Si è conclusa domenica 3 ottobre, nell’incantevole cornice del Teatro Toniolo, la quarta edizione di Hybrid Music Contest, la rassegna musicale promossa dal Comune di Venezia con lo scopo di promuovere i giovani talenti musicali provenienti da tutto il Veneto e di cui Metropolitano è stato media partner per la seconda edizione.
Ospiti della serata i Melancholia, band rivelazione di X-Factor 2020 e amati dai giovanissimi.
Acclamati vincitori di questa edizione sono stati il venticinquenne Iako per la categoria solisti e il duo Trust The Mask per la categoria band.
Anche per questa edizione, il compito della giuria è stato particolarmente arduo: tra sonorità insolite con sfumature di elettronica e trap, non sono mancati i grandi classici con chitarra e voce che hanno conquistato i nostalgici della musica leggera, senza dimenticare sfumature moderne e tematiche impegnate.
Iako: un progetto coinvolgente e innovativo
A convincere per il “sì” decisivo la giuria è stato Iako (nome d’arte di Jacopo Rossetto, classe 1995) con il suo progetto elettronico con tanto di musicisti al seguito. “C’era un po’ di preoccupazione all’inizio, soprattutto per i metodi di valutazione della giuria che doveva portare in finale una band e un solista -confessa Iako – Ma ero davvero carico e volevo mostrare il mio progetto: questa è stata la prima volta in scena con la band”.
Il contest è stato così un essenziale banco di prova per mostrare quanto effettivamente la ricerca fatta in studio potesse essere apprezzata dal pubblico. “Non io, ma un progetto – sottolinea Iako – che ha anche l’ambizione di creare una rete con altri artisti: i capi indossati in scena sono stati realizzati da un amico che studia moda e più avanti si potrà pensare ad altre collaborazioni con ballerini e artisti in senso ampio. La profonda sensibilità e il carattere introspettivo di Iako racchiudono la dolcezza di chi crede ancora nell’arte come strumento per parlare di emozioni in senso puro.
Trust The Mask
Per la categoria band, a conquistare il primo posto sono state le giovanissime Elisa Dal Bianco e Vittoria Cavedon.
Un duo experimental pop sofisticato che ha saputo regalare un elegante connubio tra basi elettroniche e voci sensuali, in un accordo minimalista che non scade mai nella banalità ma anzi richiama territori ancora inesplorati del genere pop.
Particolarmente apprezzata dalla giuria l’idea di inserire un brano dedicato alla Terra, una sorta di preghiera di ringraziamento per il nostro pianeta sconvolto dalla pandemia ma comunque in grado di rinascere.
Le menzioni d’onore
Non un secondo posto ma una menzione d’onore meritatissima è stata assegnata ai Biopsy O Boutique, che hanno scosso il teatro con la loro presenza scenica e la voce penetrante del frontman.
Il rock blues viscerale e a tratti oscuro della band affronta tematiche profonde come in “Rats”, brano che racconta la metamorfosi negativa del genere umano e il rischio di trasformarci in bestie (ratti, appunto) capaci di divorare i loro simili.
Una seconda menzione d’onore è andata anche al giovanissimo solista Molins che si distingue per l”H-Factor”: il fattore Hybrid che distingue il cantautore e vuole incoraggiarlo nella sua ricerca artistica e spingerlo a raffinare il talento che già si intravede nei testi sarcastici e divertenti.
L’ardua prova dei giurati
Se per i finalisti la sfida è stata quella di infiammare il pubblico in appena quindici minuti, con due o più brani a loro scelta, per i giurati l’ardua prova è stata quella di valutare, tra i tanti veri talenti in gara, qualità compositiva, originalità ed esecuzione di ognuno con un punteggio da 0 a 6.
A comporre la giuria sono stati Beatrice Goldoni, curatrice del progetto per il Comune di Venezia, Marco Castelli (sassofonista, compositore, produttore e direttore di Big Band) Giovanni Boscariol, nel ruolo di presidente di giuria (ma già tastierista e compositore, arrangiatore e produttore mestrino che ha già collaborato con Patty Pravo, Eros Ramazzotti e Nek), Matteo Marcon, (giornalista e promotore di Summer Nite Love Festival a Mogliano oltre che fondatore dell’associazione Veneto Contemporaneo), e infine Elisa Bologna, (giornalista e rappresentante di Metropolitano.it).
Una dura lotta per la vittoria
Per la categoria solisti, a contendere a Iako il titolo di vincitore sono stati Carlotta Zentilini e Riff Green.
Carlotta Zentilini ha meritato le finali per la sua presenza scenica composta e raffinata che rispecchia sonorità gradevoli ma incisive, pur nella loro morbidezza. E per la semplicità di chitarra e voce, che conducono per mano l’ascoltatore verso una ricerca introspettiva accurata ed elegante.
Riff Green, con la morbidezza e il fascino senza tempo di un abito nero, ha cantato, classico e profondo, momenti di vita vissuta realmente o immaginata, senza perdere l’occasione di dialogare con il pubblico.
Non ce l’hanno fatta ma si sono rivelati una piacevole riscoperta i Cedes Crush che, dopo aver gareggiato lo scorso anno, hanno tentato nuovamente la scalata verso la vittoria.