Montagne, ma non solo. Le Dolomiti possono essere considerate un vero e proprio “libro di geologia a cielo aperto”. Un “arcipelago fossile”, formatosi nei millenni, era dopo era, che la Fondazione Dolomiti Unesco ha posto al centro del “Dolomiti World Heritage Geotrail”.
Una sorta di “Alta via del tempo profondo” che condurrà gli escursionisti in un tuffo nella preistoria contornati dalle meraviglie di un riconosciuto Patrimonio mondiale dell’Umanità.
L’Alta via del tempo profondo
Il geoturismo, che si sta sempre più diffondendo, è senza dubbio una delle nuove frontiere su cui può puntare l’offerta montana. Il percorso presentato insieme alla Provincia autonoma di Trento mira dunque a proporre al visitatore la possibilità di approcciarsi in piena consapevolezza a un patrimonio storico-naturale contrassegnato da una vera e propria unicità dal punto di vista geologico.
Si è così cercato di inquadrare l’escursione all’interno del corretto contesto scientifico, sia pure declinato in forma semplice e accessibile a chiunque.
Le tappe
Anche le tappe, una cinquantina, in cui è organizzato il percorso complessivo, sono pensate all’insegna della massima fruibilità pur con un minimo di preparazione fisica specifica.
A essere sfruttati sono in massima parte i sentieri già esistenti, dai più semplici ai più impegnativi, frammentati in itinerari parziali ognuno dei quali non supera mai i 15 km.
È dunque possibile personalizzare la passeggiata, percorrendo l’intero tragitto o solo alcuni tratti.
Le guide
L’escursionista potrà avvalersi, lungo il percorso, dell’ausilio di una serie di guide cartacee specifiche, realizzate in 3 lingue: italiano, tedesco e inglese.
La prima guida, dalle Giudicarie alla Val di Non, ricomprende 6 tappe.
La seconda, dal Bletterbach alle Dolomiti di Sesto, 10.
La terza, dalle Dolomiti di Sesto al Monte Pelmo, è la più corposa, con 21 tappe.
L’ultima guida, che andrà in stampa nella prossima primavera, è dedicata alle 10 tappe tra le Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave.
Oltre le immagini da cartolina
Non si tratta di supporti esclusivamente incentrati sugli aspetti geologici.
I territori attraversati vengono infatti descritti più ampiamente, con riguardo a tutti i processi che li caratterizzano: dall’ecologia, alla storia locale, alla toponomastica.
A differenza delle tradizionali guide turistiche, si punta così a consentire al visitatore di conoscere e apprezzare più a fondo l’unicità di un patrimonio naturale che va oltre le semplici immagini “da cartolina”.
Per un turismo più consapevole
“Il Dolomites World Heritage Geotrail – spiega Mario Tonina, presidente della Fondazione Dolomiti Unesco – è un filo rosso che unisce tutti i territori dolomitici, una guida alternativa alla scoperta della geologia della meraviglia che ha reso queste montagne uniche al mondo”.
“Incentivare l’esplorazione consapevole delle Dolomiti – aggiunge la direttrice della Fondazione, Mara Nemela – è essenziale per la gestione del Sito Patrimonio Mondiale. Il Geotrail aiuta l’escursionista a riconoscere nuovi valori in queste montagne, ad apprezzarle sotto una nuova luce e di conseguenza ad assumere comportamenti più rispettosi”.
Il Geotrail è insomma stato pensato come “un’occasione di divulgazione interattiva”, sottolinea Mauro Zambotto, coordinatore della rete del patrimonio geologico della Fondazione Dolomiti Unesco. Oltre alla stampa della collana di guide è previsto un approfondimento degli argomenti in una sezione dedicata del sito www.dolomitiunesco.info, con una bibliografia e ulteriore materiale iconografico in formato digitale consultabile gratuitamente online.