Le immagini dei civili rifugiati nelle cantine o anche, in mancanza di soluzioni migliori, nei sotterranei della metropolitana rimarranno nella storia come una delle prime e più tragiche “cartoline” arrivate in Occidente già all’inizio della guerra in Ucraina.
Immagini talmente forti che, unite alla rinnovata minaccia nucleare, purtroppo nelle ultime giornate sempre più al centro delle cronache, hanno generato seri timori per conseguenze anche nel nostro Paese.
E così, fin dalla scorsa primavera, si è assistito a un fenomeno inatteso, che gli ultimi sviluppi probabilmente rilanceranno: la corsa alla ricerca di case dotate di un bunker o di strutture sotterranee da adattare a questo uso.
Le offerte del mercato
A far esplodere il fenomeno, bastò l’annuncio dell’allerta del sistema di difesa nucleare da parte della Russia.
Dopo poche ore, infatti, divenne di tendenza online un comunicato stampa del 2012 di Immobiliare.it che approfondiva il tema degli immobili dotati di bunker.
Da qualche mese, così, basta andare su qualunque sito specializzato nella vendita di immobili per trovare offerte di case dotate di bunker.
Casa.it, ad esempio, ha proposto una villa a Piombino, in Toscana, con struttura adibita a bunker nella corte comune. O una a Fagagna, in Friuli, con bunker antiatomico costruito secondo i concetti svizzeri, in grado di garantire la sopravvivenza per circa 80 giorni.
Ma anche una villa a Portoferraio, sull’isola d’Elba, con annesso un ex bunker dell’ultima guerra; ville con rifugi antiatomici a Guanzate, nel Comasco, e a Negrar di Valpolicella, nel Veronese. E ad avere un rifugio antiatomico è addirittura un palazzo, a Milano.
La costruzione di un riparo sotterraneo
Già durante la prima emergenza pandemica, emerse il tema dei rifugi sotterranei. Facendo capire che, non essendo previsti dai piani regolatori, i rifugi antiatomici devono essere realizzati come cantine.
La spesa media è calcolata attorno ai 20 mila euro, anche se su altri siti si sale a non meno di 60 mila euro. Ma, ovviamente, il prezzo dipende dalla metratura, visto che si va dai 30 ai 100 metri quadri.
Per rendere la cantina antiatomica, servono alcune dotazioni. In primis, una porta di cemento spessa 30 cm, come quelle utilizzate nei rifugi militari. Gli impianti di ventilazione devono poi essere dotati di schermature antinucleari. Occorrono cisterne d’acqua da almeno 1000 litri e generatori elettrici, sistemi radio per le comunicazioni con l’esterno, letti con materiali ignifughi e vernici speciali.
I vecchi bunker italiani
In realtà, in Italia ci sono già molti bunker, eredità soprattutto delle strutture costruite dalle autorità militari italiane in occasione dei conflitti bellici.
Ben che vada, però, si tratta di strutture attualmente utilizzate solo come meta turistica per visite guidate e quindi, per essere riutilizzati per la funzione originaria, necessiterebbero di significativi interventi.
Fare una mappa esaustiva dei rifugi sotterranei blindati è quindi pressoché impossibile.
A Roma, ad esempio, c’è quello di villa Ada, quello di villa Torlonia, quello nei sotterranei di Palazzo Venezia e il bunker sotto il Palazzo degli uffici dell’Eur.
Tra gli oltre 500 lasciati a Milano dalla Grande guerra, i più famosi sono il rifugio 87 e quelli di via Battisti e via Gioia.
Ma ogni città ha i suoi rifugi antiaerei.
A Napoli, l’acquedotto greco-romano, il rifugio di Sant’Anna di Palazzo e il tunnel borbonico.
A Torino, il rifugio di piazza Risorgimento. O, ancora, il bunker comando di Kesserling, a Recoaro Terme, nel Vicentino, il Gamper Bunker, nel cuore del monte Mais, in Val di Non, e il bunker Soratte, a Sant’Oreste, a 45 km da Roma.
Il Lido di Venezia: isola dei bunker
A Venezia, c’è poi un’isola, il Lido, che, rapportando il numero di strutture presenti alle limitate dimensioni (la striscia di terra è lunga 12 km, per una larghezza massima di circa 1 km), presenta un’altissima densità di bunker presenti. Se si escludono le strutture ancora ad uso militare, sono circa una decina quelli non più attivi trasferiti al patrimonio dello Stato.
Alcuni di questi sono stati venduti ai privati, altri sono inutilizzati, altri sono stati convertiti in cantine. Un esempio tipico è il bunker sottostante all’attuale ristorante ai Murazzi: sotto le attuali sale, a pochi metri dal mare, c’è un bunker oggi utilizzato come magazzino, in concessione. Perché va sottolineato che, appartenendo al Demanio marittimo, si tratta di un bene inalienabile.
Pensare, nell’ottica dell’emergenza attuale, di restituire questi bunker all’antica funzione, però, è assai improbabile.
Non essendo al momento allestiti a tal scopo, si renderebbe infatti necessaria una rifunzionalizzazione, attraverso lavori per i quali servirebbe una specifica autorizzazione. E, comunque, si tratta di strutture antiaeree, per di più non in condizioni ottimali, e quindi non adatte per eventuali minacce nucleari.
Bunker all’estero: la Svizzera e gli Stati Uniti
Se, in Italia, il fenomeno dell’interesse privato ai bunker è recentissimo, non altrettanto si può dire di altri Paesi esteri.
La Svizzera, ad esempio, ha reso obbligatoria per legge, fin dagli anni Sessanta, la dotazione di un bunker sotterraneo per ogni costruzione. E la Pubblica Ammnistrazione è tenuta, all’occorrenza, a individuare o costruire rifugi pubblici.
Ancor più radicata è la cultura della protezione sotterranea negli Stati Uniti. In America esistono addirittura vere e proprie cittadelle sotterranee, dotate di tutti i comfort, facenti capo a particolari comunità. Ma anche privati cittadini hanno realizzato bunker di lusso sotto le proprie abitazioni.
L’esempio forse più eclatante è a Las Vegas, dove una villetta ha sotto di sé una seconda casa con tanto di finto giardino, con finti alberi, un finto campo da golf, una piscina con una finta scogliera e vista panoramica su una città dipinta. E poi un’illuminazione che imita quella naturale, vasca idromassaggio, spazio per il barbecue. Senza dimenticare il piccolo bunker per gli ospiti.