L’aggiornamento di Arera di inizio febbraio farà frenare anche l’inflazione. Sul caro-benzina il Governo ragiona sul tema delle accise
Finalmente il prezzo della bolletta del gas degli utenti del mercato tutelato farà segnare una decisa riduzione. Un ribasso che, stimano il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e il responsabile di Nomisma, Davide Tabarelli, potrebbe arrivare fino al 40% con il nuovo aggiornamento sull’andamento dei prezzi, che sarà reso noto da Arera a inizio febbraio.
Una buona notizia che, aggiunta al -20% già applicato alle bollette dell’energia elettrica per il primo trimestre del 2023, porterà a una frenata anche dell’inflazione, che, se continuerà la tendenza, potrebbe tornare nei prossimi mesi sotto la doppia cifra.
Sul fronte del caro-energia, al momento non sono invece in vista novità per quanto riguarda i carburanti, i cui prezzi sono tornati ad avvicinarsi alla soglia dei 2 euro. Il Governo esclude ancora il troppo caro ritorno al taglio delle accise su benzina e diesel, ma sta ragionando su un meccanismo automatico in caso di rincari significativi.
Gas: il calo delle bollette
A dicembre, le famiglie che utilizzano una fornitura di gas con un contratto del mercato tutelato avevano visto un rincaro della bolletta pari al 23%.
Ma anche se, come sottolinea Tabarelli, le tariffe per gennaio rimarranno pur sempre più alte del 30% rispetto a quelle applicate nello stesso mese del 2022, grazie al calo del prezzo spot del metano dall’inizio dell’anno è in arrivo un deciso calo dei costi in bolletta.
All’agenzia Ansa, il responsabile di Nomisma ha quantificato in circa 712 euro, se il taglio della bolletta sarà pari al 33%, il risparmio su base annua per chi effettua un consumo-tipo di 1.400 metri cubi ogni 12 mesi. Sul mercato all’ingrosso si dovrebbe passare infatti da 60 a 117 euro al megawatt/ora.
Il ministro Giorgetti ha invcee parlato di un -40% dettato dall’andamento del mercato, ricordando però anche che i calcoli effettivi spettano ad Arera.
Gas: il “prezzo politico” a cui pensa il Governo
Come aveva annunciato nei giorni scorsi proprio il ministro dell’Economia, il Governo è intanto sempre al lavoro per studiare la formula con cui procedere con gli aiuti a famiglie e imprese per sostenere i rincari energetici dopo la scadenza della proroga degli aiuti in vigore fino a fine marzo. E, al riguardo, iniziano a trapelare le prime indiscrezioni sulla linea sulla quale sembra orientato l’Esecutivo.
Il metodo che si pensa di applicare è quello già applicato in alcuni Paesi, tra cui la Germania.
Il meccanismo di “prezzo politico” prevede cioè solo una quota parte dei costi, tra il 75% e l’80%, che usufruirebbe di un intervento dello Stato volto a calmierarli. Per il resto della bolletta si applicherebbero invece le tariffe di mercato. Sarebbe questa infatti la via per incentivare gli utenti a risparmiare i consumi.
Energia e inflazione
Le famiglie, in ogni caso, anche in Italia hanno già razionalizzato in maniera significativa i consumi, riducendo la domanda di gas.
È questa, favorita anche dalle temperature fin qui miti dell’inverno, una delle ragioni della frenata dei costi delle materie prime, insieme, spiega sempre Tabarelli al “Messaggero”, alle scorte elevate, alle centrali nucleari francesi e ai 3 nuovi rigassificatori tedeschi.
Tutto ciò si tradurrà in una frenata dell’inflazione, non a caso legata in Europa soprattutto ai costi energetici.
L’economista ipotizza che il tasso possa passare dall’11,3% di dicembre, al 10% circa a gennaio e poi calare ulteriormente nei mesi seguenti.
A fine marzo, infatti, è previsto l’arrivo di un’ulteriore riduzione anche del prezzo dell’energia elettrica (oggi ancora il doppio rispetto all’anno scorso), che Tabarelli pensa possa arrivare attorno al -20%.
Accise su benzina e diesel: le ipotesi
Al momento non ci sono invece novità positive in vista sul fronte carburanti, con i rincari che continuano.
Le ultime rilevazioni dell’Osservatorio prezzi del Mise indicano una media di 1,88 euro al litro per la benzina fai da te (+5 millesimi), 1,922 per il diesel (+4), con i prezzi che superano i 2 euro (rispettivamente 2,017 e 2,059) in modalità servito.
Federconsumatori ritiene però che i prezzi reali siano superiori: almeno 1,90 e 1,96 euro al self service.
Il taglio delle accise, per ora, resta però escluso dal Governo, in quanto troppo costoso per le coperture finanziarie. E, se si va verso la proroga fino a dicembre del bonus carburante da 200 euro per i dipendenti, interventi di riduzione delle accise potrebbero essere decisi in futuro sulla base di presupposti diversi. Il principio è quello dell’invarianza del gettito, con la riduzione delle accise che servirebbe per compensare l’aumento dell’Iva.
Va però detto che, tra i requisiti che potrebbero essere richiesti, oltre a una percentuale di aumento che superi la soglia fissata dal Governo (che potrebbe attestarsi tra 1,8 e 2 euro al litro), la stabilità di questo incremento di prezzo, che dovrebbe durare forse per almeno 4 mesi.
Alberto Minazzi