Un museo interattivo unico nel suo genere celebra i videogiochi come forma d’arte e ripercorre la loro evoluzione tra passato, presente e futuro
La notizia è sicuramente ghiotta per gli appassionati di videogiochi, ma anche per i semplici curiosi.
A Roma è stato inaugurato il Gamm – Game Museum, il più grande d’Italia interamente dedicato al settore.
In un palazzo storico dell’’800, nel cuore della Capitale, a poca distanza dalla Stazione Termini, è possibile immergersi in uno straordinario viaggio nel mondo dei videogiochi esplorandone l’evoluzione dalle origini ai giorni nostri.
Un luogo aperto 7 giorni su 7 che, come sottolinea il direttore del Museo e co-fondatore di Kabuto, la startup che lo gestisce, Marco Accordi Rickards, “celebra il videogioco come foma d’arte interattiva.
Un Museo che non si limita a esporre console e videogiochi ma che offre un’esperienza immersiva attraverso la storia, la tecnologia e il gameplay delle opere interattive.
Il viaggio nel mondo dei videogiochi in tre aree tematiche interconnesse
Il Gamm è suddiviso in tre aree tematiche: GammDome, Parc – Path of Arcadia e Hip – Historical Playground.
La prima, con 24 stazioni interattive digitali, è un vero e proprio percorso immersivo nel mondo del videogioco. Accanto a contenuti digitali all’avanguardia, tra i quali oltre trenta contributi video di esperti del settore gaming a livello internazionale, vi è in esposizione una ricca collezione di pezzi unici di grande valore che guidano il visitatore nell’esplorazione dell’evoluzione storica del videogioco. I contenuti in quest’area sono dinamici, personalizzabili e utilizzabili anche dalle scuole, adatti all’età e agli interessi degli studenti che possono approfondire non solo la conoscenza e i meccanismi dei media interattivi, ma anche stimolare la creatività e il pensiero critico.
Parc – Path of Arcadia è l’area dedicata ai classici videogiochi da bar e sala-giochi diffusi tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’90 e porta nell’età dell’oro dei videogiochi.
Nella terza area, Hip – Historical Playground, l’esposizione offre un’analisi approfondita sull’evoluzione storica dei videogiochi, sulle tecnologie che ne hanno plasmato lo sviluppo e sui diversi target di pubblico cui si rivolgono.
Un’esperienza nuova e coinvolgente tra passato, presente e futuro
Il Gamm si sviluppa in 700 metri quadrati, articolati su due livelli. Con oltre 120 schermi tra monitor, postazioni di gioco di ogni genere, totem interattivi e spettacolari ledwall installati all’interno di un percorso di oltre 60 metri di strutture americane la visita a questo Museo significa un’esperienza nuova tra passato, presente e futuro. Il percorso espositivo mette assieme contenuti digitali all’avanguardia con una collezione di pezzi unici di grande valore, al tempo stesso promuovendo il medium interattivo come forma culturale d’arte e di espressione.
A gestire il Museo del videogioco è la startup innovativa e tecnologica Kabuto, sviluppata da un team con oltre 25 anni di esperienza nel settore, che con questo progetto intende far scoprire come questa forma d’arte abbia influenzato la nostra cultura e la nostra società. Gamm nasce dal successo di Vigamus, già Museo del videogioco di Roma che dal 2012 ha registrato oltre due milioni di visitatori da tutto il mondo.
Qualche cenno storico sui videogiochi
La storia dei videogiochi si è sviluppata in oltre mezzo secolo.
L’origine del videogioco risale al 1947, anno in cui è stato progettato il primo gioco destinato a essere giocato su un tubo catodico. Nel 1952, nei laboratori dell’Università di Cambridge A.S. Douglas, come esempio per la sua tesi di dottorato, realizzò concretamente OXO, la trasposizione del gioco tris per computer per dimostrare una sua tesi sull’interazione uomo-macchina.
E’ proprio OXO ad essere considerato il primo videogioco che utilizzava uno schermo catodico per la visualizzazione.
Il prototipo della prima console arrivò nel 1966 e nello stesso anno Ralph Baer creò un semplice videogioco, Chase, che poteva usare come terminale video una normale televisione.
L’anno successivo fu la volta del videogioco a due giocatori realizzato dallo stesso Baer insieme a Bill Harrison mentre per il primo videogioco arcade (un videogioco in una postazione pubblica apposita azionata a gettoni o a moneta e costituita fisicamente da un elaboratore posto all’interno di un cabinato, ndr) si arriva al 1971. Da quel momento l’evoluzione tecnologica fu rapida. Nella seconda metà degli anni Novanta, con la grande diffusione di internet, iniziò a prendere importanza il gioco online come anche, da quel momento in poi i videogames e le console subirono una vera e propria rivoluzione sia per innovazione sia per l’accessibilità.
Silvia Bolognini