Per la prima volta, abbiamo una rappresentazione reale del buco nero che si trova al centro della Via Lattea.
E’ stato fotografato grazie a otto osservatori radio-astronomici dislocati nel mondo: una rete globale che ne ha carpito la struttura brillante a forma di anello che lo circonda.
Il buco nero, infatti, non emette luce e sarebbe per sua natura invisibile se non fosse per i gas che lo circondano.
Sagittarius dista 27 mila anni luce dalla Terra e che conferma quella che, fino a oggi, era solo un’ipotesi, per quanto molto plausibile: che al centro della via Lattea ci fosse un corpo invisibile, “compatto e molto massiccio”. Un buco nero che ha una massa pari a quattro milioni di volte quella del Sole.
La teoria della relatività generale di Einstein e i buchi neri
“Siamo rimasti sbalorditi da quanto le dimensioni dell’anello siano in accordo con le previsioni della teoria della relatività generale di Einstein“, ha commentato in uno degli articoli pubblicati oggi su un numero speciale della rivista The Astrophysical Journal Letters Geoffrey Bower, EHT Project Scientist all’Academia Sinica di Taipei, Taiwan e alla University of Hawaii at Mnoa, negli Stati Uniti.
Non è la prima volta che gli studiosi riescono a ottenere l’immagine di un buco nero.
Nel 2019, infatti, erano riusciti a catturare quella del buco nero che sta al centro della galassia M87.
I due buchi neri hanno masse molto diverse e fanno parte di due galassie diverse ma “vicino al bordo di questi buchi neri, l’aspetto è sorprendentemente simile – ha commentato Sera Markoff, professoressa di astrofisica teorica all’Universita’ di Amsterdam e Co-Chair del Consiglio Scientifico di EHT -. Questo ci dice che la relatività generale governa questi oggetti da vicino, e qualsiasi differenza vediamo in regioni più lontane deve essere dovuta a differenze nel materiale che circonda i buchi neri”.
Rimanda alla relatività generale di Einstein anche la professoressa di astrofisica presso l’Università Federico II di Napoli, membro del Consiglio Scientifico e coordinatrice del gruppo di Gravitational Physics di EHT Mariafelicia De Laurentis, che ha sottolineato come “il risultato presentato oggi sia senza precedenti perchè permette molte misure originali sulla gravità e di fare nuova scienza sui buchi neri supermassicci e sul loro ruolo nell’evoluzione dell’universo”.
Lo “scatto rubato” dalla rete globale dei radiotelescopi si deve alla Collaborazione Event Horizon Telescope (EHT), un team internazionale di cui fanno parte anche ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università di Cagliari.
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Via Lattеa. Fotografаto Sagittarius A valentine