I dati del 20° rapporto Osservasalute. L’allarme-giovani, preoccupazione anche per l’inquinamento
Sul fronte della salute, gli italiani hanno ben poco di che sorridere.
Quasi la metà dei maggiorenni, per esempio, è in sovrappeso e oltre 1 su 10 è obeso, anche perché aumenta la sedentarietà, con un vero e proprio crollo della pratica sportiva anche tra i minorenni.
Siamo poi un popolo che sta progressivamente invecchiando ed è destinato a farlo sempre di più. I
ntanto, però, prosegue il trend di crescita nei consumi degli antidepressivi, così come aumentano pure le insidie ambientali, per esempio sul fronte della presenza di pesticidi nelle acque.
Il preoccupante quadro emerge dal rapporto Osservasalute 2022, curato e pubblicato dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e giunto alla 20^ edizione.
Gli italiani e il peso
Il primo aspetto su cui si sofferma il report è quello del peso.
Sono quasi 6 milioni, il 12% della popolazione, gli adulti che risultano obesi. E il 15,5% di loro è malato di diabete.
La percentuale di chi dovrebbe dimagrire sale poi al 46,2% se si considerano tutti gli over 18 il cui peso è da ritenersi comunque superiore alla norma.
Una parziale spiegazione di questa tendenza è sicuramente legata al dato relativo alla pratica di sport o quantomeno di qualche forma di attività fisica nel tempo libero. Circa un terzo delle persone, il 33,7%, con una prevalenza femminile (36,9% rispetto al 30,9% degli uomini) ha infatti dichiarato la propria sedentarietà.
Una condizione che, rileva sempre il rapporto, si traduce anche nello sviluppo del diabete nel 12% dei casi.
Sempre meno giovani praticano sport
Il vero campanello d’allarme, al riguardo, concerne bambini e adolescenti nella fascia di età dai 3 ai 17 anni.
I rilevatori sottolineano che, tra il 2020 e il 2021, si è registrato un vero e proprio crollo nella quota dei giovani sportivi, specie per quelli che praticano un’attività fisica in forma continuativa.
Questi sono infatti passati dal 51,3% al 36,2%, con una compensazione solo parziale nella percentuale di chi svolge comunque qualche forma di movimento.
I giovani che praticano sport in modo destrutturato al di fuori da palestre o centri sportivi sono aumentati, nello stesso periodo, dal 18,6% al 26,9%.
Ma il saldo complessivo, sul fronte della sedentarietà, è comunque negativo.
Più di un minorenne su 4 non svolge nessuna attività fisica: esattamente il 27,2%, contro il precedente 22,3%.
Italiani, popolo di depressi
Un altro aspetto particolarmente preoccupante evidenziato dal rapporto è quello legato alle prescrizioni e al consumo di farmaci antidepressivi.
Il trend di aumento è ormai ultradecennale.
Se però, dal 2013 al 2016, la percentuale di crescita si è fermata al +1,8%, tra il 2017 e il 2021 si è arrivati a un incremento del +10,4%, con un +2,4% nel solo confronto con il 2020. Le dosi medie giornaliere nel 2021 sono così salite a 44,6 ogni 1000 abitanti.
A insidiare la nostra salute sono anche i fattori di rischio ambientale. Il dato specifico citato dal rapporto è quello sulla presenza di pesticidi nelle acque superficiali nei punti di monitoraggio. Se non altro, in questo caso, la percentuale interessata dal fenomeno è scesa al 55,1% (nel 2018 si era toccato il 77,3%).
Ma ci sono realtà con valori molto più elevati, a partire dal 94,1% dell’Umbria, con Puglia (86,4%) e Sicilia (81,6) sul podio e Piemonte, Lombardia e Veneto oltre il 70%.
Invecchiamento: si avvicina quota 50
Nel 2022, l’età media degli italiani è salita a 46,2 anni, ma si stima che raggiungerà i 50,6 nel 2050.
Da un lato, ciò è dovuto al rapido aumento degli ultracentenari, in gran parte donne, che erano già nel 2013 quasi 3 su 10 mila residenti. Il dato è ancor più rilevante, avvicinandosi a 1 italiano su 4 (il 23,9%) se si considerano gli over 65.
D’altro canto, a continuare a incidere è anche il perdurante regime di bassa fecondità, che diventa ancor più significativo se si considera che, in Europa, con il 35,4% l’Italia è il Paese con la quota più alta di madri rientranti nella fascia d’età tra 35 e 40 anni.
Nei prossimi decenni, anche per la graduale attesa diminuzione di flussi migratori dall’estero, il fenomeno proseguirà, con una proiezione al 2050 di 54,2 milioni di residenti rispetto agli attuali 59,2 milioni.
Alberto Minazzi