Cop26, la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, si avvia non senza polemiche alla conclusione e Venezia, designata da Regione del Veneto e Comune, capitale mondiale della sostenibilità, vuole giocare tutte le sue carte.
Anche quella della mobilità e della logistica ecocompatibile.
Una partita alla quale l’Automobile Club provinciale, presieduto da Giorgio Capuis, non vuole rinunciare.
Appassionato di motori ma anche in prima linea nell’attenzione all’ecosistema e alle fonti energetiche rinnovabili, Capuis sa che “questa è l’unica declinazione possibile per tutte le manifestazioni motoristiche del futuro che è già domani non fra mezzo secolo” dichiara a Metropolitano.it
Cortina-Venezia: un gemellaggio motoristico?
Ed è proprio da qui che vuole iniziare, anche ricordando la brillante storia di gare e prove che è nel Dna di Aci-Ve, per inciso uno dei primi club nati in Italia (siamo nel 1899, solo un anno prima era stato creato l’Automobile Club d’Italia) e l’unico fondato da una donna, la sportivissima contessa Elsa Albrizzi.
“In occasione dell’ultima edizione della Coppa d’oro delle Dolomiti a Cortina d’Ampezzo, il presidente nazionale Sticchi Damiani ha lanciato una suggestione per unire in un gemellaggio motoristico la Regina della Dolomiti e Venezia. Il sigillo Unesco per entrambe è garanzia di rispetto dell’ambiente e del territorio. Due realtà paradigmatiche, simbolo esse stesse di sostenibilità e attenzione ecologica”.
Venezia verso l’idrogeno
E poi c’è un passato pieno di successi su quattro ruote per la Serenissima con la blasonata Scuderia San Marco-Aci Venezia, recentemente ricordata assieme al suo driver di punta, Luciano Pasotto, dal libro Il pilota in giacca blu di Leonardo Mello.
Un legame nel nome dell’ecosostenibilità, lo definisce Giorgio Capuis già al lavoro da tempo sul fronte della compatibilità tra l’universo che istituzionalmente rappresenta, i motori, e l’ambiente.
“Penso all’elettrico naturalmente ma a Venezia siamo già oltre quella frontiera, peraltro largamente inesplorata. Si chiama idrogeno con il già previsto Polo di idrogeno ed energie alternative che avrà sede a Marghera sotto l’ombrello della Fondazione Venezia capitale mondiale della sostenibilità”.
“Vogliamo essere protagonisti di questa transizione”
Un passo avanti rispetto a quanto avviato nel 2019 con l’accordo fra Comune, Eni e l’automaker giapponese Toyota che portò al piano per il distributore fisso di idrogeno per autotrazione in Italia.
Il distributore è in via di realizzazione a ridosso del Parco di San Giuliano, tutti possono vederlo. Ma le auto ad idrogeno dove sono?
“Possiamo dire che qui entra in gioco l’Aci Venezia attraverso le sue manifestazioni quali la Historic Car Venice nata nel 2016 e interrotta causa Covid ma che contiamo di riportare sulle strade della terraferma veneziana e anche in laguna. Certo, quelle in rassegna non sono auto del futuro anzi del passato, ma tutto quanto fa da cornice a un evento di questo tipo, dalla convegnistica alla sperimentazione e ricerca punta all’obiettivo di fare del territorio veneziano un’area a zero emissioni e l’Hydrogen Park di Marghera ne è una conferma. L’Aci provinciale e io in qualità di presidente vogliamo essere protagonisti di questa transizione che possa essere anche modello a livello nazionale”.
Solo blah blah blah?
Eppure al G20 romano prima e alla Cop26 di Glasgow poi, l’accusa dei giovani ambientalisti a politici, organismi vari e industria è stata tagliente: blah blah blah.
“Raccolgo la sfida – risponde Capuis – e senza anticipare programmi, scadenze, investimenti e sponsorizzazioni, ribadisco consapevolezza e impegno per elettrico e idrogeno. Ci sarà occasione a Venezia di far camminare queste automobili”.
Forse anche per farle correre, gareggiare?
Capuis non scopre le sue carte, eppure qualcosa in cantiere c’è di sicuro.
Del resto se Roma ha il suo Grand Prix di Formula E.
Cosa impedisce a Venezia di avere una gara simile, magari al Lido, che un tempo ospitava l’impareggiabile “Circuito degli Assi”, tracciato cittadino per gare di velocità come a Le Mans o Singapore e che vide memorabili sfide tra Nuvolari, Enzo Ferrari, Taruffi, Beltracchini, Ermini e altri piloti leggendari?
Capuis ricorda che, nel 2018, l’Aci Venezia volle ricordare quelle competizioni con una prova di regolarità e una sfilata (anche su chiatte in bacino San Marco) trasferendo le autovetture al Lido. “Dal motore termico a quello elettrico e poi quello a idrogeno il passo è sicuramente complesso. Eppure è una prospettiva di assoluto valore non solo per il settore automotive nella visione di capitale mondiale della sostenibilità che Venezia si è candidata ad essere”.
Un volano di sviluppo capace di incentivare ricerca, sperimentazione energetica e nella mobilità anche acquea, produzione con ricadute economiche di lungo termine.
“Non solo – rileva Capuis -. Può stimolare anche una nuova forma di turismo evoluto e qualificato e dare vita a start-up tecnologicamente avanzate che potrebbero insediarsi tra laguna e la sua terraferma assicurandosi anche l’apporto della rete di università che caratterizzano quest’area”.
E allora il gemellaggio motoristico con Cortina d’Ampezzo immaginato dal presidente nazionale dell’Aci, Sticchi Damiani, su cui si è espresso favorevolmente pure il sindaco ampezzano, Gianpietro Ghedina, può concretizzarsi coinvolgendo una platea di soggetti ad alto valore aggiunto destinato ad allargarsi e i cui benefici potranno davvero avvantaggiare il territorio e la sua effettiva tutela.
Agostino Buda
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