Per il famoso monumento, Roma sta valutando l’ introduzione di un biglietto d’ingresso. Niente più lancio della monetina
Non solo Piazza Risorgimento, una delle principali aree di accesso al Vaticano, dove sono in corso lavori di restyling e semi pedonalizzazione. Anche la Fontana di Trevi si sta rifacendo il look in vista del Giubileo ordinario 2025 che inizierà ufficialmente il prossimo 24 dicembre con l’apertura della Porta Santa a San Pietro.
Ha preso il via infatti la manutenzione straordinaria per renderla perfetta in vista dell’importante appuntamento con l’Anno Santo. A lavori ultimati il celebre monumento cittadino sarà circondato da pannelli trasparenti mentre, già nel corso degli attuali interventi, all’interno della vasca entro un mese troverà posto una passerella a ferro di cavallo che offrirà una nuova vista della Fontana. Le novità riguardano anche una futura possibile introduzione di un ticket di accesso per visitarla. E il divieto di gettare la famosa monetina esprimendo un desiderio.
Il restauro
Con una larghezza di 20 metri e un’altezza di 26, è la fontana più grande tra quelle celebri di Roma.
Costruita sulla facciata di Palazzo Poli, fu inaugurata nel 1762.
L’attuale aspetto si deve alla costruzione ad opera di Nicola Salvi e dell’architetto e scenografo Giuseppe Pannini.
Un capolavoro in stile tardo barocco il cui nome deriva da un toponimo in uso nella zona già dalla metà del XII secolo, regio Trivii, riferito alla confluenza di tre vie sulla piazza, oppure dal triplice sbocco dell’acqua dell’originaria fontana.
Gli interventi che riguardano la Fontana di Trevi fanno parte di un più ampio progetto finanziato nell’ambito del PNRR “Caput Mundi”, che prevede anche la manutenzione di altre fontane storiche a Roma come quella del Quirinale, della Barcaccia, dei Quattro Fiumi del Bernini, delle Tartarughe e delle Tiare, e si concluderanno entro la fine dell’anno.
Il restauro della Fontana di Trevi è necessario per contrastare il degrado dovuto all’alta frequentazione di visitatori e alle particolari condizioni di microclima che favoriscono la formazione di patine biologiche, infestante vegetazione e depositi di calcare sulle parti più esposte al contatto con l’acqua. Si procederà a pulire approfonditamente le superfici lapidee della parte inferiore del monumento, in particolare la zona tra il bordo della vasca e le gradinate di accesso. Inoltre per preservare l’integrità strutturale ed estetica saranno riparate le stuccature dei giunti in varie zone della Fontana.
Visite contingentate e niente lancio della monetina
Il cantiere in corso è anche l’occasione per valutare quante persone contemporaneamente possa accogliere il monumento che oggi conta quattro milioni di visitatori l’anno e 10-12 mila presenze al giorno.
Così l’accesso alla Fontana de “La dolce vita” che tutti ricordano nel famoso film di Federico Fellini con Marcello Mastroianni e Anita Ekberg, diventa a numero contingentato in via sperimentale a partire dal restauro e in occasione del Giubileo.
La passerella sarà una sorta di prova generale in vista della possibile introduzione di un piccolo contributo economico per l’ingresso. Come ha spiegato il sindaco della capitale Roberto Gualtieri, l’eventuale biglietto potrebbe già essere introdotto nel 2025.
Intanto l’ingresso alla parte bassa della Fontana sarà regolato da hostess e stewart che consentiranno l’entrata ai visitatori fino al limite massimo di capienza superato il quale sarà necessario attendere l’uscita dei primi per farne entrare altri: un ingresso e un’uscita incanalate attraverso la classica fila. Oltre alla passerella che consentirà, come prima mai accaduto, di “entrare” nella Fontana e ammirare da vicino le sue statue, i cavalli marmorei, le varie divinità e i gruppi scultorei realizzati da Nicola Salvi nel 1762, ci saranno delle sedute dalle quali godere della sua magnificenza, ma non mangiare.
Il gesto del lancio della monetina che tutti i turisti amavano fare, propiziatorio a un ritorno a Roma e altri desideri, sarà possibile solo in un cesto appositamente previsto per raccoglierle.
Silvia Bolognini