Il passaggio alla Camera ha reso a tutti gli effetti legge il decreto che, tra le altre misure, introduce l’obbligo del Green Pass per accedere ai posti di lavoro.
Le regole, come modificate dagli emendamenti approvati al Senato diventano dunque operative con la pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale entro il 20 novembre.
Restano quindi per il momento la validità del certificato verde per 12 mesi, l’esenzione al vaccino per i bambini al di sotto dei 12 anni, la gratuità dei tamponi per i soggetti fragili che non possono vaccinarsi e prezzi calmierati ( 8 euro per gli under 18 e a 15 euro per tutti gli altri) fino a fine anno per gli altri.
Ma proprio questi punti sono all’ordine del giorno delle valutazioni.
Non è escluso, infatti, che la durata del green pass possa esser portata a 9 mesi e, riguardo la vaccinazione degli under 12, si sta attendendo la pronuncia di Ema (l’Agenzia del Farmaco Europea) che dovrebbe sciogliere le riserve il 29 novembre.
Gli altri punti fissi
Tra le norme della nuova legge, l’articolo 1 conferma che, fino alla cessazione dello stato di emergenza, il 31 dicembre 2021, con la mancanza del certificato verde si configura per il lavoratore un’assenza ingiustificata. Pur non comportando conseguenze disciplinari, sarà però sospeso qualunque tipo di retribuzione.
Il lavoratore conserva invece il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro, anche se, nelle aziende private con meno di 15 dipendenti, l’articolo 3 precisa che il datore può sospenderlo dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata e sostituirlo per un massimo di 10 giorni, rinnovabili una sola volta.
Le sanzioni
Il lavoratore che venga trovato al lavoro senza Green Pass è passibile anche di una sanzione amministrativa tra 600 e 1.500 euro. Così come per il datore di lavoro che non effettua i controlli è prevista una multa tra 400 e 1.000 euro.
Situazione in evoluzione, possibili nuove decisioni
Sul tema Green Pass sono attese però per oggi, 18 novembre, possibili novità sul fronte della trattativa Stato-Regioni. L’evolvere della situazione, con l’incremento costante dei contagi e il superamento, per alcune regioni, delle soglie previste riguardo diversi parametri fondamentali per il passaggio dalla zona bianca ad altre fasce di colorazione, potrebbe portare il Governo a rivedere alcune decisioni sottoscritte con la legge appena approvata.
La Conferenza delle Regioni è stata convocata dal presidente Massimo Fedriga per le 10.30. L’obiettivo è quello di fissare una linea comune da portare poi in sede di Conferenza Stato-Regioni, in agenda per le 15.30.
La regola del 2G
La posizione degli enti territoriali sembrerebbe comunque già orientata alla richiesta di limitare, in caso di cambio di colore della Regione nella classificazione a fasce di rischio, le nuove restrizioni mirate al contenimento del contagio ai soli non vaccinati, come avviene in Austria. E la strada per ottenere questo risultato potrebbe essere quella di intervenire modificando le regole di rilascio del Green Pass, limitandolo ai soli vaccinati e guariti, come fa ad esempio anche la Germania.
Se il pressing delle Regioni andasse a buon fine, quindi, potrebbe essere introdotto anche in Italia il green pass 2G: il rilascio del green pass solo per i vaccinati e i guariti.
In Germania, in realtà, esiste anche un’ulteriore variante: il 2G plus. Per particolari eventi che prevedono ingenti concentrazioni di persone come le feste della tradizione, anche i vaccinati e i guariti devono esibire un tampone negativo.
La situazione della pandemia in Italia
Il rischio che alcune Regioni, a partire dal Friuli Venezia Giulia, possano a breve passare in zona gialla, dopo il lungo periodo dell’intera Italia “bianca”, è del resto concreto. Probabilmente, questo non dovrebbe avvenire da subito, ma si attendono comunque le decisioni e le indicazioni della Cabina di regia, che, come di consueto, terrà domani, venerdì 19 novembre, la propria riunione settimanale.
Intanto, il bollettino-Covid nazionale di mercoledì 17 novembre conferma la crescita delle curve.
Sono 10.172 le nuove persone riscontrate positive con l’effettuazione di 537.765 tamponi (incidenza all’1,89%). Ci sono anche altri 72 morti e il numero di ospedalizzati è aumentato di 90 unità, toccando quota 4.060. Di questi, 486 (+5) sono ricoverati nei reparti di terapia intensiva.
Alberto Minazzi
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