Migliaia di esemplari sono stati avvistati sulle acque tra il Ponte della Libertà e Murano
Sembra proprio che ai cormorani piaccia Venezia. Capita infatti sempre più spesso di vederli volare in stormi numerosi sulla laguna, in molti casi vicino al centro storico. Sono uccelli di grandi dimensioni, con la testa, il collo e il corpo di colore scuro e un becco robusto a forma di uncino che permette loro di trattenere le prede più scivolose. In particolare in questi giorni se ne sono visti tantissimi sorvolare le acque tra il Ponte della Libertà e Murano.
“La massiccia presenza di cormorani nulla ha di particolarmente strano – spiega Mauro Bon responsabile Ricerca e divulgazione scientifica del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue di Venezia -. Il cormorano è una specie gregaria, in inverno si raduna in gruppi molto numerosi. Aggregazioni diurne particolari si verificano solo nel caso di grandi concentrazioni di prede, ad esempio la presenza di grossi branchi di pesce, come probabilmente è accaduto”.
Una specie in aumento a Venezia, i nemici di allevatori di pesce e pescatori
“Va tuttavia rilevato – prosegue Mauro Bon – che la presenza di cormorani in laguna è aumentata. Sono uccelli migratori che a partire dagli anni ’80 del Novecento da rari sono diventati sempre più numerosi, anche in conseguenza dell’aumento delle popolazioni nord-Europee e se prima erano presenti solo come svernanti, successivamente lo sono diventati anche come nidificanti. Tanto che in provincia di Venezia erano meno di duemila nel 1993, ora invece in inverno le più recenti stime ne contano oltre 8 mila”.
La prima nidificazione è stata osservata in Val Figheri a Campagna Lupia (Ve) nel 1997 con 7 nidi, attualmente si stimano 250 coppie in tutta la provincia.
I cormorani mangiano un po’ tutti i tipi di pesce, circa 10 kg al mese, 300 grammi circa al giorno. Puntano le prede dopo aver sorvolato un po’ le acque e poi, tuffandosi con grande velocità, le catturano con il loro becco uncinato.
Raduni visibili la mattina presto e la sera all’imbrunire
Vivono aggregandosi in colonie e, soprattutto nei mesi invernali, si raggruppano in zone umide o lungo i fiumi.
Possono cercare il cibo anche a una decina di chilometri dai luoghi scelti per il riposo notturno: le loro ali consentono infatti lunghi spostamenti.
“Le aggregazioni – precisa Mauro Bon – si osservano la mattina presto e la sera all’imbrunire. I cormorani trascorrono la notte in dormitori, tecnicamente detti roost, localizzati nelle valli da pesca, nel caso veneziano nella laguna Nord, dove trovano zone alberate vicino all’acqua. Si tratta quindi di veri e propri raduni per trascorrere la notte o la mattina in partenza verso le zone di alimentazione dove poi si disperdono. E’ normale che si verifichino avvistamenti così massicci di cormorani per le loro abitudini, a Venezia se ne è fatto più caso perché erano particolarmente vicini al centro storico”.
L’identikit del cormorano
Il cormorano comune, nome scientifico Phalacrocoras Carbo, è un uccello acquatico, una sorta di corvo dei mari, che vive in tutti i continenti tranne in America meridionale.
In Europa nidifica dalla Norvegia settentrionale al bacino del Mediterraneo. Preferisce i mari riparati evitando le acque profonde anche prossime alla terraferma e si allontana raramente dalle rive.
In Italia un tempo le colonie nidificanti si trovavano in Sardegna e Vallesanta (Fe) mentre oggi sono distribuite in diverse aree del territorio. Luoghi di passo e svernamento sono ormai tutte le acque interne, le coste, gli stagni costieri, le valli da pesca dal livello del mare fino alla media montagna. In particolare la concentrazione è nel delta del Po e nelle lagune venete.
“Una loro caratteristica – conclude Mauro Bon – è di essere particolarmente adatti al nuoto subacqueo. In particolare sono privi della ghiandola dell’uropigio che permette agli uccelli di rendere impermeabile il piumaggio. Per questo motivo, quando emergono non riescono a prendere il volo immediatamente, ma devono asciugarsi aprendo le ali nella caratteristica posizione in cui li possiamo osservare. Altre presenze insolite a Venezia? Gli ibis sacri, ma questa è tutta un’altra storia”.
Silvia Bolognini