Viene definita “Generazione Z”.
Comprende i ragazzi che hanno tra i 15 e i 24 anni, l’età comunemente riconosciuta come la più difficile, ribelle, anche indifferente e sfaticata.
Ma sono loro che, ieri, hanno ritirato al Teatro La Fenice di Venezia il premio di “Veneziano dell’anno 2019”.
Non uno, tanti veneziani dell’anno 2019; un’intera generazione che, in giorni di emergenza, ha mostrato il meglio di sé tirandosi su le maniche, proponendosi e portando aiuto, nelle case e nei negozi, a quanti si sono trovati in grave difficoltà a causa delle maree eccezionali che, dal 12 novembre, si sono accanite sulla città per una settimana intera.
Un impegno che ha commosso tutti, perché vedere ondate di giovani sulle strade a darsi da fare con il sorriso sulle labbra è stato proprio un bel vedere.
Un’energia vitale positiva, che ha portato i media a definire questi ragazzi simbolo della “Generazione Z” gli “angeli dell’acqua” e il Comitato promotore del premio “Veneziano dell’anno” a decidere che erano proprio loro a dover essere presi come esempio.
La motivazione è chiara. “Per l’immediata e spontanea mobilitazione in soccorso della città devastata e ferita – si legge – l’Associazione Settemari conferisce il riconoscimento di Veneziano dell’anno 2019 alla nuova generazione del nuovo millennio, che ha saputo diffondere, con alto senso civico e contagioso entusiasmo, stimoli e speranze per il futuro della nostra comunità”.
Sul palco della Fenice, è salito un piccolo gruppo rappresentativo a ritirare il premio.
Ma le pergamene vanno simbolicamente a tutti gli “angeli dell’acqua” che sono apparsi a Venezia nel momento del bisogno.
Ai giovani che vivono ancora il passaggio, a volte difficile, della crescita e che, come rileva il recente Rapporto Giovani 2019 dell’Istituto Giuseppe Toniolo patiscono “il divario tra i propri desideri e ambizioni e la loro effettiva realizzazione, sia nell’ambito lavorativo che nella vita privata”. Che sembrano avere poche speranze per il futuro e che per questo sono “pieni di incertezze e di fragilità”. Eppure, nel momento del bisogno, non hanno esitato un minuto a rendersi utili e a dimostrate a tutti noi adulti quanto possono davvero fare.
“Complimenti all’Associazione Settemari per la scelta, che mi sembra opportuna per due elementi – ha detto il sindaco Brugnaro – In primis perché Venezia ce la fa, ce l’ha fatta e ce la farà, in secondo luogo perché i giovani sono il nostro futuro. Quando qualcuno continua a parlare di ragazzi che non si interessano o che non hanno voglia di agire dice delle castronerie. Il futuro è vostro – ha continuato il primo cittadino rivolgendosi ai premiati – e il fatto che vi siate dimostrati reattivi di fronte a una difficoltà imprevista fa di voi delle grandi persone. Vi premiamo perché siete un simbolo, vi premiamo perché vi siete sporcati le mani con uno slancio di generosità che vi è venuto dal cuore. Questo è un bell’esempio di cosa possono essere i giovani oggi. Venezia è una città accogliente – ha affermato – e spero che chi di voi vive in terraferma in futuro possa decidere di venire ad abitare in centro storico”.
La pergamena del riconoscimento sarà conservata per un anno nelle sale della biblioteca Querini Stampalia, dove “250 di loro hanno lavorato senza personalismi, fianco a fianco ad adulti e professionisti – ha ricordato con gratitudine la bibliotecaria Barbara Poli – salvando da sicura rovina centinaia di libri. Con il loro impegno, tenace e soprattutto repentino – ha continuato – questi ragazzi ci hanno dato un grande stimolo anche da un punto di vista morale e psicologico, aiutandoci a salvare il nostro patrimonio librario”.
quante volte dobbiamo imparare dai giovani!!!! Graxie e ancora una volta bravi!!!!!