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Giornata Tricolore, Mattarella “Esprime i nostri valori”

Giornata Tricolore, Mattarella “Esprime i nostri valori”
bandiera italiana tricolore

I messaggi delle istituzioni nell’anniversario della prima adozione della futura bandiera della Repubblica Italiana

L’articolo 12 della Costituzione recita semplicemente: “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”.
Ma il fatto che Carta fondamentale dell’Italia abbia dedicato un articolo per descrivere il nostro vessillo testimonia l’importanza di quello che è molto più di un semplice simbolo. E il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non perde occasione di ricordare il senso della scelta dei Costituenti.
“Il Tricolore evoca l’orgoglio delle virtù civiche proprie al sentirsi italiani, esprime al mondo i valori della nostra comunità, della nostra Patria. A esso ci rivolgiamo con rispetto e l’emozione di un popolo che si raccoglie e riconosce intorno a esso. Viva il Tricolore, viva la Repubblica”, ha dichiarato ufficialmente il Capo di Stato in occasione del 228° anniversario della proclamazione del Primo Tricolore d’Italia.

tricolore

La Giornata Tricolore del 7 gennaio

Se l’Italia, come Repubblica, nasce il 2 giugno 1946 e, come Regno, il 17 marzo 1861, il Tricolore è ancora più antico. Il 7 gennaio 1797, a Reggio Emilia, la Repubblica Cispadana adottò infatti ufficialmente la bandiera bianca, rossa e verde come proprio simbolo. E, dal 31 dicembre 1996, con l’istituzione attraverso una specifica legge in occasione del bicentenario, proprio in questa data si celebra la “Giornata nazionale della bandiera” o “Giornata Tricolore”.

Se al centro delle celebrazioni ufficiali è la città emiliana, non sono mancate le dichiarazioni delle massime autorità statali. “La Bandiera – ha aggiunto Mattarella – è testimone che, di generazione in generazione, riassume la nostra identità di popolo, nel processo storico che ha portato al raggiungimento dello Stato unitario e, con la Liberazione, ai valori di libertà e democrazia, di pace e cooperazione, che sono patrimonio irrinunciabile della nostra società, scolpiti nella nostra Carta Costituzionale”.

Concetti ripresi dalla premier, Giorgia Meloni: “Amore per la Patria, memoria e rispetto per chi ha lottato per la nostra libertà, speranza per un futuro da costruire insieme. Sono tutti valori incarnati dal nostro Tricolore. Un ponte che unisce storia e futuro, tradizione e innovazione, le nostre radici con il nostro domani. Simbolo di una Nazione forte e unita che sta tornando a farsi valere nel Mondo. Continuiamo insieme a portare alto il nostro vessillo verde, bianco e rosso. Con orgoglio, passione e determinazione. Viva il Tricolore, Viva l’Italia”.

La storia del Tricolore

La Repubblica Cispadana, Stato napoleonico fondato nel 1796 e dipendente dalla Prima Repubblica francese, fu il primo Stato italiano sovrano ad adottare ufficialmente il Tricolore, su suggerimento di Giuseppe Compagnoni, che viene dunque ancor oggi ricordato come il “Padre del Tricolore”. Bianco, rosso e verde erano però già comparsi su una coccarda italiana nel 1798 a Genova e su uno stendardo militare a Milano nel 1796.

Il tricolore: da emblema cispadano a simbolo dell’Italia unita

In realtà, la bandiera cispadana disponeva i 3 colori in orizzontale, con il rosso in alto e il verde in basso.
Al centro, inoltre, era inserito l’emblema della Repubblica con le lettere “R” e “C” ai suoi lati.
Per il Tricolore verticale classico (con il verde all’asta e il rosso all’esterno), senza simboli, bisognerà attendere l’11 maggio 1798, con l’adozione dell’emblema da parte della Repubblica Cisalpina, nata dalla fusione della Cispadana con la Transpadana.

Il Tricolore fu adottato anche dai successivi Stati napoleonici della Repubblica Italiana e del Regno d’Italia, dalla Cittadella di Alessandria durante i moti del 1820/21, dalla Repubblica Romana nel 1849 e, un anno prima della proclamazione del Regno d’Italia (che peraltro non promulgò nessuna legge in tal senso, pur utilizzando il Tricolore come simbolo dell’Italia unita), nel 1860 dal Regno delle Due Sicilie, che lo scelse come bandiera nazionale.

Alberto Minazzi

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