i 7 della Pianura Padana risultati tra i primi 10 d’Italia che hanno fatto registrare i dati peggiori riguardo alle polveri sottili.
L’idea emersa a Milano è dunque di chiedere al Governo, insieme alla destinazione di più fondi, di prevedere la nomina di un commissario per affrontare concretamente l’emergenza-smog, da trattare quindi come una vera e propria calamità naturale.
“Bisogna considerare l’inquinamento atmosferico alla stessa stregua di un’alluvione”, ha sintetizzato il sindaco di Treviso Conte. E anche in questo caso si punta sul massimo coordinamento delle azioni, che devono essere più incisive rispetto a quelle messe in campo finora.
Come, per esempio, l’accordo di bacino padano che punta, attraverso la previsione di limitazioni alla circolazione dei veicoli, a contenere lo smog. L’applicazione non uniforme sull’intero territorio rischia infatti di vanificare l’efficacia concreta dei provvedimenti. E, per i sindaci, la strada da seguire è proprio la più vasta scala di coinvolgimento cui punta il patto.
Alberto Minazzi