Si chiude oggi al castello di Elmau, in Germania, il vertice tra i leader dei 7 Paesi economicamente più avanzati
L’ultimo aggiornamento è la dichiarazione, raccolta dall’agenzia Ansa, in cui una “fonte europea” ha spiegato che il “price cap”, cioè il tetto al prezzo, sul petrolio sarà “meglio definito”, mentre quello sul gas “è più generico” perché un po’ più “complicato”.
Il G7, il vertice tra i leader dei 7 Stati economicamente più avanzati al mondo, che si chiude oggi al castello di Elmau, in Germania, sembra dunque aver raggiunto uno dei punti più importanti nell’attuale scenario mondiali: l’accordo internazionale per frenare la corsa dei prezzi delle materie prime energetiche.
La dichiarazione finale
Il punto di incontro della trattativa sarà meglio definito con la pubblicazione della dichiarazione finale del summit. Al riguardo, la stessa fonte di riferimento dell’agenzia di stampa italiana ha anticipato che il documento “dà più spazio per continuare a lavorare” anche sul fronte del gas.
“La situazione – aggiunge il virgolettato dell’Ansa – potrebbe un po’ essere diversa a settembre, ottobre. Vedremo l’andamento dei prezzi, lo sviluppo della situazione, e della produzione globale”.
I leader del G7, sul fronte della sicurezza alimentare, oltre a stanziare a 5 miliardi di dollari, inviteranno anche Putin a “mettere fine senza condizioni al blocco dei porti ucraini sul Mar Nero”, a smettere di “distruggere infrastrutture portuali di trasporto, terminali e silos per il grano” e di “appropriarsi in modo illegale di prodotti agricoli e attrezzature ucraine”. Un forte sostegno, insomma, alla ripresa delle esportazioni agricole dell’Ucraina e allo sblocco di un “corridoio marittimo sicuro attraverso il Mar Nero” a cui stanno lavorando le Nazioni Unite.
Energia: il ruolo dell’Italia
La proposta di studiare un “price cap” per tutti i prodotti energetici esportati dalla Russia, per limitare gli introiti poi destinati al finanziamento della guerra, era stata avanzata e sostenuta in particolare dal Governo italiano.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, aveva suggerito di dare ai ministri dell’Energia dei singoli Paesi un mandato urgente per studiare l’applicazione di questi tetti ai prezzi, a partire da quello del petrolio, ma senza dimenticare il gas. E l’intesa sulla dichiarazione, ancora politica e non tecnica, sarebbe stata raggiunta proprio sulla base dello schema proposto dal nostro Paese.
Per il Premier italiano sono giorni intensi, dal punto di vista della diplomazia internazionale. Draghi ieri ha incontrato il Primo ministro britannico, Boris Johnson, il presidente argentino, Alberto Fernandez, e il Primo ministro canadese, Justin Trudeau. Tra gli argomenti al tavolo di quest’ultimo vertice, ovviamente anche la riflessione sulla crisi energetica, soprattutto in considerazione del ruolo di grande produttore del Paese nordamericano. Il tema della sicurezza, invece, sarà al centro del vertice Nato di Madrid, che Mario Draghi raggiungerà dopo la chiusura del G7.