Nel report Biodiversità a rischio 2024, Legambiente ha lanciato l’Sos per un’icona del Mar Mediterraneo
La cronaca recente lo ha visto protagonista di un episodio accaduto nel Golfo di Napoli, dove alcuni giovani in barca hanno attratto dei gabbiani per poi ferirli.
Tra questi c’era un adulto di gabbiano corso, una specie rara e protetta.
Sempre nel Golfo di Napoli, tra Procida e Ischia, nelle vicinanze della riserva naturale dell’isolotto di Vivara, un giovane esemplare è stato invece salvato e curato.
Il gabbiano corso è stato classificato come “vulnerabile” nella lista Rossa Globale dell’UCN, L’unione Mondiale per la Conservazione della Natura, oggi il più grande network mondiale di autorità in materia di conservazione della biodiversità.
Prossimo alla minaccia
Il gabbiano corso è una delle specie di uccelli marini più caratterizzante l’area mediterranea. E’ un laride di medie dimensioni, tra il 10% e il 15% più piccolo rispetto al gabbiano reale, dal quale si differenzia per diverse caratteristiche. Ha una corporatura più esile ed elegante, un piumaggio di colore che varia tra il grigio perla delle parti superiori e il bianco delle parti inferiori e del capo. Il becco è rosso acceso con apice giallo, gli occhi scuri e le zampe grigie.
In Italia lo si può trovare in alcuni tratti dell’arcipelago Toscano, Puglia e Sardegna. In Campania la sua presenza è inferiore all’1% della popolazione complessiva italiana. Alla fine degli anni Novanta dello scorso secolo, il 90% della popolazione mondiale di gabbiano corso nidificava in territorio spagnolo, il 65% in solo due colonie.
Dal 2010 in avanti vi è stato un progressivo declino della popolazione, tanto che uno studio recente riporta per la Spagna solo il 60% della popolazione mondiale. Per questo è classificato tra i volatili a rischio estinzione come indica il report di Legambiente.
Il declino della specie protetta
Il volatile nidifica su piccole isole o tratti costieri a picco sul mare principalmente in Spagna, Algeria, in Grecia e Italia. Piccole colonie si trovano anche in Corsica, Tunisia, Marocco, Croazia, Turchia e a Cipro. In inverno si muove verso sud lungo la costa nordafricana e oltre in Gambia, Mauritania, Gabon e Senegal. La sua occasionale presenza è segnalata anche in Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Malta, Israele, Giordania, Svizzera, Egitto e Regno Unito. Nel nostro Paese la popolazione nidificante è stimata in 800-900 coppie.
Il gabbiano corso è una specie coloniale protetta che si alimenta principalmente, a differenza dei gabbiani reali, da fonti marine quindi pesci e piccoli crostacei e per questo è condizionato dalla loro disponibilità. Inoltre a minacciare la riproduzione vi sono le alterazioni ambientali, come la dispersione di idrocarburi nelle aree in cui pescano, che possono avere gravi conseguenze.
Suoi nemici sono anche il bycatch, la cattura accidentale, di cui sono vittime ogni anno in Europa circa 200 mila uccelli marini, gabbiani compresi; i predatori terrestri e i competitori come il gabbiano reale. Una grave minaccia è rappresentata anche dalle malattie, in particolare il virus dell’aviaria, che ha portato di recente alla morte di molti uccelli marini in Gran Bretagna. Il gabbiano corso, la specie di gabbiano più rara al mondo, è stato adottato come simbolo del Parco nazionale Arcipelago Toscano, dove lo si può vedere.
L’Italia sempre più a rischio biodiversità
Nel report 2024, i dati di Legambiente evidenziano che la biodiversità è sempre più a rischio. A preoccupare in particolare è lo stato di salute di avifauna e anfibi, importanti termometri di mare e zone umide, la cui presenza è calata di oltre il 50% negli ultimi 10 anni.
Una seria minaccia è rappresentata dalla crisi climatica, dall’inquinamento, dalle catture accidentali e dalle azioni dell’uomo. Per questo serve un cambio di rotta che porti a una maggiore tutela della biodiversità e freni le catture accidentali di specie sensibili durante l’attività di pesca.