Lo studio dello smalto dentale svela che i bambini medievali crescevano più lentamente, rivelando dettagli affascinanti sulle loro condizioni di vita e sull’evoluzione del nostro sviluppo infantile
Lo smalto dentale, quel sottile strato che riveste i denti e che ci protegge dai danni esterni, è molto più di un semplice “scudo” per la nostra bocca: è una vera e propria memoria storica.
Attraverso l’analisi microscopica dello smalto dei denti, i ricercatori possono infatti risalire non solo alle abitudini alimentari di una popolazione, ma anche ai tempi di crescita e alle condizioni di vita.
Questo è il cuore di un nuovo studio che, partendo dai denti da latte, ha permesso di scoprire alcune affascinanti informazioni sullo sviluppo dei bambini medievali italiani.
La crescita dei bambini nel Medioevo: più lenta di oggi
Un team di ricercatori della Sapienza Università di Roma, dell’Università di Bologna e dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha studiato i denti di bambini vissuti tra il VII e l’VIII secolo d.C. nella provincia di Mantova.
I risultati, pubblicati sulla rivista PLOS ONE, hanno rivelato che i bambini medievali crescevano più lentamente rispetto ai bambini europei moderni.
In particolare, lo smalto dei loro denti si formava a un ritmo significativamente più lento. Questo potrebbe riflettere le condizioni di vita di quel periodo, caratterizzato da dure sfide sociali, culturali e sanitarie.
Lo studio si è concentrato su 34 denti da latte provenienti dalle necropoli di Casalmoro e Guidizzolo, scavate negli anni ’90, e ha mostrato che non c’era alcuna differenza nei tempi di crescita tra i sessi.
Un dato curioso, considerando che oggi conosciamo molte differenze nel ritmo di sviluppo tra maschi e femmine.
L’importanza dello smalto: una finestra sul passato
Ma come è possibile ottenere queste informazioni dai denti?
La risposta sta nella struttura microscopica dello smalto. Quando i denti cominciano a formarsi durante la gravidanza, le microstrutture che compongono lo smalto sono molto sensibili alle condizioni ambientali e nutrizionali.
Così, esaminando queste microstrutture, i ricercatori possono tracciare il ritmo di crescita dei bambini nei primi anni di vita, fino a collegarsi addirittura alla salute materna. Lo smalto, quindi, è una sorta di “archivio biologico”, come lo definisce Stefano Benazzi, professore di Antropologia fisica all’Università di Bologna.
Non solo racconta la storia del singolo individuo, ma offre uno spunto per comprendere meglio le dinamiche sociali e sanitarie di un intero periodo storico.
Un’innovazione in bioarcheologia: determinare il sesso dai denti
Una delle novità più affascinanti dello studio è l’uso delle analisi proteomiche per determinare il sesso dei bambini medievali attraverso le proteine presenti nei denti.
Questo approccio innovativo consente di indagare differenze di crescita tra maschi e femmine anche in fase infantile, quando i tratti scheletrici non sono ancora distintivi. Un passo avanti che apre nuove porte alla bioarcheologia e alla comprensione dello sviluppo dei bambini in epoche remote.
Denti da latte: testimoni silenziosi di un passato lontano
Lo studio dei denti da latte non è solo una curiosità scientifica, ma un mezzo per comprendere fasi cruciali della vita umana, anche di quelle più antiche. Come sottolinea Alessia Nava, professoressa di Antropologia Fisica alla Sapienza, questo tipo di ricerca è stato fondamentale anche per studiare i Neanderthal, mostrando come i denti possano raccontare storie affascinanti anche di popolazioni ormai scomparse.