Il messaggio dell’ambasciatore Massari: “Hamas non rappresenta il popolo palestinese”
Riconoscere il “diritto di Israele alla propria difesa nel rispetto del diritto internazionale, dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario” non significa negare l’invio di aiuti a Gaza. Anche perché Hamas “non rappresenta il popolo palestinese”.
È questa, in sostanza, la posizione sulla guerra in atto in Israele espressa dall’Italia attraverso il messaggio letto dall’ambasciatore Maurizio Massari al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Massari ha anche invocato un “immediato rilascio degli ostaggi”.
E ha rilanciato sulla soluzione “due popoli, due Stati” come quella da adottare sul piano politico per tentare di chiudere la questione mai risolta Israele Palestina.
Israele Palestina: il timore di un allargamento del conflitto
Il principale timore dell’Italia è intanto quello che il conflitto possa allargare i suoi confini attraverso un’escalation che arrivi a coinvolgere altri Paesi del Medio Oriente vicini al cuore degli scontri. Al riguardo si è espressa anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “Dobbiamo essere consapevoli – ha affermato la premier in occasione delle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio Europeo, in cui ha sottolineato anche la necessità di un lavoro comune – degli schieramenti in campo. C’è chi lavora ad un processo di normalizzazione e chi ha interesse ad alimentare lo scontro. Accade nel mondo arabo e anche al di fuori”.
Nessuna causa può giustificare il terrorismo
Ribadendo poi che “nessuna causa potrà mai giustificare il terrorismo” e confermando la convinzione sulla necessità dello stop del trattato di Schengen e del ripristino dei controlli ai confini con la Slovenia (“l’intelligence conferma che dalla rotta balcanica possono arrivare per noi i maggiori rischi: questa è la ragione che ha spinto il Governo ad agire tempestivamente”), Meloni ai senatori ha quindi ripreso l’idea espressa alle Nazioni Unite dall’ambasciatore italiano dell’adozione di una soluzione strutturale che passi attraverso una precisa definizione dei territori di Israele e Palestina.
Una prospettiva che “deve avere come presupposto, da parte di tutti gli attori presenti nella regione, il riconoscimento all’esistenza e alla sicurezza dello Stato d’Israele: su questo, c’è totale convergenza di vedute e di intenti tra gli Stati Membri dell’ Unione Europea”.