Con la pubblicazione del regolamento in Gazzetta Europea, entra nel vivo la strategia di Bruxelles per contenere i consumi
È stato ribattezzato “Piano per salvare l’inverno”, ma le strategie che i Paesi dell’Unione sono chiamate a mettere in campo per contenere i consumi di gas in vista della prossima stagione fredda anche se siamo in piena estate devono partire da subito.
Anzi, da ieri, perché il regolamento pubblicato ora nella Gazzetta Europea, che fa seguito alle proposte della Commissione di Bruxelles e all’accordo di luglio in sede di Consiglio Affari Energia, ha effetto retroattivo.
Ma, del resto, già prima delle decisioni europee, i singoli Stati, che sono chiamati a declinare in concreto le modalità per perseguire gli obiettivi, avevano già iniziato ad attuare alcune misure in questa direzione.
Il Piano europeo e la strategia italiana
Uno degli obiettivi del Piano europeo è quello, anche attraverso il risparmio di una quantità complessiva di materia prima tra i 30 e i 45 miliardi di metri cubi, di arrivare al 1° novembre con gli stoccaggi al 90%.
Nell’ultimo aggiornamento, del 3 agosto, su questo fronte è stata già toccata quota 70,89%, che va oltre la media attestata negli ultimi 5 anni al 70,32%.
Il Piano prevede una riduzione di consumi, inizialmente volontaria, del 15% rispetto alla media degli ultimi 5 anni, entro il 30 marzo 2023.
Il taglio, però, non riguarda in egual misura percentuale tutti gli Stati, prevedendo alcune eccezioni e deroghe.
In tal senso, all’Italia è stato accordato di poter contenere i consumi di gas di solo il 7%.
La prima misura, già in vigore, adottata dal nostro Paese con il decreto Bollette, è quella del ritocco dei limiti di temperatura da mantenere in uffici e edifici pubblici con climatizzazione e riscaldamento. Non si può cioè scendere sotto i 27 gradi in estate e sopra i 19 in inverno, con una riduzione dei consumi tra il 7% e l’8%, pari a un quantitativo di gas tra 2 e 4 miliardi di metri cubi.
Come si stanno muovendo gli altri Paesi
Tra gli Stati membri dell’Unione, la Spagna è stata la prima ad adottare un apposito decreto sul risparmio energetico.
Tra le misure, l’applicazione degli stessi limiti italiani (27° e 19°) non solo agli edifici pubblici, ma anche a negozi, centri commerciali, stazioni e aeroporti.
Le luci e le insegne dei negozi devono poi essere spente dopo le 22. Con un gesto simbolico, il premier Pedro Sanchez ha inoltre invitato i dipendenti pubblici a togliere la cravatta.
La strategia francese sarà illustrata invece dopo le ferie, anche se ci sono già misure, in particolare sull’elettricità.
Si va dal limite di 27 gradi in uffici ed esercizi commerciali, alla possibilità di tenere accesa l’aria condizionata negli uffici governativi solo con temperature interne sopra i 26 gradi, al divieto di pubblicità luminosa dall’1 alle 6 di notte.
Limite di 27 gradi negli edifici pubblici anche in Grecia, dove gli impiegati dovranno spegnere, e non lasciare solo in stand-by, i computer a fine giornata.
In Germania, invece, la declinazione delle misure è stata affidata a livello dei singoli land. Si va così dallo stop alle docce calde per piscine, palestre e centri sportivi della Bassa Sassonia, all’illuminazione notturna limitata dei monumenti di Lipsia e Berlino, allo stop all’acqua calda negli uffici distrettuali della Baviera.
Il Governo ha invece tra l’altro imposto lo spegnimento delle insegne dei negozi dopo la chiusura e il divieto di pubblicità luminosa notturna.