La Russia ha schierato questi cetacei in difesa delle navi nel porto di Sebastopoli
L’US Naval Institute, l’Istituto Navale degli Stati Uniti, in un tweet mostra un’immagine satellitare dove si vedono all’imbocco del porto di Sebastopoli, in Crimea, due recinti per i delfini.
E’ qui che si trova la principale base navale russa nel Mar Nero e proprio qui entrano in azione i cetacei addestrati per operazioni militari.
Nel porto sono ancorate le grandi imbarcazioni militari potenzialmente a rischio sul fronte degli attacchi sottomarini.
Proprio per questo ora i russi schierano sul campo i delfini, in grado di offrire una valido supporto nella sorveglianza subacquea e nel contrasto di eventuali minacce.
I delfini “arruolati” nella marina russa
Sorvegliano il fondale, individuano possibili minacce e la presenza di mine, resistono alle condizioni meteomarine avverse.
«I delfini, e come loro altri piccoli cetacei – spiega Luca Mizzan, biologo marino direttore del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue di Venezia – sono animali intelligenti che senza problemi possono prestarsi a questo impiego. Così come si addestrano per spettacoli e attività ludiche, sono perfettamente in grado di recepire l’addestramento militare per riconoscere possibili pericoli. Oggi con la strumentazione elettronica per la sicurezza è tutto più semplice rispetto al passato ma questi “ cetacei militari” possono comunque dare un valido contributo difensivo contro le minacce che arrivano dal mare. D’altra parte proprio per le loro caratteristiche già negli anni ’60 l’addestramento militare di delfini e leoni marini fu sperimentato dalla Marina degli Stati Uniti. Inizialmente erano utilizzati contro gli incursori, poi per i campi minati e altre operazioni che tuttavia sono coperte da segreto militare e delle quali quindi poco si sa».
Abili individuatori di mine e pericoli dal mare
«In primis i delfini ma anche altri piccoli cetacei – continua Luca Mizzan – sono dotati di un sistema radar particolarmente sviluppato che permette loro di intercettare mine navali e ordigni esplosivi quando opportunamente addestrati per individuare questi oggetti. Possono essere anche addestrati per trasportare esplosivi e all’occorrenza essere equipaggiati con incursori o dispositivi che disturbano le telecomunicazioni nemiche».
Per questo la Russia ora li schiera all’ingresso del porto in Crimea.
Proprio vicino a Sebastopoli, nel 1965, la Marina Sovietica aprì un centro di ricerca sull’addestramento militare dei delfini, leoni marini e balene. In epoca sovietica e post-sovietica faceva parte della corsa agli armamenti durante la Guerra fredda. Dopo la caduta dell’URSS, l’Ucraina recuperò il programma militare sovietico sui mammiferi marini. Dopo un periodo di abbandono, il centro fu ristabilito nel 2012 ed è tornato alla Russia durante la crisi della Crimea del 2014.
Gli USA invece, nel programma US Navy Mammal, addestrano delfini e leoni marini nel centro con sede a San Diego, in California dal 2007.
Un analogo programma di addestramento è stato fatto anche da Israele e dalla Nord Corea.
Nel nord artico i russi si sono specializzati anche nelle esercitazioni con altri mammiferi marini come balene, foche e beluga, adatti ad affrontare le gelide temperature di quelle zone.
L’addestramento militare dei cetacei
L’addestramento militare dei delfini e dei leoni marini non è del tutto chiaro essendo segreto militare, anche se segue più o meno lo schema di quello usato per i cani poliziotto.
Uno staff di veterinari, tecnici e biologi marini altamente qualificati si prende cura di loro ed è a disposizione durante il percorso formativo 24 ore su 24 per qualsiasi necessità.
Una particolare attenzione è riservata al mantenimento del loro buon stato di salute anche attraverso l’alimentazione adeguata, controlli fisici e monitoraggi continui.
I delfini, in particolare, si dimostrano molto efficaci nel loro ruolo “militare” vicino alla costa rispetto ai droni subacquei che possono risultare suscettibili al rumore causato dalle onde e dalle navi. I leoni marini hanno una vista formidabile, sono anche anfibi e la US Navy li addestra per recuperare attrezzature smarrite e ordigni disarmati, oltre a soccorrere navigatori in difficoltà.
Silvia Bolognini