A Venezia, approvato il provvedimento che rilancia l’indennizzo attraverso un fondo apposito. I consigli della Polizia per la prevenzione del rischio
Truffe, furti, scippi e borseggi sempre più spesso colpiscono gli anziani: per la loro fragilità, innanzitutto, ma anche per la loro propensione a non rinunciare al denaro contante.
Non a caso, uno dei momenti preferiti dai malfattori per mettere a segno i propri colpi è quello successivo al prelievo della pensione in Posta o al bancomat.
Insieme a una serie di consigli preventivi da parte della Polizia, non mancano però anche le misure di risarcimento e di assistenza psicologica per chi ha una certa età e si è trovato a fronteggiare un evento di questo tipo. In tal senso, oltre all’assicurazione stipulata da Poste Italiane, sono sempre più i Comuni che prevedono un ristoro delle vittime.
A Bologna, per esempio, gli over 65 non assicurati che hanno subito un furto, una rapina o una truffa all’interno dell’area metropolitana possono richiedere un contributo che varia da 100 a 500 euro (nel caso l’anziano sia derubato della pensione appena ritirata) o fino a 300 euro se si renda necessario ripristinare serrature, porte o finestre. E tra i Comuni con iniziative di questo tipo, adesso, torna anche Venezia.
I risarcimenti agli anziani veneziani derubati
La Giunta comunale del capoluogo lagunare ha infatti appena approvato, nell’ambito di un protocollo d’intesa per il contrasto delle truffe agli anziani formato con la Prefettura, la costituzione di un fondo da 20 mila euro da cui attingere per la concessione di un rimborso a titolo di risarcimento per gli anziani che abbiano subito uno scippo, una rapina o un furto.
A poter richiedere l’indennizzo saranno solo gli over 70 e il reato dovrà essere avvenuto all’interno del territorio comunale.
Nell’ambito del provvedimento, è prevista anche l’apertura di uno “Sportello sociale” con la doppia finalità di offrire un supporto psicologico alle vittime e, contemporaneamente, per arrivare l’istruttoria che porterà concretamente al rimborso.
Sul fronte della prevenzione, intanto, il Comune di Venezia, utilizzando circa 81 mila euro di maggiori entrate risultate dalla variazione di bilancio, ha deciso di impiegare questa somma per il potenziamento del sistema di videosorveglianza del territorio. Alle 666 telecamere già installate e funzionanti (384 in terraferma, 243 in centro storico, 25 al Lido e 14 ai confini della Città metropolitana), entro fine anno se ne aggiungeranno altre 13.
L’assicurazione delle Poste
Chi ritira la pensione in ufficio postale, in tutta Italia, può anche contare sulla copertura da eventuali furti garantita dall’assicurazione stipulata proprio a tal fine da Poste Italiane. La possibilità di richiedere il risarcimento, per le vittime, richiede una serie di requisiti, rispettati i quali normalmente la cifra, per un ammontare massimo di 700 euro, sarà accreditata entro 30 giorni.
In primo luogo, i furti coperti dall’assicurazione sono solo quelli avvenuti entro 2 ore dal prelievo del denaro allo sportello di un ufficio postale o utilizzando una postazione Postamat. Inoltre, la sottrazione deve essere stata effettuata nelle vicinanze delle poste stesse e non, per esempio, una volta raggiunta con i soldi la propria abitazione.
Il pensionato vittima del furto dovrà quindi recarsi, entro 3 giorni dal fatto, in una stazione dei Carabinieri o della Polizia per presentare denuncia.
La copia del della denuncia, insieme alla documentazione che comprova l’operazione di prelievo, le generalità del titolare del rapporto e l’intestazione del conto o del libretto dovrà essere infine presentata allo sportello postale per l’inoltro della richiesta.
Alcuni consigli per tutelarsi dai furti
Per prevenire il rischio di furti, Poste Italiane invita gli anziani a farsi sempre accompagnare da qualcuno quando si recano a ritirare la pensione.
Il suggerimento riprende anche uno dei punti inseriti dalla Polizia di Stato, fin dal 2016, nell’apposita sezione del proprio sito internet dedicata ai consigli per mettere in guardia le potenziali vittime dai rischi, fino ai comportamenti da attuare in caso di sospetti.
Dopo aver ricordato che “in ogni caso, in casa non bisogna mai far entrare estranei e, se si hanno dubbi o sospetti, bisogna chiamare subito il 113”, l’elenco di suggerimenti inizia con “Non vergognatevi e denunciate chi approfitta di voi” e il classico “Non aprite la porta di casa a sconosciuti”, aggiungendo “anche se vestono un’uniforme o dichiarano di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità”.
Ancora, la Polizia invita a non fermarsi con sconosciuti o farsi distrarre durante il tragitto di andata e ritorno dalla banca o dall’ufficio postale”. E poi di evitare di operare al bancomat se ci si sente osservati.
Per concludere, ci sono consigli rivolti anche a figli, nipoti e parenti stretti (“non lasciate soli i vostri anziani”), ai vicini di casa (“scambiate ogni tanto con loro quattro chiacchiere) e agli impiegati di banca o di uffici postali (come “spiegate che all’esterno di banche ed uffici postali nessun impiegato effettua controlli”).
Alberto Minazzi