Uno studio statunitense individua la dieta ideale per arrivare ad almeno 70 anni senza malattie croniche e con il cervello in piena forma
Invecchiare a lungo, grazie ai progressi della scienza e della medicina, è ormai sempre meno difficile.
La vera sfida è farlo in salute, sia fisica che mentale.
“La popolazione statunitense di anziani è aumentata costantemente negli ultimi decenni; tuttavia, l’80% degli anziani ha almeno una condizione di salute cronica” conferma lo studio dell’Università di Harvard pubblicato su Nature Medicine che ha provato a individuare i “Modelli dietetici ottimali per un invecchiamento sano”. Perché, proseguono gli studiosi, “la dieta è il primo principale fattore di rischio comportamentale per le malattie non trasmissibili e il carico di mortalità a livello globale è il secondo dopo l’uso del tabacco negli anziani statunitensi”.
L’importanza della dieta per un sano invecchiamento
La stessa Oms, recentemente, ha riconosciuto la centralità della conservazione delle capacità funzionali e la prevenzione del loro declino in un modello di invecchiamento sano e senza perdita di qualità della vita, superando l’approccio tradizionale che si concentrava principalmente sulla prevenzione delle malattie. Se, dunque, si può parlare di una priorità globale, anche nella prospettiva delle complesse sfide sanitarie legate ai cambiamenti demografici, ha assolutamente senso un approccio dal punto di vista dei comportamenti alimentari.
“Gli studi di intervento e osservazionali – sottolinea lo studio – hanno fornito prove convincenti che una dieta di migliore qualità è benefica per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, del diabete di tipo 2 e della mortalità prematura. Gli studi hanno anche valutato gli effetti o le associazioni di alimenti e sostanze nutritive con i risultati delle prestazioni cognitive e fisiche legati all’età e i sintomi depressivi”. “I nostri risultati suggeriscono che i modelli dietetici ricchi di alimenti a base vegetale con un’inclusione moderata di alimenti sani a base animale – si afferma nello studio – possono migliorare l’invecchiamento sano complessivo, guidando le future linee guida dietetiche”
Invecchiare bene: mangiando male, un privilegio per pochi
L’aspetto innovativo della ricerca, effettuata sui dati forniti, attraverso i questionari dello Nurses’ Health Study e dello Health Professionals Follow-Up Study, da un campione di oltre 105 mila persone, per due terzi donne, è stato quello di esaminare l’associazione tra 8 diversi modelli dietetici sani con un modello di invecchiamento in salute, prendendo in considerazione anche il consumo di alimenti ultraprocessati e non escludendo l’analisi del ruolo anche di singoli alimenti e nutrienti. Il dato generale emerso dopo un follow-up durato fino a 30 anni è che solo per il 9,3% dei partecipanti si è potuto parlare del raggiungimento di un invecchiamento “sano”.
Se infatti il 37,9% dei partecipanti ha raggiunto l’età di 70 anni, appena il 22,8% è rimasto libero da malattie croniche, il 33,9% ha mantenuto intatta la funzione cognitiva, il 28,1% la funzione fisica e il 26,5% la salute mentale. “I nostri risultati – si afferma – forniscono prove a sostegno del fatto che l’aderenza a modelli alimentari sani durante la mezza età rappresenta una potenziale strategia per un invecchiamento sano”.
C’è dieta e dieta
Fermo restando che tutti i modelli dietetici esaminati nello studio “condividono somiglianze come la promozione dell’assunzione di frutta, verdura e cereali integrali, riducendo la quantità di carni rosse e lavorate”, al tempo stesso “ ogni modello enfatizza componenti specifici”, sottolineano gli studiosi. È così stato possibile valutare che, dal punto di vista dell’invecchiamento in salute, i migliori risultati si ottengono anche attraverso una dieta che, oltre ai vegetali, prevede il consumo di grassi insaturi, noci e legumi, compresi alcuni prodotti lattiero-caseari a basso contenuto di grassi.
Risultati opposti si ottengono invece tanto maggiore è l’assunzione di grassi trans, sodio e bevande zuccherate. Tra gli 8 modelli, così, “una dieta sviluppata per prevedere il rischio di malattie croniche misurato dall’Indice di alimentazione sana alternativa può conferire il massimo beneficio per un invecchiamento sano sia negli uomini che nelle donne”. Risultato confermato, e rafforzato, con lo spostamento a 75 anni della soglia di età per un invecchiamento sano.
Alberto Minazzi