Dal modernissimo simulatore di guida 6-DOF per la formazione dei piloti allo sviluppo dei progetti di ricerca nel campo della dinamica del veicolo: di questo si occupa il Bhai Tech Advanced Vehicle Science Centre di Mestrino, centro tecnologico all’avanguardia
hi non ha mai provato ad emulare Michael Schumacher o Fernando Alonso davanti allo schermo di un pc o di una console alzi la mano. Certo, per essere piloti questo non basta. Oltre al talento serve una preparazione adeguata, per allenare il fisico a resistere alle sollecitazioni di un’auto lanciata a 300 km/h e per insegnare alla mente a mantenere il livello di concentrazione sempre al massimo. Oggi i piloti del futuro si formano a Padova grazie a Bhai Tech. Fondato nel 2011 da Ferdinando Bada, è un centro tecnologico all’avanguardia, con sede a Mestrino, dove oltre alla preparazione psicofisica dei migliori talenti internazionali dell’automobilismo, si pone attenzione allo sviluppo delle vetture da competizione.
Da dove nasce l’idea di “Bhai Tech”? «Io ho sempre lavorato nel mondo delle corse – spiega Ferdinando Bada – prima con un team di Formula 3000, poi in GP2. Abbiamo disputato alcune buone stagioni, lanciando piloti importanti come Davide Rigon, test driver della Ferrari, e Pastor Maldonado, oggi in Formula Uno e con il quale nel 2010 (con la Rapax, ndr) abbiamo vinto titolo piloti e costruttori. Fu allora che mi accorsi che in Europa non esisteva una struttura come la nostra per la preparazione psicofisica del pilota e abbiamo deciso di portare avanti questo progetto».
Che non si limita a formare piloti… «Esatto. Abbiamo anche un dipartimento per lo sviluppo dei progetti di ricerca nel campo della dinamica del veicolo, cui si dedicano 5 ingegneri provenienti da tutto il mondo. Con applicazioni che vanno al di là del solo aspetto sportivo. L’obiettivo è quello di dare ai nostri clienti gli strumenti per ridurre drasticamente i costi di produzione».
Quali sono oggi i vostri principali clienti? «Al momento abbiamo una partnership con McLaren, sia per lo sviluppo delle vetture di Formula Uno che per le auto da pista GT, categoria nella quale corriamo con un nostro team e auto McLaren MP4-12c che abbiamo sviluppato in casa».
Cuore tecnologico della Bhai Tech è il simulatore di guida 6-DOF, all’avanguardia per lo sviluppo del pilota e della vettura. A spiegarci le caratteristiche è Keith Parmar, Managing Director di Bhai Tech: «La zona riservata al simulatore è fisicamente separata dal resto della struttura, perché è molto rumoroso ma anche perché pilota, ingegneri e team hanno bisogno di rimanere perfettamente concentrati e al riparo da qualsiasi possibile distrazione. Nella sala regia vengono raccolti e registrati tutti i dati relativi alla simulazione in tempo reale, mentre dall’altra parte del vetro il pilota è da solo con il simulatore. La temperatura viene mantenuta bassa e costante per non far surriscaldare le attrezzature e per rendere ancora più realistica l’esperienza di guida. Spesso la temperatura in pista è rigida e il vento, purtroppo, non lo possiamo riprodurre».
Il simulatore, completamente circondato da cinque proiettori fuori bordo, si avvale di uno schermo curvo di 210° per 8 metri di diametro e 2,5 di altezza. Al pilota, seduto all’interno di un abitacolo che riproduce fedelmente quello di una vera e propria vettura da GP2, sembra di essere realmente in pista: «In molti simulatori – continua Parmar – è come se chi sta alla guida guardasse lo schermo di un televisore posto di fronte a sé. La sua visione periferica può essere disturbata e se guarda dietro non vede nulla. Qui, grazie allo schermo curvo e alla presenza di due specchietti retrovisori che riflettono le immagini di altrettanti monitor, la visione è a 360°. Quando il pilota guarda negli specchietti vede la pista ed è totalmente immerso nell’ambiente virtuale. Altre caratteristiche rivoluzionarie sono il sistema frenante e le cinture di sicurezze. Il freno è elettronico, ma la pedaliera ha un sistema idraulico e così quando il pilota preme il pedale ha la stessa sensazione che avrebbe su un auto reale. Lo stesso accade per le cinture: sul simulatore non sono fisicamente presenti ma grazie al sedile mobile se ne riesce a riprodurre la tensione sul corpo del pilota».
Su quali circuiti possono allenarsi i piloti? «Attualmente nel nostro database sono presenti numerosi circuiti del campionato di Formula Uno, tra cui Giappone, Bahrain e Singapore».
Quali sono le altre specifiche che rendono unico questo simulatore? «Oltre a quelle già descritte, sicuramente la “full motion base”, piattaforma a movimento integrale che riproduce fedelmente tutti i movimenti dell’auto. Al momento l’abitacolo è quello di un’auto con configurazione da GP2, ma è adattabile anche per World Series e GP3. Del resto, sono questi i profili su cui ci stiamo focalizzando, perché il nostro obiettivo è formare i piloti del futuro e quelli che corrono in tali categorie lo sono. Sono loro che all’apice del proprio percorso approderanno in Formula Uno. A breve, inoltre, essendo la piattaforma intercambiabile, potremo montare sul simulatore anche l’abitacolo di un’auto Gran Turismo, il che ci consentirà di lavorare anche sullo sviluppo delle normali auto in commercio».
Il Bhai Tech Advanced Vehicle Science Centre non si distingue solo per il suo simulatore, ma anche per essere un centro polifunzionale, dove ci si occupa di assistere il pilota e sviluppare le auto in maniera completa. La struttura ospita, infatti, anche un’officina per la fabbricazione dei componenti e un’area riservata al team di GP2, un dipartimento tecnico per lo sviluppo dei software, una palestra dove il pilota può seguire percorsi di preparazione fisica personalizzati, un’area relax dove ci si può rilassare ma anche seguire attraverso alcuni schermi le prove al simulatore e un Race Truck, che non è solo un mezzo di trasporto per le vetture, ma una vera e propria estensione dell’officina. Presto nascerà anche un laboratorio protetto con accesso limitato e controllato, dedicato allo sviluppo delle tecnologie.
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I PILOTI DEL FUTURO SI FORMANO A PADOVA
29 Giugno 2013