Lunedì 31 maggio è la “Giornata mondiale senza tabacco”. Un appuntamento di prevenzione che si rinnova ogni anno dal 1988 per sensibilizzare sui pericoli alla salute derivanti dal fumo di sigarette.
Nel mondo, secondo recenti studi dell’Organizzazione mondiale della Sanità, a causa del tabacco muoiono ogni anno circa 7 milioni di persone, 6 per consumo diretto e un milione per effetto del cosiddetto “fumo passivo”.
In Italia i decessi sono oltre 93 mila, concentrati nella fascia d’età tra i 35 e 65 anni. I dati dicono inoltre che nel nostro Paese si inizia a fumare molto presto, a 14 anni e oltre quell’età una persona su cinque è dedita al fumo per un totale superiore a 10 milioni di italiani.
E’ soprattutto tra le donne in giovane età che maggiormente aumenta il vizio del fumo, basti pensare che nel 2017 sono cresciute di 1 milione rispetto all’anno precedente.
I giovani e il fumo: cresce l’uso della sigaretta elettronica
Nelle abitudini di giovani e giovanissimi tuttavia, secondo Istat, si registrata una flessione del fumo per tutti, tranne che per la sigaretta elettronica preferita dai maschi. Nel 2020 è pari al 6,3% la percentuale di giovani di 14-17 anni che hanno l’abitudine al consumo di tabacco. Tra 18 e 24 anni sale al 21%.
Numeri che nel tempo sono diminuiti: nel 2010 erano infatti l’8% tra i giovani di 14-17 anni e 26,8% tra quelli di 18-24. Una flessione compensata però dall’uso in crescita della sigaretta elettronica. Tra i ragazzi di 14-24 anni ne fa uso il 3,5%, percentuale che arriva al 6% tra i maschi di 18-24 anni. Tra i ragazzi di 14-17 anni la quota è pari all’1,7%.
Sempre secondo il rapporto Istat l’abitudine al fumo è influenzata dai genitori: nelle famiglie in cui entrambi sono fumatori il 35,1% dei ragazzi tra 14 e 24 anni hanno la medesima abitudine mentre scendono a 11,5% dove i familiari non fumano.
Altre abitudini e dipendenze
Al centro dell’indagine sulle dipendenze patologiche diffuse tra i giovani italiani si trova anche il consumo di bevande alcoliche. Il 18,2% dei ragazzi e il 18,8% delle ragazze di 11-17 anni nel 2020 hanno consumato almeno una bevanda alcolica.
Dati allarmanti considerato che il Ministero della Salute considera il livello di consumo zero quello di riferimento per entrambi i sessi al di sotto dei 18 anni. Sempre in questa fascia di età il 4,3% ha abitudini pericolose perché pratica un consumo giornaliero di bevande alcoliche, ha l’abitudine a bere consapevolmente per arrivare all’ubriachezza e/o al consumo fuori pasto almeno settimanale.
Che cosa bevono i giovani? Il 14,3% dei maschi beve soprattutto birra. Gli aperitivi alcolici amari e superalcolici il 12,4%. Per quanto riguarda le ragazze invece la tendenza si inverte: il 13,5% predilige questi ultimi seguiti dal 12,2% che beve birra. Tra i ragazzi per 17,6% è occasionale e per 8,7% avviene lontano dai pasti.
Alcol e incidenti stradali
Se il numero di incidenti stradali con lesioni a persone provocati dai giovani nel 2019 è invariato rispetto all’anno precedente, aumentano i casi per la guida in stato di ebbrezza alcolica in generale e in particolare nella fascia 20-24 che per 100 incidenti registra dal 2001 al 2019 il passaggio da 0,8 a 1,7. Per quanto riguarda la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti per la classe di età 15-24 si rileva un aumento consistente dal 2015 al 2019.
E’ preoccupante anche il dato che riguarda gli episodi di ubriacatura. Si rileva infatti nel rapporto Istat che raggiungono già tra i 16-17enni livelli quasi allineati a quelli medi della popolazione. Inoltre, tra i giovanissimi di 11-17 anni, rispetto ad altre fasce d’età, c’è l’abitudine a frequentare più assiduamente discoteche e night dove il 54% di loro ha dichiarato di essersi ubriacato l’ultima volta.
Silvia Bolognini