I ricercatori hanno rinvenuto la tomba del filosofo grazie alla lettura di mille nuove parole sulle pergamene carbonizzate dall’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo
Sono senza dubbio una fonte di preziose informazioni i più di 1.800 documenti ritrovati a Villa dei Papiri, a Ercolano (Napoli), già nel 1752 e che costituiscono l’unica biblioteca intatta mai conosciuta della storia antica.
Oggi questi importanti rotoli di papiri, conservati carbonizzati dal materiale vulcanico eruttato, attraverso l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia (mezzi sofisticati di diagnostica per immagini, quali la tomografia a coerenza ottica o l’imaging iperspettrale a infrarossi) e con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale stanno sempre più rivelando nuovi dettagli del passato risalente a oltre duemila anni fa.
I risultati di medio termine del progetto di ricerca “GreekSchools” condotto dall’Università di Pisa con il Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno portato ora a scoprire il luogo di sepoltura di Platone.
Tecnologie all’avanguardia per svelare l’antichità
Il suo corpo riposa nell’Accademia di Atene, in un giardino a lui riservato, un’area privata destinata alla scuola platonica, vicino al Museion o sacello sacro alle Muse.
La lettura dei Papiri ha consentito anche di far luce sulla sua schiavitù.
Finora si era creduto infatti che Platone fosse stato venduto come schiavo nel 387 a.C. in Sicilia alla corte di Dioniso I di Siracusa.
Non è così. Secondo i documenti esaminati fu invece venduto come schiavo sull’isola di Egina già forse nel 404 a.C. quando gli Spartani conquistarono l’isola o al più tardi nel 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate.
L’ultima notte di Platone e la corruzione dell’oracolo di Delfi
I testi raccontano anche dell’ultima notte di Platone.
Secondo la scoperta del team di ricercatori guidati guidato dal papirologo Graziano Ranocchia, docente dell’Università di Pisa, per allietare le ultime ore del filosofo sul punto di morte ad Atene, tra il 348 e il 347 a.C., fu ingaggiata una suonatrice di flauto originaria della Tracia la cui musica non piacque a Platone che ne criticò lo scarso senso del ritmo. Le ultime letture forniscono anche un quadro nuovo delle circostanze della corruzione dell’oracolo di Delfi da parte del filosofo accademico Eraclide Pontico. Inoltre viene corretto il nome di Filone di Larissa, allievo del grammatico Apollodoro di Atene e dello stoico Mnesarco, morto a 63 anni per una pandemia influenzale in Italia, in Filione.
I papiri che riscrivono la storia
Gli ultimi studi aumentano di circa il 30% la leggibilità dei papiri, il cui valore è inestimabile.
Cinquecento dei 1.800 totali sono carbonizzati, ma i restanti, nonostante gli strati multipli, possono ora essere riletti, aiutandoci a ricostruire la storia.
Nei secoli molti sono stati srotolati con una tecnica meccanica e questo ha provocato la dislocazione di interi frammenti di testo che devono perciò essere riscostruiti e ricollocati nella loro posizione originaria.
Silvia Bolognini