Lo ha annunciato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida in un incontro con le organizzazione della pesca
Siamo ormai quasi abituati alla sua presenza. Troviamo il granchio blu sui banchi di mercati e supermercati e compare sempre più spesso sulle nostre tavole.
Ma le imprese del comparto ittico che hanno direttamente a che fare con il divoratore di molluschi e la cui presenza è sempre più massiccia, necessitano di azioni di contrasto alla sua diffusione a difesa delle proprie attività, che il granchio “killer” sta mettendo in ginocchio.
Per questo, dopo lo stanziamento di 2,9 milioni, ne arrivano ulteriori dieci a sostegno per la perdita di prodotto e per la protezione degli allevamenti di cozze e vongole.
Lo ha annunciato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida in un incontro con le organizzazioni della pesca.
Le azioni di contrasto alla diffusione della specie aliena
Coldiretti ha stimato entro l’anno il crollo di circa il 70-90% della molluschicoltura e ora plaude all’ulteriore stanziamento finanziario che tende la mano a pescatori e allevatori garantendo non solo la messa in sicurezza degli impianti di molluschicoltura ma anche l’acquisto di seme delle vongole per la ripresa dei processi produttivi.
E’ stata anche annunciata la modifica della legge 102/2004 che dovrebbe portare ad assimilare la figura dei pescatori a quella degli agricoltori di terra, con i conseguenti benefici riguardanti la sospensione dei mutui e l’accesso al credito oltre alla possibilità di riconoscere lo stato di calamità.
Intanto l’Italia ha ottenuto la possibilità di utilizzare sei unità di pesca a strascico, nei compartimenti marittimi antistanti Ravenna e Venezia per la ricerca e cattura del granchio presente in maniera massiccia nella ristrettissima fascia costiera autorizzandone l’operatività in deroga alle distanze minime previste dalle norme comunitarie. Un intervento che si unisce alle iniziative pubbliche e private per favorire la commercializzazione del granchio blu a i fini alimentari.
A Porto Tolle reti in ferro a protezione delle vongole
Intanto in provincia di Rovigo, nella Sacca di Scardovari, a Porto Tolle, i circa 1.500 soci del Consorzio cooperative del Polesine sono corse ai ripari innalzando delle reti con anima in ferro a protezione di 20 ettari di laguna. All’interno di questo spazio stanno deponendo le vongole, i cui nascituri sarebbero altrimenti sarebbero degli ottimi bocconcini per il granchio blu. Le reti sono state impiantate con un sistema di pompaggio per oltre 30 centimetri sotto il fondale della laguna.
Il temuto alieno originario delle coste Atlantiche dell’America e che si è ormai diffuso lungo tutta la penisola italiana, ha ridotto di oltre il 90% il prodotto degli allevamenti di molluschi in particolar modo nelle lagune del delta del Po, in provincia di Rovigo e Ferrara, dove vi sono cooperative che riuniscono oltre tremila pescatori. Il crostaceo, come sottolinea Coldiretti, ha danneggiato gran parte delle coste italiane da Nord a Sud diventando una vera e propria calamità naturale non solo per l’ecosistema e la biodiversità. Il “killer” dalle chele blu danneggia infatti anche gli strumenti dei pescatori, in particolare le reti che riesce facilmente a rompere.
Silvia Bolognini