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I bambini? Capiscono gli altri già a 3 anni

I bambini? Capiscono gli altri già a 3 anni

La scoperta di un team di ricercatori dell’Università di Parma e della cattolica di Milano: merito dei neuroni-specchio

Già a partire dal terzo anno di età, i bambini sono in grado di capire gli altri. Una capacità che si deve ai neuroni-specchio, una sofisticata architettura neurofunzionale che permette di spiegare fisiologicamente la nostra capacità di porci in relazione con gli altri ed è attiva proprio a partire dai 3 anni.

Lo rivela uno studio italiano svolto congiuntamente da ricercatori dell’Università di Parma e della Cattolica Campus di Milano e pubblicato sulla rivista scientifica “Pnas”.

Lo studio

In pratica, grazie ai neuroni-specchio è possibile capire le intenzioni degli altri velocemente e poi comportarsi di conseguenza. Quando osserviamo un nostro simile compiere un particolare gesto si attivano nel nostro cervello gli stessi neuroni che entrano in gioco nel momento in cui noi stessi compiamo quell’azione.

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Partendo da qui, i ricercatori hanno misurato la capacità dei bambini in età prescolare di comprendere l’intento di una catena di azioni. Lo hanno fatto attraverso la misurazione del muscolo miloioideo, un muscolo appiattito, quadrilatero, che forma il movimento della bocca e ha una grande importanza nel primo tempo della deglutizione, coinvolto nella sua apertura mentre si afferra un boccone di cibo da mangiare o un pezzo di carta da mettere in un contenitore.

E’ stato osservato che quando si afferrava il cibo questo si attivava diversi millisecondi prima del completamento dell’azione mentre non si attivava nel momento in cui si prendeva la carta. Lo stesso si verificava quando i piccoli guardavano uno sperimentatore eseguire le medesime prese: il muscolo entrava in funzione durante l’osservazione del compito di afferrare per mangiare.

Cosa sono e come agiscono i neuroni-specchio

I neuroni-specchio sono un tipo di neuroni scoperti nel 1992 da Giacomo Rizzolatti dell’Università degli Studi di Parma. Come spiega Antonella Marchetti, direttrice del Dipartimento di Psicologia della Cattolica, la base cerebrale della capacità di immedesimarsi negli altri è appunto costituita da questi neuroni.

Sono stati chiamati neuroni-specchio perché si attivano non solo quando l’azione è eseguita, ma anche quando viene osservata. In pratica questi neuroni rappresentano i mattoncini sui quali si costruirà. Se si tratta di azioni benevole ci aiutano ad attivare i processi di ordine cognitivo superiore che ci portano a decidere di cooperare, nel caso siano minacciose a prendere le adeguate contromisure.

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Un aiuto per la diagnosi di autismo

Lo studio ha permesso di scoprire che l’attivazione del muscolo miloioideo a 3 anni è più lenta rispetto a quella di bambini in età 6-9. Questi risultati suggeriscono che la comprensione delle intenzioni motorie altrui è una capacità in via di sviluppo nei bambini in età prescolare.

Antonella Marchetti sottolinea anche l’importanza della scoperta, in quanto apre la strada verso la valutazione strumentale psicofisica di un eventuale deficit di comprensione delle intenzioni e di possibile compromissione di precursori fondamentali per lo sviluppo di competenze sociali. Un passo avanti quindi in ottica di diagnosi precoce di bambini con disturbo dello spettro autistico.

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Tag:  bambini, ricerca