Temperature in rialzo da Pasquetta. Ma Coldiretti lancia l’allarme: bruciato fino al 70% della frutta.
Tradizionalmente, trattandosi di una festività mobile, si parla di Pasqua “bassa” quando cade tra il 22 marzo e il 2 aprile, “media” tra il 3 e il 13 aprile e “alta” tra il 14 e il 25 aprile.
Secondo questa definizione, dunque, quella del 2023 è una Pasqua “media”.
Ma di certo non lo è per le temperature, precipitate negli ultimi giorni, con valori notturni a volte anche al di sotto dello zero per l’influsso dell’aria polare confluita dalla Scandinavia verso il nostro Paese.
La fine del colpo di coda dell’inverno, prevedono i meteorologi, sarebbe imminente, anche se solo a chiusura del periodo festivo, in particolare da Pasquetta. Dell’attuale contesto, più natalizio che pasquale, stanno però facendo intanto i conti soprattutto i coltivatori.
Tant’è che Coldiretti non ha esitato a definire quella in atto come una vera e propria calamità per gli alberi da frutto, con anche le primizie dell’orto in pericolo.
Frutta, bruciato fino al 70% della produzione
Gli effetti delle gelate tardive hanno colpito, sia pure a macchie di leopardo, le campagne della Pianura Padana, dove si concentra la maggior parte della produzione ortofrutticola nazionale. Uno stress che si aggiunge a quello legato alla siccità, con una stima di circa 300 mila aziende in sofferenza in tutt’Italia. E, denuncia la confederazione dei coltivatori diretti, i danni restano elevati anche per chi si è assicurato, vista la presenza di franchigie attorno al 30%.
Il monitoraggio di Coldiretti sulla produzione di frutta ha riscontrato realtà in cui i danni hanno riguardato fino al 70% delle gemme e dei piccoli frutti presenti sugli alberi. Un fenomeno che ha colpito non solo i frutti tipici della primavera, come pesche, albicocche, susine e ciliegie, ma anche per uva, mele, pere e kiwi, già in avanzata fase di vegetazione dopo l’inverno mite, quando le temperature al Nord sono risultate superiori di 1,38 rispetto alle medie storiche.
Gli accorgimenti degli agricoltori
Per fronteggiare il gelo fuori stagione, riferisce la confederazione, gli agricoltori hanno posto in essere alcuni accorgimenti per provare a difendere le coltivazioni.
Le piante sono state così riscaldate, nelle ore più fredde della notte, con l’accensione di fuochi o attraverso ventilatori speciali per creare una barriera protettiva con il rimescolamento dell’aria più fredda con quella più calda.
Lo stesso ghiaccio, paradossalmente, è un’arma per proteggere gli alberi.
Nella Valle dell’Adige, ricca di meleti, è stata per esempio attivata l’irrigazione antibrina notturna, con la patina di ghiaccio, che si forma sugli alberi dopo l’irrorazione di acqua attraverso vaporizzatori, che impedisce il soffocamento o la bruciatura di fioriture e piante quando le temperature scendono sotto lo zero.
Il ritorno della primavera
La situazione, a sentire le previsioni, è comunque destinata a cambiare nei prossimi giorni.
I meteorologi di iLMeteo.it prevedono infatti una svolta, a partire dal Nord, soprattutto a cavallo tra Pasqua e Pasquetta.
Gli effetti più significativi si dovrebbero verificare prima di tutto a Nord-Est, con rialzi della colonnina di mercurio fino a 6°-8°.
Proprio dal lunedì dell’Angelo dovrebbe avvicinarsi all’Italia l’alta pressione dell’anticiclone africano, con caldo e tempo stabile.
Alberto Minazzi