Apparentemente sono case come le altre ma in realtà sono costruite seguendo i principi della bioedilizia. «Abitazioni più salubri che limitano i consumi e i tempi di costruzione e dove il cliente può pianificare tutto al millimetro» spiega Marco Andreoni titolare di Elite Immobiliare società specializzata in questo tipo di consulenze
Chiamatela green revolution, chiamatela nuova coscienza costruttiva o più semplicemente bioedilizia. Sono questi i criteri sempre più diffusi per la costruzione delle abitazioni nel nostro territorio. Si tratta di edifici che garantiscono il risparmio energetico, pensati per rispondere a tutte le esigenze di chi li abita e pianificati a tavolino per ogni minimo dettaglio. I componenti sono pre-fabbricati pezzo per pezzo per poi essere assemblati. Eppure quando si guardano queste case dall’esterno spesso non ci si accorge della differenza nei criteri costruttivi rispetto a quelle tradizionali.
«In legno è la struttura portante, ma esternamente sono intonacate, così come le fondazioni sono in calcestruzzo – spiega Marco Andreoni, titolare di Elite Immobiliare, società con sede a Mogliano che si occupa di consulenze per la costruzione di abitazioni in bioedilizia – un occhio non esperto in molti casi addirittura non si accorge quando una casa è costruita con i criteri della bioedilizia. Ma c’è di più: di fatto sono case in cui tutto viene pianificato sulla carta, dalle pareti agli impianti, ai punti luce. È esattamente come comporle pezzo per pezzo come se fosse un “Lego” attraverso strutture modulari pre-costruite in fabbrica. Grazie a questo si riducono enormemente i tempi di realizzazione e il preventivo di spesa è chiuso all’origine, ovvero non subisce variazioni impreviste. Escludendo i tempi burocratici, se per costruire una casa con metodologie tradizionali ci si impiegano 18 mesi, con questa metodologia si va dai 4 ai 6 mesi al massimo e senza doversi preoccupare delle diverse professionalità che devono interagire tra loro perché qui è tutto già preimpostato».
Una metodologia di costruzione che richiede un gran lavoro in fase progettuale grazie al quale vengono abbattuti i tempi costruttivi. «Il grosso del lavoro è proprio in questa fase dove c’è una precisione estrema e una tolleranza del millimetro. Si potrebbe dire che già in fase di progetto si arriva a definire con precisione anche quante viti serviranno per costruire la casa. Per questo motivo il cliente deve avere ben chiare le esigenze che ha».
In Veneto la bioedilizia é una recente scoperta ma in realtà la sua comprovata efficacia ha radici lontane. «È un settore giovane qui in Veneto ma già forte nel resto d’Europa, soprattutto al nord. È anche una questione culturale perché qui da noi c’è la tradizione del mattone. Spesso ci si dimentica però quanto velocemente cambino gli standard: basti pensare che il rapporto tra luce e parete oggi è quadruplo rispetto a 50 anni fa. Inoltre l’architettura precedente a quella odierna imponeva il prodotto, mentre adesso, grazie anche a queste metodologie, ciascuno può decidere liberamente l’organizzazione degli spazi».
In tutto questo la necessità di controllare i consumi gioca un ruolo fondamentale… «C’è una progressiva attenzione, soprattutto da parte dei giovani, alla classe energetica delle abitazioni che in termini pratici significa attenzione al consumo energetico. In altre parole c’è un’attenzione all’economia di gestione. Con questi criteri costruttivi, estremizzando il concetto, si può arrivare ad avere anche case che sono totalmente indipendenti per quanto riguarda la fornitura energetica».
E i costi? «L’esempio classico è quello dell’elettrodomestico di nuova generazione: tutti sono disposti a spendere qualcosa in più per l’acquisto pur di risparmiare sui consumi. Lo stesso vale per le case costruite con i criteri della bioedilizia. Senza dimenticare che i materiali e i criteri con i quali sono realizzate queste case le rendono piú salubri sotto tutti i punti di vista».
Si può parlare di una nuova coscienza costruttiva? «Il momento di difficoltà economica impone di trovare delle soluzioni alternative. A questo si sommi che un evento drammatico come il terremoto dell’Aquila, dove l’80% delle nuove costruzioni post terremoto sono state costruite in bioedilizia, ha rappresentato un punto di svolta imponendo anche una presa di coscienza e una cultura diverse. Parallelamente a questo in Italia si registra un notevole incremento di aziende produttrici in particolare in Alto Adige e in Veneto».
Come si coniugano queste abitazioni con lo sviluppo del nostro territorio metropolitano? «Sono abitazioni che per caratteristiche non possono andare oltre certe dimensioni e che si sposano benissimo con il nostro territorio caratterizzato da una prima periferia che può dirsi campagna ma che al tempo stesso è vicinissima alla città e ai servizi. Se prendiamo come esempio gli Stati Uniti vediamo che è proprio in zone con queste caratteristiche che si sono sviluppati i moderni quartieri residenziali. E la nostra area è ricca di zone così».
La diffusione della bioedilizia richiede figure professionali che si propongono come intermediario tra il cliente e chi esegue il lavoro? «Noi di Elite Immobiliare facciamo proprio questo: ci proponiamo come l’interlocutore diretto del cliente che vuole costruire una casa con questi criteri. Grazie ad uno staff che somma competenze progettuali, architettoniche e grafiche seguiamo il cliente passo passo, realizzando assieme a lui il progetto della sua casa in base alle sue esigenze e portandolo a contatto con i migliori partner dei quali ci avvaliamo. Inoltre svolgiamo questo tipo di lavoro anche per chi vuole ampliare o ristrutturare la propria abitazione seguendo i criteri della bioedilizia».
DI PIETRO POLO