La pandemia provocata dal virus Sars-CoV-2 ha indubbiamente travolto tutti. A tutte le latitudini, senza distinzioni. Ma il Covid-19 ha anche evidenziato come la vera differenza tra nazioni ricche e povere risieda nella possibilità o meno di accedere a cure adeguate. È partendo da queste riflessioni che, in occasione del World Health Day 2021, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha esortato i Paesi a “Costruire un mondo più giusto e più sano dopo il Covid-19”.
Pandemia e disparità sanitaria nel Mondo
Per la 71^ Giornata Mondiale della Salute, dal suo sito internet (www.who.int) l’Oms ha sottolineato come l’impatto del Covid-19 sia stato “ingiustamente più duro su alcune persone di altre, esacerbando le disuguaglianze esistenti in materia di salute e benessere. All’interno dei Paesi, le malattie e le morti per Covid-19 sono state più elevate tra i gruppi che affrontano discriminazioni, povertà, esclusione sociale e condizioni di vita e di lavoro quotidiane avverse, comprese le crisi umanitarie”. La stima è che, nel 2020, la pandemia abbia portato in povertà estrema tra i 119 e i 124 milioni di persone in più, aumentando anche i divari di genere nell’occupazione.
“La pandemia – ha affermato sul sito dell’Oms il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus – ha prosperato tra le disuguaglianze nelle nostre società e le lacune nei nostri sistemi sanitari. È fondamentale che tutti i Governi investano nel rafforzamento dei loro servizi sanitari e per rimuovere le barriere che impediscono a così tante persone di utilizzarli, in modo che più persone abbiano la possibilità di vivere una vita sana”.
I 5 appelli dell’Oms
“Ora – ha proseguito il direttore generale – è il momento di investire nella salute come motore di sviluppo. Non abbiamo bisogno di scegliere tra migliorare la salute pubblica, costruire società sostenibili, garantire la sicurezza alimentare e un’alimentazione adeguata, affrontare il cambiamento climatico e avere economie locali fiorenti. Tutti questi risultati vitali vanno di pari passo”.
L’Oms ha quindi lanciato 5 appelli “per un’azione urgente per migliorare la salute di tutte le persone”, visto che “emerge un’opportunità unica per ricostruire meglio un mondo più giusto e più sano”. Gli inviti all’azione, nello specifico, sono quelli di accelerare l’accesso equo alle tecnologie Covid-19 tra e all’interno dei Paesi; investire nell’assistenza sanitaria di base; dare priorità alla salute e alla protezione sociale; costruire quartieri sicuri, sani e inclusivi; rafforzare i dati e i sistemi di informazione sanitaria.
Vaccini e assistenza sanitaria
In tema di vaccini, “la sfida ora è garantire che siano disponibili per tutti coloro che ne hanno bisogno”. E come chiave si individua il supporto aggiuntivo al piano Covax, con cui i Paesi più ricchi aiutano quelli più arretrati. A oggi, l’iniziativa, ha sottolineato il portavoce dell’Onu, Stephane Dujarric, ha spedito più di 36 milioni di dosi in 86 Paesi. “Ma i vaccini da soli – aggiunge l’Oms – non supereranno il Covid-19. Sono vitali anche materie prime come l’ossigeno medico e i dispositivi di protezione individuale, nonché test diagnostici affidabili e medicinali. Ma sono ancora necessari 22,1 miliardi di dollari per fornire questi strumenti vitali laddove sono così disperatamente necessari”.
L’agenzia delle Nazioni Unite prosegue la sua analisi ricordando che “almeno la metà della popolazione mondiale non ha ancora accesso ai servizi sanitari essenziali”. Ecco perché “sarà fondamentale evitare tagli alla spesa pubblica per la salute e altri settori sociali. I Governi dovrebbero invece raggiungere l’obiettivo raccomandato dall’Oms di spendere un ulteriore 1% del PIL per l’assistenza sanitaria di base” e “ridurre il deficit globale di 18 milioni di operatori sanitari necessari per raggiungere la copertura sanitaria universale entro il 2030”. Si stima infatti che aumentare gli interventi in questo campo nei Paesi a basso e medio reddito potrebbe salvare 60 milioni di vite e aumentare l’aspettativa di vita media di 3,7 anni entro i prossimi 10 anni.
Gli altri appelli dell’Oms
L’Organizzazione Mondiale della Sanità richiama quindi l’attenzione sui programmi di protezione sociale legati a perdita di posti di lavoro, aumento della povertà, interruzioni dell’istruzione e minacce alla nutrizione. E poi sul miglioramento di sistemi di trasporto e strutture idriche e igieniche, particolarmente sentiti nelle zone rurali. “L’accesso a alloggi sani, in quartieri sicuri, con adeguate strutture educative e ricreative – afferma -è la chiave per raggiungere la salute per tutti”.
Infine, si auspica un aumento della disponibilità di dati tempestivi e di alta qualità disaggregati per sesso, ricchezza, istruzione, etnia, razza, genere e luogo di residenza. Questa infatti viene vista come “la chiave per capire dove esistono le disuguaglianze e affrontarle. Il monitoraggio della disuguaglianza sanitaria dovrebbe essere parte integrante di tutti i sistemi informativi sanitari nazionali”. Una recente valutazione globale dell’Oms mostra invece che solo il 51% dei Paesi ha incluso la disaggregazione dei dati nei rapporti sulle statistiche sanitarie nazionali pubblicati. E “sono spesso coloro che vengono resi vulnerabili, poveri o discriminati, quelli che hanno maggiori probabilità di essere completamente assenti dai dati”.
Il World Health Day
Dal 1950, il 7 aprile si celebra in tutto il pianeta il World Health Day. La data è la stessa della prima seduta dell’assemblea dell’Oms, avvenuta nel 1948, che è stata fondata per promuovere la sensibilizzazione sanitaria mondiale. La Giornata Mondiale della Salute mira in particolare a richiamare l’attenzione della comunità internazionale sull’importanza di un accesso che sia per tutti libero ed equo a cure sanitarie di qualità.
È l’occasione per ricordare come la salute sia il diritto che sta alla base di tutti gli altri diritti fondamentali della persona. E dunque gli Stati sono chiamati a rimuovere tutti gli ostacoli che si frappongono al miglioramento della salute della collettività. Il 7 aprile si pone così come punto d’incontro per mettere insieme le diverse strategie adottate nelle varie parti del mondo, per meglio perseguire gli obiettivi della promozione della salute per tutti, superando i divari esistenti.