Tra buio, freddo, clima cupo e calo della dopamina il primo mese dell’anno a molti è sembrato interminabile. La scienza spiega perché
Gennaio è finalmente andato.
Il mese, nella percezione di molti, più lungo dell’anno, ci ha trascinati tra mattine buie, giornate fredde, nebbie e umidità in una routine senza sconti.
Dopo le feste è stato un tuffo senza paracadute senza allegre prospettive all’orizzonte a spezzare il ritmo.
E soprattutto senza sole.
Come non bastasse, nel pacchetto c’è stato, il 20, anche il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno, celebrato tanto per farsi male e portare in auge la malinconia.
Ma perché proprio gennaio ci sembra infinito?
I social l’hanno detto con ironia, (“E’ un anno che è gennaio”), la scienza con dati alla mano: diversi fattori rendono questo mese un vero test di resistenza.
Uno dei primi motivi per i quali gennaio risulta un mese difficile per i più, secondo gli esperti, sta nel fatto che arriva dopo un periodo di festività intenso e porta a un lungo momento che, da Capodanno in poi, scivola via liscio almeno fino a Carnevale.
E’ la routine, dunque, a renderci la sequenza dei giorni un po’ indigesta.
Ma subentra anche un fattore fisiologico.
Il nostro corpo registra in questo stesso momento un calo della dopamina, ai più nota come “ormone della felicità”: un neurotrasmettitore che consente alle cellule nervose di comunicare tra loro incidendo sulla qualità del nostro sonno e sull”umore.
La dopamina ha il dono di farci sentire appagati e soddisfatti.
La minor luce comporta anche una minor assunzione di vitaminia D, che tutela il nostro sistema immunitario e nervoso.
Lo studio britannico
Tutto questo, va ad incidere sulla nostra percezione del tempo: quando ci sentiamo infelici o tristi per vari motivi lo percepiamo come dilatato.
Al contrario di quando ci si diverte, situazione nella quale siamo soliti dire che “il tempo vola”.
Qualche anno fa alcuni ricercatori della University College London hanno teorizzato una possibile spiegazione sulle cause che ci fanno percepire lunghissimo il mese di gennaio.
Il team si è concentrato proprio sul funzionamento della mente umana riguardo la percezione del tempo, un fenomeno molto soggettivo.
Confermando che il cambio di ritmo dalle Feste alla ripresa del lavoro porta una sensazione di tristezza che a sua volta determina l’impressione che il tempo in gennaio rallenti. In questo mese non ci sono feste né vacanze da aspettare considerato che quelle di Pasqua sono ancora lontane. Le giornate sono brevi, anche se ci sembrano eterne e cala presto il buio.
E il suo ruolo lo gioca appunto anche la dopamina.
Ebbene, gennaio 2025 oramai è andato: non resta che attendere fiduciosi i mesi che ci aspettano, più luminosi e ricchi di belle occasioni, per ritrovare il giusto entusiasmo per affrontare il quotidiano.