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Gas, c'è il price cap. “Vittoria dell'Italia”

Gas, c'è il price cap. “Vittoria dell'Italia”

Commento entusiasta del premier Meloni dopo l’accordo tra i Paesi Ue per la soglia di 180 euro che farà scattare il meccanismo anti speculazione

È mancata l’unanimità (l’Ungheria ha votato contro, Austria e Olanda si sono astenute), ma i Paesi dell’Unione Europea, come auspicato al termine del Consiglio Europeo della scorsa settimana, sono riusciti a raggiungere l’accordo politico, senza voto formale, per la fissazione della quota di “price cap” per il gas.
Nel Consiglio Affari Energia di lunedì 19 dicembre, l’ultimo in agenda del 2022, i ministri dei 27 Stati hanno trovato l’intesa (da formalizzare con procedura scritta) per far sì che, a determinate condizioni, toccati i 180 euro per megawattora si attivi il meccanismo pensato per evitare le speculazioni.
È dunque arrivata a buon fine la lunga trattativa iniziata lo scorso marzo, dopo il boom dei prezzi del metano legato anche al conflitto tra Russia e Ucraina, che ha visto il nostro Paese fin dall’inizio tra i principali sostenitori dell’introduzione di un tetto di prezzo.
E, non a caso, il presidente del Consiglio in carica, Giorgia Meloni, che ha portato avanti la linea sostenuta dal suo predecessore a Palazzo Chigi, Mario Draghi, ha commentato: “È la vittoria dell’Italia. Una piccola grande vittoria. Più grande che piccola”.

Price cap: come funzionerà

Va prima di tutto sottolineato che le nuove regole approvate a maggioranza qualificata dall’Ue non entreranno in vigore da subito, ma bisognerà attendere il 15 febbraio 2023. E, anche se si tratta di una questione squisitamente formale, nel documento il “price cap” ufficialmente si chiama “meccanismo di correzione del prezzo”.
Etichette a parte, il nodo del contendere era legato sostanzialmente alla soglia di costo all’ingrosso del metano a cui far scattare il tetto. Il punto di mediazione, in questa prospettiva, è stato trovato a 180 euro per Mwh, ben al di sotto dei 275 euro indicati nella bozza proposta dalla Commissione Europea circa un mese fa.
Un’ulteriore modifica, rispetto a quel documento, è stata introdotta anche per la durata della quotazione superiore alla soglia al Ttf, la “borsa del gas” di Amsterdam.
Non serviranno più 2 settimane, ma basteranno 3 giorni lavorativi consecutivi.
Ulteriore requisito richiesto: la quotazione al Ttf dovrà superare di almeno 35 euro il prezzo del gas naturale liquefatto sui mercati globali.
Qualora si presentino queste condizioni, il meccanismo sarà attivato fino a 20 giorni.
In questo periodo, non saranno consentite transazione sui “futures” che superino il “limite di offerta dinamica”. Il price cap potrà essere applicato anche alle transazioni fuori borsa.
È prevista però anche l’ipotesi di una sospensione, nel caso l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia Acer, chiamata a monitorare la situazione, ritenga che mantenendo in vigore il meccanismo possano essere messi a rischio gli approvvigionamenti.

Simson: “Saremo meglio preparati per la prossima stagione invernale”. Mosca: “reagiremo”

“È una battaglia – ha aggiunto il premier italiano – che molti davano per spacciata, ma che abbiamo portato a casa”.
Giorgia Meloni ha parlato da Roma. A rappresentare l’Italia a Bruxelles era invece il ministro per l’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Che, in un tweet, ha scritto: “È la vittoria dei cittadini italiani ed europei che chiedono sicurezza energetica”. E poi ha aggiunto: “È il primo passo per calmierare le bollette”.
“È stato l’accordo – ha commentato in conferenza stampa Jozef Sikela, ministro dell’Industria della Repubblica Ceca, presidente di turno della Ue – più difficile da trovare. Una volta ancora abbiamo dimostrato che l’Unione Europea è capace di arrivare a un’intesa. Il meccanismo non metterà a rischio l’approvvigionamento di gas e la stabilità dei mercati”.
“Con questo meccanismo in atto – ha aggiunto la commissaria dell’Unione, Kadri Simson – saremo meglio preparati per la prossima stagione invernale e per il nuovo round di riempimento degli stock, che sarà più impegnativo di quest’anno”.

Rassicurazioni che fanno da contraltare alle dichiarazioni del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, riportata dalle agenzie di stampa russe.
“È un accordo inaccettabile che crea distorsione nel mercato, reagiremo“, ha dichiarato. Perché Mosca, come ha sottolineato ieri anche il presidente Vladimir Putin, potrebbe a questo punto decidere di dirottare le vendite del suo gas verso i Paesi in via di sviluppo.

 

Gli altri punti sul tavolo

Un primo effetto dell’accordo si è già prodotto. Ieri, a fine giornata, il prezzo del gas alla borsa di Amsterdam ha fatto registrare un calo del -6%, attestandosi a 108 euro al Mwh, dopo aver toccato anche i 106 euro. Si tratta di quotazioni che erano state toccate per l’ultima volta l’11 novembre e, in precedenza, solo a metà giugno.
Quello sul price cap, in ogni caso, non è stato comunque l’unico risultato ottenuto nella riunione del Consiglio Affari Energia.
Come ha sottolineato il presidente del Consiglio dell’Unione, Charles Michel, “i ministri hanno portato a termine la decisione del vertice dell’Unione Europea, insieme a procedure di autorizzazione più rapide per le energie rinnovabili, acquisti congiunti di gas e chiare regole di solidarietà”.

In concreto, è stato previsto infatti che le grandi aziende energetiche nazionali dovranno procedere ad acquisti comuni per almeno il 15% dei rispettivi stoccaggi di gas. E che gli Stati membri, ferma restando la tutela in ogni circostanza dei consumi minimi per abitazioni, scuole e ospedali, potranno tagliare i consumi di gas non essenziali per dirottare le forniture verso servizi e industrie, potendo inoltre chiedere interventi di solidarietà di altri Stati membri dell’Unione.

Pur registrando qualche passo avanti, ancora nulla di concreto è invece stato concluso riguardo al disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas, che ora diviene il principale obiettivo energetico dell’Italia. Al riguardo, a Bruxelles è stata data indicazione solo di una data limite, il 31 marzo 2023, entro cui l’Acer dovrà rendere disponibile un nuovo parametro di riferimento dei prezzi per consentire lo sganciamento dei prezzi.

Alberto Minazzi

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