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Gessi e luce: la Gipsoteca di Venezia si reinventa

Gessi e luce: la Gipsoteca di Venezia si reinventa
Gipsoteca dell'Accademia di Belle Arti di Venezia. Ph. Marta Mancuso

Il nuovo allestimento con doppio sistema di illuminazione trasforma gli spazi, raccontando la storia della collezione e della scuola d’arte in modo inedito e suggestivo

Gli spazi espositivi dell’Accademia di Belle Arti di Venezia si presentano con una nuova veste, che dona freschezza e modernità a uno degli angoli più suggestivi dell’istituzione. La Gipsoteca, che custodisce preziosi gessi greco-romani, è stata riorganizzata in modo da esaltare la bellezza delle sculture, ora disposte lungo i due lati di un corridoio al primo piano della Sede Centrale degli Incurabili. Il cuore del progetto è un sofisticato sistema di illuminazione, che, insieme al ridisegno del soffitto, illumina le sculture con una luce mai vista prima, creando un’atmosfera affascinante e coinvolgente. Un restyling che celebra il 275esimo anniversario dell’Accademia, valorizzando il patrimonio artistico in modo sorprendente e contemporaneo, senza mai tradire la visione originale dei Professori Mauro Zocchetta e Alberto Fiorin.

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Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Ph Marta Mancuso

I gessi greco-romani illuminati da nuova luce

Uno degli elementi più significativi della trasformazione dello spazio espositivo è proprio il ridisegno del soffitto che nella nuova veste è caratterizzato da una struttura centrale che integra un doppio sistema di illuminazione.
Dunque una luce generale sapientemente distribuita, studiata per esaltare ogni singolo dettaglio delle opere. Un altro aspetto importante è l’interazione tra luce naturale e artificiale. Sul lato delle finestre una struttura in lamiera di ferro nera incornicia e nasconde visivamente gli apparecchi di riscaldamento, garantendo continuità estetica e ordine visivo. Dietro questa struttura, scorrono tende rigide su telaio, ideate per filtrare la luce naturale e modulare l’illuminazione interna, creando l’atmosfera adatta alle esigenze espositive. Il soffitto è inoltre dotato di tamponamenti in pannelli configurati come grandi tele da pittore, appoggiati in modo semplice così da facilitare eventuali operazioni di manutenzione e aggiornamento dell’allestimento.

Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Ph Marta Mancuso

L’illustre storia della Gipsoteca

Le origini della storia della Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Venezia risalgono al primo decennio dell’Ottocento quando, grazie all’intervento di Antonio Canova, venne acquisita una significativa parte della Galleria di Filippo Farsetti. Il grande riformatore dell’Accademia e amico di Canova Leopoldo Cicognara nel 1819, arricchì ulteriormente la collezione con 23 calchi e bassorilievi provenienti dal Partenone, gli Elgin Marbles. Furono donati dal Reggente inglese Lord Edging Thomas Bruce, VII Conte di Elgin in segno di riconoscenza per aver ricevuto in omaggio la sua opera “Storia della scultura”.
Quattro anni dopo arrivarono anche in dono da Luigi I di Baviera la copia delle statue frontali del tempio di Egina e da Ferdinando I Re delle Due Sicilie i gessi rappresentanti Aristide, Eschine e la Psiche di Capua. Una parte di queste preziose opere si trova nella nuova sede dell’Accademia agli Incurabili mentre il resto della collezione attribuita al Museo è conservata nell’edificio storico delle Gallerie dell’Accademia.

Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Ph Marta Mancuso

Nell’Archivio Storico dell’Accademia la sua storia e della formazione degli allievi

L’Accademia di Belle Arti di Venezia che celebra quest’anno i 275 anni dalla propria nascita, è la più antica tra tutte tra tutte le istituzioni culturali in attività oltre a una presenza tra le più significative nell’ambito nazionale della produzione contemporanea nelle arti visive. La Gipsoteca rappresenta la parte visibile di un’ampia raccolta di materiali che sono conservati nell’Archivio Storico. I documenti testimoniano la sua attività fin dalla fondazione, nel 1750, raccontando la formazione degli allievi, l’organizzazione delle Scuole e dei concorsi, l’acquisto di materiali per la didattica e la gestione delle Gallerie dell’Accademia tra il 1807 e il 1881. Non mancano atti relativi alla tutela e al restauro di opere d’arte e alla concessione di licenze di esportazione fino all’inizio del XX secolo.

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Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Ph Marta Mancuso

Tra i materiali emergono anche i nomi di numerosi artisti che hanno lasciato un segno nella sua storia quali Giambattista Tiepolo, Canaletto, Antonio Canova, Francesco Hayez, Amedeo Modigliani, Umberto Boccioni ed Emilio Vedova. Il Fondo Storico conserva una vasta raccolta di materiali di grande valore tra i quali i disegni realizzati dagli allievi tra il 1763 e il 1857 per i concorsi di Figura e di Architettura e i progetti degli ingegneri-architetti che a metà Ottocento, per ottenere l’abilitazione, dovevano frequentare un biennio in Accademia. Vi si trovano anche i disegni di maestri italiani dal XVI al XIX secolo e una raccolta di stampe antiche che includono opere di maestri come Andrea Mantegna Albrecht Dure, Giulio Campagnola, Giambattista Piranesi e Pietro Santi Bartoli.

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Ph. Marta Mancuso

La Biblioteca Antica e la Pinacoteca Corneliana

L’Accademia comprende anche una Biblioteca Antica con oltre 4.000 volumi pubblicati tra la fine del XV secolo e il 1830 che coprono un’ampia gamma di discipline tra cui pittura, scultura, architettura, incisione, anatomia, geometria, iconografia, archeologia e mitologia. Tra i testi più preziosi “Hypnerotomachia Poliphili” di francesco Colonna, stampata a Venezia da Aldo Manuzio nel 1499 e la “Divina Proportione” di Luca Pacioli del 1509. Alla Biblioteca si affianca la Pinacoteca Corneliana che raccoglie 86 volumi contenenti oltre 20 mila ritratti e effigi di personaggi illustri della società veneziana ed europea e la Fototeca che raccoglie oltre 45 mila immagini.

Silvia Bolognini

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