Dall’azienda alla politica una via per l’Italia. Uno sguardo su Venezia, sull’Italia e sul mondo.
E’ un uomo di successo.
Su questo, non si può disquisire.
E nella vita ha fatto di tutto: dal dipintore di cancelli, quand’era ragazzino, al venditore di pentole durante l’università, dall’architetto dopo essersi laureato allo Iuav di Venezia al piccolo imprenditore. Fino a diventare il patron di Umana, di Reyer e di una costellazione di altre fortunate aziende.
E’ stato a capo di Confindustria Venezia e Rovigo e ora, dopo esser stato eletto per due volte sindaco di Venezia e indicato da Governance Poll 2022 di Noto Sondaggi per il Sole 24 Ore come il sindaco più amato dagli italiani, è a capo di Coraggio Italia, partito che si presenta alle politiche con la lista “Noi Moderati” insieme a Udc, Noi con l’Italia e Italia al Centro.
Luigi Bugnaro non ha bisogno di molte presentazioni.
Ma ad andare a sviscerare le dinamiche che lo hanno portato a scalare il successo, a scoprire le sue origini, le vicissitudini della sua vita e a raccontare i retroscena che hanno fatto da sfondo a momenti cardine del suo impegno politico, è ora un libro-intervista scritto dal giornalista Stefano Lorenzetto dal titolo “Ci giudicheranno i bambini. Dall’azienda alla politica una via per l’Italia”.
Le origini, la famiglia, gli affetti, la politica
Il libro è frutto di lunghe chiacchierate iniziate molto prima, i cui tempi sono stati scanditi dalla durata di sigari da 45 minuti, e organizzate nella struttura del libro in sei capitoli: Le origini, la famiglia, gli affetti; Gli studi, il lavoro, lo sport; La politica; L’impegno per Venezia; Coraggio Italia e L’Italia e il mondo.
“Questa intervista sotto forma di libro è cominciata così – scrive nella sua introduzione Stefano Lorenzetto – da una mia domanda, molto diretta, al sindaco di Venezia e leader di Coraggio Italia: mi scusi, ma lei per caso soffre di prosopoagnosia?” (incapacità di riconoscere persone note in base alla loro fisionomia ndr)
“E’ vero, ha ragione – ha risposto Brugnaro – non sono un esperto di fisionomia e la faccenda mi mette parecchio a disagio, perché a volte incontro qualcuno per strada che mi dice: “sindaco, indovina chi sono”. Io mi metto a ridere e gli rispondo: lassa star, dimelo ti. (….) Però ho sempre avuto ben presenti i valori. Quelli li riconosco a colpo d’occhio”.
Ecco, valori sono i bambini, anche si tratta di politica. O soprattutto se si tratta di politica.
“Ci giudicheranno loro”, dice spesso Brugnaro al termine dei suoi discorsi pubblici, con convinzione.
Loro che non sanno e non chiedono cosa si stia facendo, che si perdono nei loro giochi fiduciosi, perché non hanno motivo di dubitare che l’altra parte del mondo, quella degli adulti, stia operando al meglio per garantire un futuro migliore.
Non sanno che non sempre gli adulti hanno una vista lunga.
Politica della visione, etica politica
“Serve una politica di visione”, ha infatti spesso ribadito Brugnaro. Serve pensare a quello che succederà da qui a 30, 40, 50 anni se vogliamo dare ai nostri figli le stesse opportunità che abbiamo avuto noi”.
Ma quella politica di visione Luigi Brugnaro non l’ha trovata.
“Non credo più ai partiti tradizionali – spiega nell’intervista di Stefano Lorenzetto – Penso che esista un elettorato vasto ma sottostimato, formato da una massa di persone come me, che lavorano, producono, mandano avanti il Paese e non si arrendono alle mafie, alle prepotenze, al malaffare. Gente che soffre, ma non si rassegna. Gente che ha provato a farsi sentire attraverso Silvio Berlusconi, poi con Matteo Renzi e ancora con Beppe Grillo”.
Brugnaro con loro.
Prima di fondare Coraggio Italia, che cosa ha votato?, chiede il giornalista.
“Di tutto, tranne gli estremismi – risponde Brugnaro – Mi sono sempre interessato alla politica, lo ritengo un dovere civico. Di volta in volta, ho sostenuto chi mi convinceva di più, senza preclusioni. Non ho mai avuto una tessera politica in tutta la mia vita. Quella di Coraggio Italia è la prima”.
Brugnaro: “Fare e fare bene”
Ma perché Coraggio Italia?
“Perché il coraggio è il valore che accomuna le persone alle quali mi rivolgo. E’ un valore ben radicato in Italia, il coraggio. Il coraggio di vivere, di essere positivi, di fare le cose e di farle bene. Se non le facciamo, a pagarne le spese saranno i bambini che non sono ancora nati”.
“Lei dichiara di non essere né di destra né di sinistra – incalza il giornalista – Non è una formula che ricorda né carne né pesce?
Non secondo il primo cittadino di Venezia, che ricorda come la realtà sia “talmente magmatica, direi liquida, che la carta vincente potrebbe essere il saper coglier velocemente le situazioni economiche e sociali che oggigiorno mutano così in fretta. La flessibilità – continua Brugnaro – non è essere deboli ma reattivi, attenti a ciò che succede. Prenda i cambiamenti climatici. Dobbiamo combatterli, certamente, ma dobbiamo anche cominciare ad attrezzarci con immediate opere infrastrutturali ed energetiche che adeguino il territorio e la vita delle persone. Chi si adatta prima, vince. Charles Darwin docet: le specie estinte sono quelle che non si sono adattate”.
“Venezia resisterà altri mille e passa anni”
Vale anche per Venezia, che ora conta nel suo centro storico (in realtà si tratta di un conteggio parziale, che non prende in considerazione le isole) 50 mila abitanti?
Secondo il suo sindaco sì e lui, che pur essendo il fondatore di Coraggio Italia, non è candidato, resterà nel suo ufficio a Ca’ Farsetti a misurare la veridicità di quel che pensa.
“Questa idea del decadimento di Venezia non è nuova, parte da Thomas Mann e arriva fino a Francesco Guccini, che cantò la morte sia di Dio sia di Venezia. Mi pare che entrambi – Dio e Venezia, intendo- siano ancora in salute. La paura di perdere le cose più belle alle quali teniamo ci stimola a fare di tutto per conservarle. In ogni caso, nessuna paura: Venezia resisterà altri mille e passa anni”:
E l’Italia? “In questo momento –rileva Brugnaro – ci troviamo a un bivio. Dobbiamo tutti renderci conto che ognuno deve fare qualcosa per il Paese, non soltanto chiedere. Fare il proprio dovere, lavorare con perizia e con passione”.
Consuelo Terrin