La storia e le caratteristiche delle fortificazioni costruite nella terraferma veneziana
a partite dal XIX secolo. Edifici oggi smilitarizzati, che riscuotono
grande interesse e che sono meta
di escursioni e visite
Spesso si è abituati a considerare l’importanza storico-culturale dell’area veneziana solo facendo riferimento alla città di Venezia. In realtà anche la terraferma mestrina può rivelarsi ricca di opere d’interesse storico. Un esempio ci viene dato dai Forti del Campo Trincerato di Mestre.
La costruzione del campo trincerato fu av-viata dagli Austriaci a partire dai primi anni del XIX secolo e completata dai Francesi durante l’occupazione napoleonica. All’epoca Venezia era già abbastanza protetta sul fronte adriatico; il problema si evidenziava sul fronte terrestre, praticamente scoperto, che rendeva estremamente vulnerabile la città. Venne allora pro-gettato un “arco” di forti da Malcontenta a Tessera per un controllo completo del territorio.
Forte Marghera (1) è il principale ed il più antico, costruito nel borgo di Marghera sul canal Salso. La sua struttura, tipica delle fortificazioni poligonali dell’Ottocento, aveva sia lo scopo di impedire l’accesso alla laguna che di contenere un’armata per il controllo della terraferma. Verso la fine del XIX secolo iniziò la costruzione di altri tre forti della cintura mestrina detti forti di “prima generazione”: Forte Brendole (oggi Gazzera), Forte Carpendo e Forte Tron.
Il Forte Gazzera (2) fu costruito nel 1883, tra il fiume Marzenego e il Rio Dosa. In un’area complessiva di 15 ettari il forte venne ideato, secondo la tipologia delle opere del progettista svizzero Salis Soglio, realizzatore delle fortificazioni austriache di fine Ottocento.
Forte Carpenedo (3), al centro del bosco omonimo, si differenzia da forte Gazzera per le due polveriere nel traversone centrale anzichè nel fianco dell’edificio.
Il Forte Tron (4), gemello del Carpenedo, venne costruito a Sabbioni, in terreni compresi nei comuni di Gambarare, Oriago e Chirignago. A questi si aggiunsero i forti di “ultima generazione” nella parte più esterna: Forte Cosenz, Forte Mezzaca-po, Forte Pepe, Forte Poerio, Forte Rossarol, Forte Sirtori e la polveriera Bazzera.
Il Forte Cosenz (5) si trova su un’ansa del fiume Dese, tra Favaro Veneto e Dese; era armato con quattro cannoni in cupola e due laterali. Controllava principalmente la linea ferroviaria verso Trieste.
Forte Mezzacapo (6), costruito nel 1911 in località Gatta, invece, controllava principalmente la strada per Treviso e la ferrovia per Udine. Sviluppato su poco meno di 11 ettari, aveva sei postazioni in pozzo con cannoni e quattro mitragliere a scomparsa. Collocato ai margini della Valle Pagliaga.
Forte Pepe (7) era la punta avanzata dello schieramento mestrino: si ergeva su un terreno paludoso, scoperto, racchiuso dall’ansa che il Dese descrive a sud di Altino prima di raggiungere il “canale dell’Usellino”.
Forte Poerio (8), in località Ponte Damo, poco a nord di Gambarare e vicino al Naviglio Brenta, è il forte che chiude il fronte sud del campo trincerato.
Forte Rossarol (1907) (9) ha una struttura unica e diversa da quella degli altri forti di inizio Novecento. Costruito su due piani, era dotato di quattro pozzi con mitragliatrice che spuntavano in mezzo al terrapieno frontale.
Forte Sirtori (10), costruito nel 1911 nei pressi di via Miranese a controllo delle linee ferroviarie della Valsugana e Padova, era armato con quattro cannoni installati in pozzo, girevoli su 360 gradi e protetti da cupole corazzate. Con lo scoppio della Grande Guerra tutte queste fortificazioni si dimostrarono inadeguate e furono disarmate per portare gli armamenti al fronte. Da allora i forti sono sempre stati utilizzati come depositi di munizioni fino al loro definitivo abbandono.
Fortunatamente all’inizio degli anni Novanta queste opere d’interesse storico furono salvate dalla loro sorte. Oggi i Forti di Mestre sono in buono stato, visitabili e fruibili: si raggiungono facilmente, anche con piacevoli piste ciclabili, e permettono al visitatore di entrare in una realtà storica e naturalistica di pregio. I Forti, infatti, sono siti in aree non contaminate dallo sviluppo edilizio cittadino: questi ambienti lagunari, fluviali o boschivi costituiscono un sistema dove è possibile trovare specie sia di flora che di fauna locali in via di estinzione. Forte Tron (4), ad esempio, è un’area di notevole importanza per la sosta e l’alimentazione dell’avifauna migratrice e svernante. Esiste, quindi, un dato estremamente positivo: il recupero di questi beni è stato possibile soprattutto grazie all’intervento di alcuni gruppi di cittadini che, in collaborazione con il Comune di Venezia, crearono associazioni o enti per un monitoraggio e una salvaguardia dell’ambiente dei Forti che continuano tuttora.