Il 12 maggio 1797, in seguito alla sconfitta contro gli Austriaci, cadde la Repubblica Serenissima.
Dalla dolorosa chiusura della più gloriosa pagina della storia di Venezia cominciò però un nuovo cammino, che ha lasciato al territorio metropolitano veneziano un’importante eredità presente ancor oggi.
Un esempio su tutti: il campo trincerato di Mestre, uno dei più significativi d’Italia e d’Europa con le sue 12 postazioni militari. Forti che non sono solo monumenti arrivati fino ai nostri giorni per raccontare la storia del territorio.
Sempre più si tratta infatti di grandi strutture che possono giocare anche al presente un ruolo di rilievo nella vita cittadina. A partire da Forte Marghera, il più antico e maestoso dei baluardi costruiti per la protezione di Venezia dagli attacchi di terra, la cui edificazione fu iniziata dagli stessi austriaci nel 1805 e poi conclusa dai francesi nel 1842.
Il recupero di Forte Marghera
Concluse le ultime funzioni di caserma, per molti anni gli spazi di Forte Marghera, a lungo proprietà del Demanio, sono stati in gran parte abbandonati. Poi è iniziata l’inversione di tendenza che, dal 2015, ha visto investire il Comune di Venezia oltre 22 milioni di euro per il suo recupero.
Oggi, quei 30 ettari di edifici e aree verdi sono diventati “un vero e proprio spazio per le famiglie, per i giovani e per quanti abbiano voglia di trascorrere una giornata passeggiando su viali completamente sistemati e illuminati, ponti e pontili ricostruiti, padiglioni un tempo diroccati e ora luoghi di mostre della Fondazione MUVE o padiglioni della Biennale”, ha rilevato il sindaco Luigi Brugnaro.
Il lavoro su Forte Marghera non è stato solo strutturale, ma anche logistico. Sono stati infatti creati nuovi parcheggi. L’area è stata inserita nella fitta rete di piste ciclabili che ha a sua volta registrato negli ultimi anni un notevole sviluppo. E, a breve, grazie al lavoro di pulizia dei fondali in corso, sarà possibile arrivarci anche via acqua. “Questa – conclude Brugnaro – è la nostra idea di conservazione della Città. E vorremmo che proprio il Forte diventasse uno dei punti di riferimento per le celebrazioni dei 1600 anni dalla fondazione di Venezia”.
Il restauro delle Casermette napoleoniche
L’ultimo tassello in ordine di tempo che va ad aggiungersi agli interventi susseguitisi di recente a Forte Marghera è il restauro della parte più prestigiosa del complesso: le Casermette napoleoniche.
La Giunta comunale ha infatti approvato ora il progetto definitivo per la ristrutturazione di quelli che formalmente si chiamano edifici 8 e 9. Con una spesa di 5,2 milioni di euro, gli oltre 2.500 metri quadri delle Caserme ottocentesche, posizionate nella zona orientale del Forte, saranno sottoposte ad un recupero conservativo per destinarle successivamente a un uso espositivo e museale.
Si tratta del secondo lotto di un più ampio progetto complessivo di restauro, finanziato con 7 milioni di euro dal Piano strategico “Grandi Progetti Beni Culturali 2017-18” all’interno del Patto per la Città di Venezia.
I lavori del primo lotto sono attualmente in corso e riguardano il capannone 29. Qui, grazie a uno stanziamento di 1,8 milioni di euro, si stanno realizzando nuovi spazi espositivi e servizi igienici, anche per il pubblico.
Le “nuove” Casermette
Progettate dai francesi “a prova di bomba”, dopo la ristrutturazione le Casermette ospiteranno una serie di servizi a supporto delle attività espositive e museali. Tra questi, una caffetteria o punto ristoro, una zona accoglienza, servizi igienici dedicati e dotazioni impiantistiche in modo da garantire un utilizzo continuativo per tutto l’anno. Il progetto è stato pensato nel pieno rispetto dei cunicoli e dei gatoli sotterranei esistenti.
“L’idea di procedere attraverso un recupero con riuso ai fini museali espositivi – spiega l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Francesca Zaccariotto – nasce dal concetto dei fabbricati visti come museo di sé stessi. Nel progetto, si è lavorato per integrare le nuove funzioni partendo da quelle originali al fine di rispettare l’assetto fisico e distributivo e conciliare la collocazione delle nuove attività con la collocazione di quelle ospitate originariamente”.
La Casermetta Est di Forte Marghera
Nello specifico, la Casermetta Est, o edificio 9, vedrà l’esecuzione di lavori prevalentemente di messa in sicurezza e consolidamento strutturale per una rigorosa conservazione del suo assetto originario.
All’interno, saranno restaurati la scala interna a due rampe e il solaio ligneo, realizzando anche due porzioni di soppalco. Dove era collocata originariamente la cucina, nel vano adiacente all’ingresso centrale, è inoltre prevista la realizzazione di una caffetteria con servizi. Saranno infine inseriti gli impianti elettrici e termici, che si collegheranno alla centrale in pompa di calore realizzata in area esterna.
La Casermetta Ovest di Forte Marghera
L’edificio 8, più conosciuto come Casermetta Ovest, presenta invece forti danni alle strutture. Sul tetto piano, una volta ripristinato, sarà recuperata la terrazza originale, collegata, anche per fini di sicurezza, a ovest e a nord con scale a rampa e ascensore per disabili in un nuovo fabbricato. Si è infatti deciso di non procedere al recupero funzionale delle rampe esistenti, per non alterare il fronte verso l’asse principale dell’Isola del Ridotto.
Come per la Casermetta Est, anche in quella Ovest sarà conservato il sistema di tiranti metallici, che sarà consolidato, e saranno inseriti gli impianti elettrici e termici minimi. I soppalchi lignei e il solaio saranno invece recuperati. La caffetteria con servizi troverà infine luogo nei locali che ospitavano la forgia.
Alberto Minazzi