Il progetto LIFE European Sharks trova in Gardaland SEA LIFE un nuovo alleato per tutelare squali e razze, minacciati dall’uomo ma essenziali per la salute degli oceani
Gli squali salgono alla ribalta delle cronache solo quando causano il ferimento o la morte di qualche malaugurato bagnante.
Tv, giornali e web si sono freneticamente occupati della tragica vicenda del turista di 48 anni, Gianulca Di Gioia, che lo scorso 29 dicembre è stato attaccato e ferito mortalmente da un pescecane nelle acque di Marsa Alam, nel Mar Rosso.
Nell’incidente, avvenuto in acque profonde, al di fuori dell’area di balneazione, a circa 50 metri dal pontile del Resort egiziano, è rimasto ferito, in modo non grave, anche un altro italiano, Peppino Fappani.
Nel tentativo di prestare aiuto a Di Gioia, credendolo in difficoltà a causa di un crampo, Fappani, 69 anni, è stato a sua volta attaccato dallo squalo che ha cercato di trascinarlo sott’acqua. A evitare una doppia tragedia, la fortuita presenza di alcuni egiziani in gommone che si sono avvicinati ai malcapitati, riuscendo ad allontanare il pescecane. A detta degli esperti, si trattava di uno squalo tigre (Galeocerdo cuvier) lungo oltre 2 metri e mezzo, probabilmente lo stesso esemplare che, qualche mese prima, nella stessa zona, era stato protagonista di un altro attacco fatale ai danni di un giovane turista russo.
Le aggressioni all’uomo da parte degli squali sono in realtà episodi molto rari, spesso dovuti a comportamenti errati e a pratiche illegali come nel caso dell’incidente in Egitto, causato, con ogni probabilità, dallo scarico indiscriminato di carcasse di animali morti o morenti dalle navi cargo in transito nel Mar Rosso.
Questa sorta di pericolosa “pastura” spinge poi gli squali a cercare cibo in acque costiere, dove finiscono per scambiare la sagoma e le vibrazioni prodotte da un bagnante per quella, ormai familiare, di una carcassa o di un animale in agonia.
Squali e razze tra le specie più minacciate
In realtà, come spiega Giovanni Raimondi, Coordinatore dell’Acquario di Livorno, partner del progetto LIFE European Sharks, cofinanziato dalla comunità europea, “a essere in pericolo non è l’uomo bensì i grandi abitanti del mare, squali e razze, in particolare, che rientrano infatti tra le specie più minacciate del Mar Mediterraneo e di tutti mari del mondo. Sono predatori all’apice della catena alimentare con un importantissimo ruolo all’interno degli ecosistemi marini, che si trovano oggi in uno stato di conservazione molto precario a causa dell’uomo”.
Tra specie protette e non protette
Nel Mar Mediterraneo vivono circa ottanta specie di squali, razze e chimere, gli elasmobranchi che per milioni di anni, hanno svolto un ruolo chiave di bilanciamento dell’eco sistema marino.
“Purtroppo le aree di alimentazione e riproduzione sono sempre più degradate o occupate dall’uomo – aggiunge Raimondi – Squali e razze vengono catturati a migliaia, anche se accidentalmente. In appena pochi decenni più della metà delle specie di elasmobranchi sono diventate in pericolo di estinzione. L’equilibrio tra predatore e preda è ormai rotto”.
Attualmente circa trenta specie di squali e razze sono protette nella maggior parte del bacino del Mediterraneo e non possono essere catturate o sbarcate. Tuttavia, molte altre specie sono considerate in pericolo ma non sono automaticamente protette: tra queste rientrano anche specie commerciali che hanno subito un drastico declino, come ad esempio il palombo, ingrediente tipico del cacciucco, la celebre zuppa di pesce livornese.
Cacciucco “Shark-free”, una nuova ricetta
Visto che questa specie è fortemente in sofferenza, e addirittura da decenni non si pesca più in zona, l’Acquario di Livorno con LIFE European Sharks sta promuovendo presso i ristoratori e i consumatori un cambio di mentalità: il cacciucco “shark-free”, altrettanto buono ma ecologico.
Incoraggiare il consumo di pesce locale e più sostenibile è una delle azioni promosse da LIFE European Shark, progetto cofinanziato dall’Unione Europea che coinvolge cittadini e professionisti del settore marino in Croazia, Francia, Italia, Slovenia e Spagna (di fatto l’intero Mediterraneo centrale e occidentale), nella conservazione e nella salvaguardia del gruppo di pesci marini più a rischio d’Europa, animali minacciati da livelli insostenibili di catture accidentali, inquinamento e alterazione del loro habitat.
Gli squali sono essenziali per la salute degli oceani
Scopo del progetto europeo è la creazione di una rete sempre più ampia e capillare di enti, soggetti e realtà operanti in diversi settori che, in sinergia, implementino azioni e buone pratiche volte a proteggere gli esemplari marini più a rischio. Tema centrale del progetto è l’opera di divulgazione tesa a far comprendere a tutti i cittadini che gli squali, più che essere pericolosi, sono in effetti essi stessi in pericolo e che la loro presenza in mare è – al contrario – assolutamente necessaria per la buona salute dell’ecosistema marino.
“Progetti come LIFE European Sharks si rivolgono sia al largo pubblico che alle categorie coinvolte nell’uso delle risorse ittiche, come i pescatori professionisti o i ristoratori, spingendoli a intraprendere scelte quotidiane di comportamento e di consumo che possono fare la differenza nella conservazione di queste specie a rischio – aggiunge Giovanni Raimondi – L’allargamento del team che lavora a questo progetto, come nel caso di Gardaland SEA LIFE Aquarium, in qualità di ambasciatore, è un passo importante verso una maggiore efficacia dell’intero programma a livello europeo”.
LIFE European Sharks
L’acquario veneto, che sorge accanto a Gardaland, il Parco ricreativo sul Lago di Garda, aderendo al progetto, già in precedenza abbracciato dall’Acquario di Livorno, si impegna a contribuire al coinvolgimento e alla sensibilizzazione dei cittadini nello sforzo comune di salvaguardare gli squali e le razze del Mediterraneo attraverso attività e iniziative rivolte ai propri visitatori.
Per raggiungere i propri obiettivi, LIFE European Sharks confida anche nel diretto e volontario contributo da parte di altre figure chiave, come i pescatori sportivi, che sono invitati a rilasciare in mare squali e razze, seguendo pratiche di manipolazione che ne aumentino la probabilità di sopravvivenza. All’attività di formazione di pescatori e ufficiali del controllo pesca, volta a limitare la mortalità delle specie protette attraverso il rispetto delle normative europee, il progetto aggiunge altre azioni che coinvolgono, ad esempio, i subacquei, esperti del mare in grado di ridurre il rischio di cattura accidentale dei pesci in attrezzi da pesca smarriti.
Segnalazioni: azioni importanti per individuare zone sensibili
Anche gli utenti del Mediterraneo possono diventare parte attiva del progetto LIFE European Sharks semplicemente segnalando l’avvistamento, in una determinata area, di uno squalo o di una razza, ma anche di un trigone, una torpedine, una mobula o un’aquila di mare.
“Per proteggerli, dobbiamo prima individuare e poi tutelare le aree importanti per la loro sopravvivenza; quelle dove vivono o dove tornano ogni anno, le aree di aggregazione per la riproduzione e quelle per la migrazione – aggiunge Giovanni Raimondi – Ogni avvistamento, ogni segnalazione, messa insieme alle altre, fa emergere l’importanza di queste zone, rendendo possibile la mappatura delle aree sensibili. Un primo ma fondamentale passo per tutelare le specie a rischio, stimolando le autorità, i decisori politici e le comunità ad attuare misure di conservazione”.
LIFE European Sharks, attivo da ottobre 2023 fino a settembre 2027, è un progetto co-finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma LIFE. È coordinato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn con partner in Croazia (Università di Spalato), Francia (Parcu naturale marinu di u Capicorsu è di l’Agriate) e Italia (Acquario di Livorno, Centro di Competenza Distrettuale, D.R.E.AM, Guardia Costiera Italiana, MedSharks, Shoreline e Università di Firenze e ora anche Acquario di Gardaland).
Claudia Meschini