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Granchio blu: parassita ne compromette l'appetibilità

Granchio blu: parassita ne compromette l'appetibilità

La “malattia del granchio amaro” colpisce i crostacei, picchi di infezione in Emilia Romagna

Lo abbiamo conosciuto come il “killer dei mari”.
Crostaceo alieno proveniente dall’America e di importanti dimensioni, si è reso responsabile negli ultimi anni, con la sua voracità e invasione, della devastazione di allevamenti in particolare di vongole in Adriatico, con ingenti danni per i produttori.
Il granchio blu, oramai si sa, è un ghiotto predatore.
Tuttavia, dopo essere stato indiscusso protagonista dell’estate 2023, per un po’ i riflettori su di lui si sono smorzati e abbiamo cominciato a vederlo dai banchi dei mercati del pesce alle nostre tavole.
Grazie alla sua polpa molto gustosa e ricca di vitamina B12 e proteine, è entrato nei nostri menù e, così facendo, abbiamo contribuito a contrastare la sua sempre maggiore presenza nelle acque italiane.

granchio blu

Ora però la situazione sta cambiando perché il Centro specialistico ittico dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha rilevato la presenza nel crostaceo di un parassita del genere Hematodinium che causa la “Bitter Crab Disease”, ovvero la “malattia del granchio amaro”.

Il parassita rende il granchio blu immangiabile

La presenza di questo parassita è stata scoperta nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste per valutare lo stato di salute del granchio blu con un focus particolare sulla presenza di patogeni che potrebbero influenzare la dinamica di popolazione di questa specie nelle principali lagune costiere del Nord Adriatico. I ricercatori spiegano che l’infezione da Hematodinium induce una serie di cambiamenti fisiologici nei tessuti dei crostacei e nell’emolinfa circolante (il loro sangue) tra cui una significativa riduzione del numero di cellule coinvolte nella risposta immunitaria.
La rapida proliferazione del parassita porta a un elevato consumo di nutrienti e ne modifica le caratteristiche organolettiche. In altre parole, la carne dei crostacei infetti dopo essere stata cucinata può assumere un retrogusto amaro che compromette l’appetibilità per il consumatore.

parassita

Nessun pericolo per l’uomo, ma attenzione a non consumarlo crudo o poco cotto

Il parassita non è trasmissibile e non causa infezioni e malattia all’uomo, tuttavia il consumo di granchio blu crudo o poco cotto può comportare altri potenziali rischi per la salute come gastroenteriti acute causate da vibrioni (batteri) presenti sull’esoscheletro o direttamente nelle carni.
Dunque è sempre consigliabile consumarlo dopo adeguata cottura.

I granchi debilitati scartati dalla vendita

“Si tratta di un parassita esclusivamente dei crostacei – precisa il Dott. Amedeo Manfrin, responsabile del Laboratorio Nazionale di riferimento per le malattie dei crostacei IZS delle Venezie. I nostri sono risultati preliminari e il progetto continuerà per tutto il 2025. I pescatori sono già in grado di valutare quali siano i granchi debilitati che vengono scartati dalla vendita. Hematodinium è noto per la sua capacità di infettare diverse specie di crostacei marini, causando decremento delle popolazioni naturali autoctone. E’ presto per dire se la presenza di questo parassita sia tale da incidere sulla popolazione di granchio blu, comunque non ci aspettiamo che la parassitosi si diffonda così facilmente ad altri crostacei o ad altre zone dei nostri mari”.

Picchi di infezione in Emilia Romagna

I ricercatori hanno analizzato 225 esemplari di taglia commerciale provenienti da sette siti lagunari: Grado (Gorizia), Marano Lagunare (Udine), Caorle e Chioggia (Venezia), Sacca di Scardovari (Rovigo), Goro (Ferrara) e Marina di Ravenna. I prelievi sono stati fatti tra aprile e maggio 2024 raccogliendo tramite l’utilizzo di nasse e reti da posta, almeno 30 esemplari per sito. In seguito, sono state applicate diverse tecniche diagnostiche, in particolare analisi molecolari su campioni di emolinfa e analisi istologiche, per individuare il parassita nei campioni di tessuto.
I risultati preliminari hanno confermato la presenza di Hematodinium nei granchi blu raccolti evidenziando una significativa variabilità nei tassi di infezione nelle diverse aree prese in considerazione.
La prevalenza di granchi positivi al parassita è in Emilia Romagna con una percentuale che arriva al 97%, in Veneto è del 33% mentre nelle aree lagunari del Friuli Venezia Giulia non sono state rilevate infezioni.
Le ricerche sul tema da parte del Centro specialistico ittico dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie continueranno a tutto il 2025 per ulteriori approfondimenti.

Silvia Bolognini

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