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Hugin: un sottomarino svelerà i segreti sommersi dei Campi Flegrei

Hugin: un sottomarino svelerà i segreti sommersi dei Campi Flegrei

Il veicolo altamente tecnologico sarà impiegato nel Golfo di Napoli per studiare le faglie, le fumarole subacquee e analizzare le emissioni di gas

Hugin è un sottomarino che viaggia senza pilota, lungo cinque metri e capace di raggiungere profondità fino a tremila metri. E’ stato acquistato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn grazie a fondi del Pnrr e darà il suo significativo contributo al monitoraggio della caldera sommersa dei Campi Flegrei.
Uno strumento all’avanguardia grazie al quale sarà possibile ottenere una visione dettagliata della conformazione sommersa della caldera che finora si basava solo su modelli teorici.

Operativo nel mese di maggio

Il progetto si inserisce in un contesto più ampio di potenziamento delle strutture di monitoraggio nella zona e si aggiunge all’intervento del maggio 2024. In quel periodo L’istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia INGV aveva installato una nuova stazione multiparametrica nella “Secca delle Fumose”, un’area del Golfo di Pozzuoli caratterizzata da intense emissioni idrotermali. Questa stazione consente il monitoraggio continuo della temperatura delle emissioni, della concentrazione di CO2 disciolta e delle correnti marine, offrendo dati fondamentali per la valutazione dell’energia associata al degassamento sottomarino. Il sottomarino Hugin, dotato di sonar avanzati, fotocamere e sensori, entrerà in funzione con le sue prime missioni nel mese di maggio, dopo che saranno ultimati i lavori di preparazione della nave appoggio e l’installazione degli strumenti necessari per lo svolgimento dei suoi compiti.

Cosa farà Hugin

Hugin supporterà la ricerca scientifica permettendo di raccogliere dati diretti su faglie, fumarole e emissioni di gas, supportando la ricerca scientifica in un’area ad alta complessità geologica.
Particolare attenzione sarà dedicata ai sensori chimici per misurare la concentrazione di gas come CO2 e metano. In questo modo i ricercatori potranno avere a disposizione dati essenziali per meglio comprendere l’attività vulcanica sottomarina. Il territorio dei campi Flegrei è sottoposto al fenomeno del bradisismo, un respiro vulcanico che comporta l’alternanza di innalzamento e abbassamento del suolo in corrispondenza dell’area calderica.

Il sistema magmatico esplorato fino a profondità mai raggiunte in precedenza

In attesa che Hugin diventi operativo, una nuova tomografia magnetotellurica tridimensionale ha fornito un’immagine della struttura interna della Caldera dei campi Flegrei fino a 20 km di profondità, soglia che finora mai era stata raggiunta. Lo studio, condotto da un team di ricercato INGV in collaborazione con l’Università di Oxford, il Trinity College di Dublino e l’Università di Monaco di Baviera e pubblicato sulla rivista Nature Communications Earth & Environment ha permesso di avere nuove immagini dettagliate del sistema magmatico presente al di sotto della Caldera, il sistema vulcanico situato a Nord-ovest della città di Napoli.

La Magnetotelluria MT è una metodologia geofisica che misura le variazioni naturali dei campi elettrici e magnetici per ricostruire la resistività elettrica, un parametro fisico del sottosuolo molto sensibile alla presenza di fluidi di diversa natura, inclusi quelli magmatici. Grazie all’inversione 3D di dati elettromagnetici, il team di esperti è risuscito a identificare zone di accumulo e trasferimento del magma. I risultati mostrano zone compatibili con la presenza di materiale parzialmente fuso corrispondente a volumi con bassa resistività elettrica e canali di risalita che potrebbero facilitare il trasferimento di magma e gas attraverso la crosta.

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