Come nel resto della città metropolitana, Venezia non fa eccezione nella riorganizzazione delle dinamiche commerciali imposta da nuove tendenze, saturazione degli spazi, rifiuto del gigantismo che nel tempo aveva fatto proliferare gli shopping center, riconquista di valori di socializzazione e, per ultimo, la crisi innescata dal diffondersi del Sars-cov2. Le grandi cattedrali dell’acquisto sono ormai in sofferenza ovunque.
La rivincita del mercato settimanale
Le varie sigle da anni si sono riaffacciate nei centri urbani, a Mestre, a Marghera e nella stessa Venezia, qui anche con recuperi architettonici talvolta di pregio.
Un discorso che vale ancor di più proprio in una realtà così problematica come il centro storico veneziano dove veri negozi, non solo alimentari, se ne contano sempre meno.
Un segnale in tal senso sta venendo, a sorpresa, anche da una realtà poco conosciuta se non addirittura ignorata dagli stessi residenti della città storica: il mercato settimanale alla Giudecca.
Banchi che arrivano da tutto il Veneto
D’accordo, non è immediato da raggiungere; magari chi abita a Castello ha più comodità a frequentare quello del Lido e chi invece sta alla Misericordia proprio non ci va. Eppure, dice Andrea Gallo, figlio d’arte visto che suo padre fu tra i primi a raccogliere la sfida di un mercato sull’acqua, lui che con il suo furgone veniva da Castelfranco Veneto, “negli ultimi anni, proprio qui stiamo assistendo a una timida ripresa dei consumi e c’è più gente che viene a comperare. E’ un piccolo segno che ci fa sperare, considerando che Venezia non è affatto facile anche per le sue caratteristiche demografiche”.
Andrea è perito meccatronico, una specializzazione del futuro, niente a che vedere con i formaggi che vende nella sua “boutique” su quattro ruote, oggi assieme a mamma Marina.
Diploma in tasca a ambulante per passione: “Venezia non la molliamo, siamo pure al Lido”.
Non è l’unico a giocare la carta della Giudecca, con la differenza che c’è chi a Sacca Fisola è arrivato solo un anno e mezzo fa: i fratelli Graziano e Roberto, qui da Spinea ogni venerdì “Gastronomia pronta e facciamo davvero il pieno, soprattutto con il nostro risotto di pesce. Siamo anche a Favaro e Marghera, ma posso dire che i clienti migliori stanno qui e al mercato del Lido”.
140 km ogni settimana: “Ne vale la pena. A Venezia clienti affezionati”
Vita dura, come per tutti gli ambulanti che passano la settimana da una piazza all’altra “Venezia però è davvero speciale” sorridono Francesco e Nicola che si sciroppano i 70 km che li dividono da Noventa Vicentina: sveglia prima delle 4, alle 5 già al volante per non perdere il ferry delle 6.20, corsa speciale per gli ambulanti e approdo tra le case e il parco giochi di Sacca Fisola attorno alle 7 per vendere frutta e verdura.
Girando fra i banchi si capisce che tra questi commercianti sui generis e la città d’acqua è nato un feeling speciale, un legame indubbiamente alimentato dalla socialità tipica veneziana. Lo conferma al Metropolitano anche la fiorista che con il suo banco arriva ogni venerdì da 42 anni dall’hinterland padovano: “Sono molti i clienti affezionati che si servono sempre da noi”
E ci racconta quante volte pure a lei è capitato di dover dormire in camion per scioperi dell’Actv o nebbia o semplicemente perché sul traghetto non ci stavano tutti, oggi però è diverso e all’appuntamento al Tronchetto ci si imbarca insieme per il breve tragitto fino a Sacca Fisola.
Manovre del grande ferry e poi in carovana a passo d’uomo tra due calli fino a campo della Chiesa.
Stessa cosa all’1 e 20 con l’imbarcazione che riporta tutti a casa: camion, furgoni, camioncini che si aggirano fra il campo, un giardino pubblico, calle del vaporetto e l’approdo sul canale della Giudecca; dall’altro lato San Basilio, la Marittima e le Zattere.
Giuseppe: “Stanno tornando anche i giovani”
Giuseppe vende pelletteria e accessori abbigliamento, si muove da Camponogara ed è lui a tenere i contatti con l’Actv. “E’ vero, anche qui abbiamo sofferto un ridimensionamento, da 25 oggi non siamo neppure in 20 banchi ma questo è un bel mercato con clienti buoni, stanno tornando anche i giovani e la gente aspetta il venerdì per comperare da noi anche merce che può prenotare.
E poi è il mercato davvero veneziano con tante ciacole”. Un valore aggiunto che affascina due signore di Vienna che, senza grande dimestichezza con l’italiano, vanno in cerca dell’occasione, capitate al di là dell’acqua con il passaparola.
Si comincia a chiudere, i ritardatari corrono al camion della gastronomia con le sue specialità o al grande banco di frutta e verdura di Marco e Marilena (più quattro dipendenti) da Dolo, soddisfatti anche loro prima di imbarcarsi “A Sacca Fisola troviamo sempre una buona clientela che ci tiene contenti”. Poi la “crociera” di ritorno. Poco distante, il pontile dei vaporetti di Sacca Fisola, anche qui inizia una nuova crociera corredata di sporte e carrettini pieni di chi non abita in isola. I centri commerciali sono lontani, lì non ci si arriva con l’extra di una gita via acqua e non si “ciacola”.